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L’ambientalismo contro l’uomo | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 30 aprile 2024

Nel silenzio tombale da parte dei sostenitori dello pseudo-sacro ambientalismo, quelli che venderebbero l’anima al diavolo per chiudere la caccia all’Epomeo (e non solo), salvandoci a chiacchiere dall’inquinamento favorendo la decarbonizzazione del mondo intero attraverso la produzione super inquinante di veicoli elettrici neppure troppo italiani, perle del nostro territorio nazionale come la Sardegna sono a serissimo rischio di devastazione, a terra e persino a mare, a causa della diffusione degli impianti mirati all’energia rinnovabile.

Grazie a un carissimo amico cultore della materia, ho letto dell’inchiesta del quotidiano “L’Unione Sarda” di cui non ero al corrente. “Gli impianti solari (524 pratiche) arriverebbero a produrre 22,99 Gw, l’eolico on-shore (254 pratiche) 19,99 Gw, mentre le pale in mare (31 pratiche) sprigionerebbero 17,82 Gw di potenza. Quantitativi che possono soddisfare le esigenze di 50 milioni di abitanti. Fatti due conti, se si considera una produzione di 6,8 Mw a pala eolica, si conterebbero  2.479 torri del vento su terra e 1188 in mare (ognuna capace di produrre 15 Mw). Ognuna alta fra i 200 e i 300 metri. Il fotovoltaico, poi. Per produrre un megawatt di energia servono circa 3 ettari di pannelli. Per raggiungere quota 22.990 Mw sarebbero necessari quindi 68.970 ettari. Tradotto con una proporzione popolare: sarà coperta un’estensione uguale a quella di 86.212 campi di calcio. Situazione simile in Sicilia e in Puglia. Al nord non ci sono quasi richieste: perché è da questa parte del Tirreno (e nelle altre due regioni meridionali) che deve essere prodotta l’energia per la Penisola, che deve correre verso la decarbonizzazione.  Eppure in Val Padana ci sarebbe molto spazio per piazzare impianti.”

Ho scritto più volte che nelle mie concilianti passeggiate venatorie in Irpinia, in Puglia, in Molise e in molti altri luoghi ameni, mi imbatto sempre più spesso nell’avvenuta installazione di orribili pale eoliche e campi fotovoltaici che nulla hanno a che vedere con il rispetto del paesaggio e dell’ambiente, se non con la tutela degli interessi delle grandi compagnie e speculatori che investono e guadagnano sulla pelle del territorio e dei suoi abitanti. E poi c’è chi è ancora costretto, proprio come a Ischia, a sottostare a vincoli paesaggistici ormai fuori dal tempo, senza poter installare neppure un impianto fotovoltaico nel proprio giardino per il solo fabbisogno domestico, o a dover affrontare le conseguenze di una R.E.S.A. per il classico ampliamento “di necessità” di casa propria.

E poi avrebbe torto la Meloni quando dice che vuole smontare l’approccio ambientalista dell’UE contro l’uomo…

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