Dall’ATO 2 arrivano brutte notizie. Attenti all’uso della risorsa
Per una disposizione regionale si comunica quanto segue: “A causa del severo e perdurante decremento della capacità di alimentazione di tutte le fonti disponibili, nonché dell’impossibilità di attingere da altre fonti, si porta a conoscenza che la carenza idrica che sta interessando la nostra regione ha subito un ulteriore aggravamento, pertanto, questa struttura provvederà ad effettuare una riduzione della portata di fornitura idrica ai vari comuni della regione, tra cui anche quelli dell’isola verde, del 20-30% nelle ore notturne presso i punti di fornitura”. Dal primo giugno Ischia potrebbe addirittura, in alcune fasi e di notte, non avere proprio acqua.
E’ emergenza idrica in provincia. La Regione lancia cosi l’allarme. «Bisogna risparmiare sui consumi e usare in maniera più responsabile un bene essenziale per la vita umana».
D’Altronde da tempo il territorio era stato abituato alla razionalizzazione e allo scaglionamento della fornitura.
La Direzione generale per l’Ambiente e l’Ecosistema dell’ente di via Santa Lucia, con una nota inviata ad alcuni comuni dell’Ato 2, avverte che la carenza di risorse idriche, che già interessa diversi territori da alcune settimane, ha subìto negli ultimi giorni un ulteriore aggravamento a causa del «severo e perdurante decremento della capacità di alimentazione di tutte le fonti disponibili, nonchè dall’impossibilità di attingere ad altre risorse».
Questo ha portato al risultato che nell’immediatezza si avrà una riduzione delle portate della fornitura idrica ai consumi. Per ora si parla solo del 20-30 per cento nelle ore notturne e per l’Isola d’Ischia al rischio che dal primo giugno in alcune fasi della notte l’acqua non potrebbe propio essere erogata.
Come le isole del Golfo e sopratutto la nostra Ischia, i comuni interessati dalla crisi sono quelli dell’area nord occidentale e dell’area flegrea.
L’acqua che arriva ai rubinetti delle abitazioni dei residenti, e non solo, nei comuni interessati dalla crisi è quella delle sorgenti del Gari, Peccia, Sammucro, Biferno Urciuoli e Acquaro Pelosi che alimentano, tra l’altro, l’acquedotto del Serino che è tra quelli che fornisce anche altri territori del Napoletano. «Purtroppo non è possibile incrementare ulteriormente la portata di quelle fonti e in vista della stagione estiva è perciò tassativo utilizzare l’acqua in maniera razionale», fanno rilevare dalla Regione.
Di qui l’invito del responsabile dell’Acquedotto Campano, Ciro Pesacane, e del direttore generale della Direzione regionale dell’Ambiente, Michele Palmieri, mirata a sensibilizzare i sindaci affinchè intervengano in maniera convincente sulla popolazione residente. Non solo. Gli amministratori locali dovranno trovare anche le dovute contromisure affinchè la prevista riduzione delle risorse idriche non abbia ripercussioni di carattere igienico-sanitario e non metta a rischio quei servizi di primario interesse per i cittadini. Nei comuni, 16 fin qui, interessati dall’ordinanza regionale sono operativi, infatti, anche quattro ospedali (anche di grandi dimensioni come quello di La Schiana di Pozzuoli e di Giugliano), una casa di cura convenzionata e numerosi centri sanitari che potrebbero subire contraccolpi gravi dalla crisi idrica.
UNA CRISI ANOMALA, MA LE FONTI SCARSEGGIANO
C’è la necessità di capire, intanto, perché la carenza interessa solo alcuni territori e non altri. Ai Comuni il compito di mettere in campo interventi concreti e mirati per evitare gli sprechi. Nessun consumo inutile, o l’utilizzo improprio delle risorse in particolare quelli afferenti le imprese che utilizzano acqua potabile per usi inappropriato come lavaggi di veicoli e scopi che non necessitano una purezza tale da giustificare l’impiego di acqua potabile e gli sprechi che non sono pochi.
A partire da quelli delle reti idriche, sempre più fatiscenti ed usurate, fatte di falle e perdite continue.
La Regione con la legge di riordino del servizio idrico integrato e con l’istituzione dell’Ente Idrico Campano, nel 2015, ha individuato un ambito territoriale unico di dimensioni regionali, suddiviso in ambiti distrettuali all’interno dei quali affidare il servizio ai singoli gestori. Si è trattato di un primo passo per cercare di mettere ordine nel settore, riconoscendo l’acqua bene essenziale per la vita umana e assicurando la disponibilità e l’uso a tutti i residenti, provvedendo contemporaneamente anche alla tutela e alla corretta utilizzazione delle risorse idriche nel rispetto delle direttive comunitarie. I risultati ottenuti però non sono ancora soddisfacenti.
ROSARIO CARUSO DEL COMITATO ESECUTIVO ATO2
La razionalizzazione dei consumi idrici, secondo alcuni amministratori dei comuni a nord di Napoli, va perseguita pertanto anche con una politica tesa a limitare le forniture idriche alle utenze industriali solo per la quota necessaria al consumo umano e per quelle lavorazioni per le quali può risultare problematico o impossibile utilizzare la doppia fonte.
«Il problema è molto serio e va affrontato con una strategia sovracomunale condivisa e portatrice di risultati importanti – spiega il primo cittadino di Serrara Fontana , Rosario Caruso membro del comitato esecutivo ATO 2 – Nell’immediato partiremo con una massiccia campagna di sensibilizzazione, ma senza dubbio è necessario anche avviare una serie di controlli sul territorio per evitare sprechi».
Prevista la riduzione del 20-30% della fornitura e lo stop dell’erogazione nelle ore notturne.
IT
Mettiamo da parte per un attimo la crisi stagionale delle sorgenti e la sospensione notturna dell’erogazione (a detta loro poco problematica l’utenza e molto vantaggiosa per i danari che risparmiano, ma soprattutto imposta dalla regione, quindi zitti e a secco!).
Come possono pensare di limitare il quantitativo di acqua per utenze industriali agroalimentari al solo consumo umano? Pensate a tutte quelle attività di vendita e trasformazione di alimenti per i cui ambienti sono previste, necessarie ed obbligatorie pulizia e sanificazione continue (macellerie, pescherie, caseifici, cantine…), che di certo non possono sciaquarsi i pavimenti coi reflui.
Se questi STRONZI dell’alto comando regionale nel corso dei decenni avessero garantito la manutenzione della rete di distribuzione invece di permettere assunzioni di dipendenti nel rapporto di 30 persone in ufficio e 3 con mansioni d’operaio, probabilmente oggi si parlerebbe solo di riduzione della portata nelle ore notturne e non di chiusura totale dei serbatoi. L’impoverimento delle fonti di approvvigionamento è volontà del Padreterno, ma lo schifo delle condotte colabrodo è colpa dell’uomo.
Da stamattina esce più aria che acqua!!!!! MA è NORMALE???
l’acqua è poca e la papera non galleggia: lo dite voi all’addetto stampa del CISI-EVI di comunicare alla popolazione ischitana che di notte non si può bere l’acqua del rubinetto perché è quella del serbatoio? Dato che negli anni scorsi si affannava ad invogliarci a berla..
Scrivete in modo che le persone capiscano date informazioni più dettagliate l acqua come il petrolio e altre risorse negli anni si sono ridotte perché la popolazione mondiale negli ultimi 10 anni è aumentata in modo vertiginoso e continuando così mancheranno anche altri bisogni primari. Non manca solo ad Ischia l acqua. Informazione non agitazione. Bha
ma che c’entra Ischia con l’acqua, il petrolio e la fame nel mondo.. siamo 60.000 persone contro i 7 miliardi di abitanti della terra!
potremmo essere indipendenti in tutto dalla terraferma buttiamo milioni di litri di acqua a mare tra nitrodi sorgeto buceto e altre fonti non abbiamo bisogno dell acqua da napoli basterebbe un piccolo invaso ma x motivi politici dobbiamo dipendere da napoli
Carissimo ma l acqua da dove arriva ci sono sorgenti ad Ischia? Napoli negli ultimi anni quanta popolazione conta in più? 60.000 ad Ischia e a napoli? Informati prima di scrivere. Quanta pochezza mamma mia
Da ieri sera sto senza acquaaaa!!!!!!!!Assurdo…Nemmeno in Africa …