Partiamo da una sola, chiara, evidenza: ha perso solo Lacco Ameno. E questo non è un primato, ma una amara considerazione che possono fare anche gli altri comuni dell’isola se guardiamo lo stato di salute delle diverse amministrazioni. A Lacco Ameno, però, mi piace evidenziare che sul carro del vincitore salgono sia Carmine che Domenico. Si, avete capito bene.
Domenico ha vinto perché ha scaricato e punito Carmine Monti, sindaco eletto col Caularone, reo di non aver voluto mettere in un solo “caularone” tutti i debiti del comune (l’infografica a lato è molto esaustiva) per salvare il futuro politico del Senatore.
Il sindaco Monti, invece, ha vinto perchè, forte del bilancio redatto dal Commissario ad Acta si è smarcato dalle possibili strumentalizzazioni e, di fatto, ha fatto emergere quanto di male nel passato è stato fatto. Come dire, tiè, pigliat sta pasticc…
Ora il dubbio, però, inizia ad essere forte e l’incubo dissesto sempre più vicino, è tutto nelle mani del commissario prefettizio. 2 milioni di disavanzo, circa 700 mila euro di debiti fuori bilancio a cui vanno aggiunti gli oltre 4 milioni di euro derivati dalle partecipate e il fiato su collo di Equitalia che ha già effettuato un ordine di accesso per recuperare la considerevole cifra di 3 milioni di euro sono una condizione difficile da gestire e che, numeri alla mano, suggeriscono, appunto, la strada che renderebbe tutti gli attuali amministratori incandidabili: il dissesto.
La politica non è un fatto di numeri. Ha vinto De Siano perché riuscirà a piazzare un altro Carmine (il pole position l’ondivago Giacomo) che saprà desteggiarsi in appalti, affidi e richieste di mutui? O ha vinto Carmine che, di fatto, non ha dato nessuna mano a Domenico De Siano e che la mala gestio delle partecipate di Lacco Ameno resta un “fatto” tra quegli amministratori e la Corte dei Conti?
Ora che il Caularone si è totalmente schiattato possiamo tornare alla guerra. Alle armi!
Gaetano Di Meglio