Dopo aver tirato fuori dai guai in diverse occasioni le navi della flotta Medmar in difficoltà stavolta l’Agata arriva “in soccorso” pure della ricostruzione post calamitosa di Casamicciola.
Da martedì la nave meno amata ma più utile del golfo di Napoli inizierà un servizio dedicato al trasporto in terraferma del materiale di risulta dei cantieri, pubblici e privati, avviati per le demolizioni degli edifici danneggiati da sisma ed alluvione e da cui, ovviamente, deriverà una gran mole di “sfratto” che andrà smaltito in terraferma visto che – fortunatamente – sono finiti i tempi in cui i rifiuti da demolizione (o ristrutturazione) si smaltivano allegramente in mare o nei boschi.
Nei mesi scorsi le ditte appaltatrici degli interventi di demolizione avevano a più riprese lamentato la poca disponibilità di collegamenti per i loro automezzi sulle corse abituali per i rifiuti, tanto da convincere il commissario Legnini a chiedere a tutte le compagnie di navigazione del golfo di Napoli la disponibilità ad avviare servizi di collegamento aggiuntivi.
La prima ad iniziare sarà Medmar, con un paio di corse settimanali da Casamicciola per Pozzuoli, ed a cui verosimilmente farà seguito Traspemar sulla stessa rotta; il commissario alla ricostruzione è riuscito a suscitare l’interesse di due compagnie che in futuro, oltre ai rifiuti delle demolizioni, potrebbero trasportare anche il resto del fango trascinato a valle dalla alluvione del 2022 che continua ad ostruire gli alvei e mantenere ricolme le aree di stoccaggio.
Quello dei nuovi collegamenti per lo sfratto può essere considerato un altro piccolo passo in avanti nel lungo e faticoso cammino della ricostruzione e messa in sicurezza, se le ditte appaltatrici hanno riferito il vero a sindaci e commissario.
Nei mesi scorsi infatti, in più occasioni, la mancanza di corse specifiche per smaltire fango e materiale di risulta era stata la ragione addotta dagli appaltatori per i ritardi registrati su più di un cantiere. Detto che suona almeno strano che chi appalti un lavoro di grosse dimensioni sulla nostra isola non si premunisca di informarsi esaustivamente e preventivamente di tutti gli aspetti logistici dell’intervento da realizzare in un luogo in mezzo al mare, oggi tale ostacolo dovrebbe essere di fatto eliminato quasi del tutto.
Grazie alla vituperata Agata, e magari alla Giuseppina Prima, nel giro di qualche settimana chi dovrà smaltire lo sfratto degli edifici da ricostruire o delocalizzare potrà senza troppi problemi traghettarlo in continente e da lì in discarica ma basterà questo per rispettare i tempi prescritti per i lavori ?