Gaetano Di Meglio | Lo avevamo scritto con ampio anticipo e con dovizia di particolari: il vescovo di Ischia, Pietro Lagnese, ha decretato la cessazione del diritto di patronato per le parrocchie di San Vito Martire a Forio e Santa Maria la Penitente a Casamicciola.
Lo avevamo detto e ridetto. E così, con proprio decreto firmato l’11 aprile, il Vescovo di Ischia si è ripreso il controllo sulla nomina del parroco delle parrocchie attualmente dirette da Mons. Giuseppe Regine a Forio e da Don Gino Ballirano a Casamicciola.
La nota di Lagnese, perde i toni concilianti della prima inviata a gennaio e si limita a chiarire quelli che sono gli aspetti finali.
“stabilisco che a partire dalla data odierna la nomina del Parroco (di San Vito e di Santa Maria la Penitente, ndr) avvenga per libero conferimento da parte del Vescovo Diocesano (ex can. 151CJC)”.
E’ questo il succo, vero, del testo controfirmato dal cancelliere diocesano, don Gaetano Pugliese.
Lagnese va come un treno. Quando a gennaio convocò i sindaci Del Deo e Castagna, il vescovo di Ischia fu lapidario: “Le chiederei di farmi pervenire la risposta alla suddetta richiesta di parere entro il 1 marzo p.v., per poter dare opportunamente seguito al progetto pastorale sopra esposto” e così si arriva ad oggi nonostante la bufera mediatica e sociale, con la firma del decreto di revoca.
IL CASO CASAMICCIOLA.
Mentre a Forio il consiglio comunale ha espresso, nei tempi, il proprio diniego alla rinuncia al diritto di patronato, a Casamicciola il sindaco ha provato a prendere tempo. Prima ha chiesto 30 giorni di tempo per evitare di rispondere al Vescovo. Poi, dopo la scadenza, con un’altra nota aveva chiesto altro tempo, ovvero, di attendere il nuovo consiglio comunale. Quello che sarebbe stato eletto il prossimo 26 maggio. Una strategia dilatoria che non è piaciuta al Vescovo di Ischia che, senza attendere troppo, ha inviato la sua raccomandata. E, come disse Massimo Decimo Meridio nel Gladiatore “ha mandato il segnale che “scatenerà l’inferno”.
Una road map, questa del Vescovo, che non ha tenuto conto, appunto, delle richieste, dilatorie, di Casamicciola che aveva chiesto prima, proroga per 30 giorni – e perciò entro il 30 marzo 2019 – e successivamente ulteriori “giorni sette dalla data di una sua nuova missiva”.
Lagnese aveva scritto ai sindaci Francesco Del Deo e Giovan Battista Castagna in merito alla cessazione del diritto di patronato o di presentazione che sarebbe stato suo “vivo desiderio” addivenire ad un “comune accordo delle parti interessate per proseguire il cammino congiunto tra comunità parrocchiale e comunità civile iniziato secoli fa” e, così non è stato.
VERSO LA SEGNATURA APOSTOLICA, la Cassazione della chiesa
Le amministrazioni comunali di Forio e Casamicciola Terme (ora è chiaro a tutti che il caso di Don Gino e Don Gaetano Pugliese è totalmente differente come abbiamo sempre detto!), per dirla con parole comuni, sono state messe in mora rispetto a questa decisione ed avranno 10 giorni di tempo per far sapere al Vescovo Lagnese se accettano il decreto o se, invece, si rifiutano.
Già possiamo immaginare quali siano le risposte e nei prossimi 10 giorni sapremo anche chi si sarà attivato presso la Segnatura Apostolica (la Cassazione della Chiesa Cattolica per capirci, ndr) attualmente diretta dal Cardinale Agostino Vallini.
Il cardinale vicario del papa per la diocesi di Roma, amministratore apostolico della sede suburbicaria di Ostia, arciprete della papale arcibasilica di San Giovanni in Laterano e gran cancelliere della Pontificia Università Lateranense sarà, sicuramente, chiamato a dire l’ultima parola sulla decisione del Vescovo di Ischia, Pietro Lagnese.
LE RAGIONI DI LAGNESE
Nella sua nota di inizio anno, il Vescovo di Ischia aveva chiarito le basi della sua richiesta.
“In virtù del Can. 83 comma 2 CIC è facoltà del Vescovo attuale valutare se sia conveniente o meno mantenere il suddetto privilegio e, in caso, se sia opportuno dire tardi la cessazione” è questo il perno su cui si è fondata l’azione del Vescovo di Ischia anche se, va detto, Lagnese era stato molto diplomatico: «La Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio Ecclesiae Sanctae (6 agosto 1966), all’art. 18. § l afferma: «Il bene delle anime esige che il Vescovo goda della libertà richiesta per conferire con giustizia ed equità ai sacerdoti più idonei gli uffici e benefici, anche non curati. […] sono abrogate le consuetudini e ritirati i diritti quanto alla nomina, all’elezione, alla presentazione di sacerdoti ad un ufficio o beneficio parrocchiale». Recependo la volontà e le indicazioni del summenzionato Magistero, il Codice di Diritto Canonico del 1983 non fa più menzione del “diritto di patronato” e propone il “libero conferimento” come via ordinaria per la nomina dei parroci, considerando la presentazione e l’elezione come eccezioni (cf. can. 523, CIC)»
Nella sua nota, sia quella diretta a Castagna sia a Del Deo , Lagnese era stato chiaro: « In virtù del can. 83, § 2 CIC è facoltà del Vescovo attuale valutare se sia conveniente o meno mantenere Il suddetto privilegio e, in caso, se sia opportuno decretarne la cessazione. Dopo aver consultato la Santa Sede e i membri del Consiglio presbiterale, conformemente alla direzione che la Chiesa Universale ha indicato a partire dal Concilio Vaticano II, sono giunto alla conclusione che oggi la miglior soluzione pastorale per la Parrocchia (San Vito e S. Maria Maddalena Penitente), sia quella di avere un parroco liberamente nominato dal Vescovo, come avviene normalmente per le altre comunità della diocesi» e, coerentemente con quanto annunciato, Lagnese ha operato.
Il diritto e i benefici
Nel decreto di cessazione, Lagnese rinuncia ad eventuali contributi economici e assicura alle due comunità e alle due amministrazioni «privilegi di natura spirituale: celebrazione mensile di una S. Messa in favore del popolo di Forio; celebrazione annuale di una S. Messa in data da stabilire in suffragio gli amministratori comunali e benefattori della chiesa parrocchiale defunti; celebrazione annuale di una S. Messa in favore degli amministratori comunali pro-tempore. »
I diritti
Nel caso della Parrocchia di S. Maria Maddalena Penitente in Casamicciola Terme, il diritto di patronato risale al decreto emesso nel 1540 dall’allora Vescovo, S.E. Mons. Agostino Falivenia (Pastineus).
Nel caso della Parrocchia di San Vito Martire in Forio, il diritto di patronato risale al Decreto emesso nel 1306 dall’allora Vescovo Pietro.