lunedì, Gennaio 6, 2025

L’anno che verrà

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La POLPA E L’OSSO di Francesco Rispoli | Sta arrivando il Nuovo Anno.
Sarà l’Anno del Giubileo. Sarà un quarto del primo secolo del terzo millennio.
Sarebbe il centesimo compleanno di mia madre, se fosse ancora qui.
Cosa succederà? Cosa ci aspetta nel Nuovo Anno? Sarà davvero Nuovo? Nuovo per chi?

Ma quel che succede ogni giorno – “l’infra-ordinario”, come lo chiamerebbe Georges Perec – in che modo lo possiamo descrivere, ora, in che modo ne possiamo parlare a Capodanno? Forse proprio come fa lui. Del cibo quotidiano fa l’inventario di tutto ciò che ha ingurgitato nel corso di un anno: sette galline bollite con riso, settantacinque formaggi, sette zampini di maiale ecc. Di come ha scritto duecentoquarantatré cartoline, tutte diverse, di ordinari saluti estivi usando solo cinque frasi elementari in tre varianti. E come osserva una via di Parigi in sei date diverse, i negozi, le insegne, le scritte occasionali, le facciate, un gatto che passa, cioè tutto ciò che è sotto gli occhi, così ovvio che non lo si nota, ma esiste per un attimo poi sarà perduto per sempre. Troppo complicato?

Ce lo racconta allora Lucio Dalla l’anno che verrà:
Caro amico, ti scrivo, così mi distraggo un po’ / E siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò
Da quando sei partito c’è una grande novità / L’anno vecchio è finito, ormai / Ma qualcosa ancora qui non va. Si esce poco la sera, compreso quando è festa / E c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra / E si sta senza parlare per intere settimane / E a quelli che hanno niente da dire / Del tempo ne rimane. Ma la televisione ha detto che il nuovo anno / Porterà una trasformazione / E tutti quanti stiamo già aspettando. Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno / Ogni Cristo scenderà dalla croce / Anche gli uccelli faranno ritorno / Ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno / Anche i muti potranno parlare / Mentre i sordi già lo fanno. E si farà l’amore, ognuno come gli va / Anche i preti potranno sposarsi / Ma soltanto a una certa età / E senza grandi disturbi qualcuno sparirà / Saranno forse i troppo furbi / E i cretini di ogni età. Vedi, caro amico, cosa ti scrivo e ti dico / E come sono contento / Di essere qui in questo momento / Vedi, vedi, vedi, vedi. Vedi, caro amico, cosa si deve inventare / Per poter riderci sopra / Per continuare a sperare. E se quest’anno poi passasse in un istante / Vedi, amico mio, come diventa importante / Che in questo istante ci sia anch’io. L’anno che sta arrivando tra un anno passerà. Io mi sto preparando, è questa la novità.

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