giovedì, Novembre 14, 2024

L’appalto di Forio una vera e propria battaglia tra “CITE” ed “Ego Eco”

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Negli atti dei pubblici ministeri e in quelli della polizia giudiziaria della Squadra Mobile della Questura, vi sono diverse “osservazioni”, precisazioni, sottolineature per dire in quale contesto si è vissuta la vicenda della gara per i rifiuti nel comune di Forio. Perché tutta questa indagine inizia ed esplode proprio partendo da Forio, dove ci sono stati degli interessi contrastanti che hanno provocato un vero e proprio terremoto giudiziario, anche se a diversi anni dalla consumazione dei presunti fatti. la Squadra Mobile in particolare fa degli accostamenti rileggendo le intercettazioni telefoniche e quelle ambientali. E ritenendo fulcro il personaggio Rumolo, che di volta in volta si interfaccia con il sen. De Siano e in altri casi nientemeno che con l’allora presidente della Provincia Cesaro, deputato della Repubblica.
Dalle indagini emerge un fatto assai emblematico: la “CITE” e la “Ego Eco” si fronteggiano senza esclusione di colpi per aggiudicarsi l’appalto a Forio e chi doveva essere arbitro si trova in qualche modo impacciato. Avendo rapporti cordiali con entrambi gli amministratori delle due società, che a loro volta avevano alle loro spalle dei potenti sponsor. I quali facevano sentire il proprio peso politico per cercare di indirizzare le scelte della commissione o verso la “CITE” o la “Ego Eco”. E colui che si trova in mezzo ed in grossa difficoltà è il Rumolo, il quale non sa come gestire l’intera situazione, come osservano i pubblici ministeri riprendendo un’informativa degli agenti della Polizia di Stato: «Come si vede, l’ulteriore paradosso è che le due fazioni ad un certo punto si intersecano, in quanto vi è un anello comune, rappresentato da Rumolo Oscar, il quale si è trovato nella difficile situazione di essere esposto, da un lato, verso l’impresa Ego Eco (con la quale si era instaurato un solido e collaudato rapporto corruttivo con l’avallo della politica, rappresentata da De Siano Domenico) e, dall’altro, verso il versante politico (rappresentato in prima persona dal presidente della Provincia, Cesaro Luigi, che ha voluto fortemente che l’appalto fosse aggiudicato alla CITE). Né meno singolare appare la posizione di Rando, che si trova a favorire, nel corso del tempo, or l’uno or l’altro dei contendenti. Questo vero e proprio pasticcio politico-affaristico ha finito per scontentare tutti ed ha attirato sul Rando le ire di Ciummo, sentitosi evidentemente tradito da quello che appare un abituale percettore di somme indebite di denaro erogate dal Ciummo. Le condotte accertate sono state cristallizzate ovviamente in distinte ipotesi di reato: da un lato, la turbativa d’asta per favorire la CITE (capo C) con l’accordo corruttivo raggiunto con Cesaro Luigi (capo H); dall’altro, la turbativa d’asta per favorire la Ego Eco (capo I) con l’accordo corruttivo stretto da Ciummo Vittorio con Rumolo, Rando e Di Maio (capo L). Si cercherà ora di dimostrare l’assunto appena sintetizzato, seguendo cronologicamente gli accadimenti, ed analizzando, di volta in volta, le risultanze documentali alla luce delle risultanze investigative, con particolare riferimento alle operazioni di intercettazione, compiute a loro volta anche con l’ausilio di controlli sul territorio, finalizzati a documentare appuntamenti ed incontri».
Ma non solo questo emerge in questa valanga di documenti, di circostanze importanti. A scatenare l’attenzione della magistratura inquirente su tutto l’affare monnezza a Forio sono alcuni consiglieri di opposizione, i quali non digeriscono affatto la presenza di Vittorio Ciummo e della sua azienda sul territorio comunale, a gestire il servizio più importante e delicato e che ha costi elevati. Ritengono questa scelta del tutto sbagliata e controproducente per gli interessi foriani. Incolpando in modo preciso il dirigente del Settore finanziario del Comune, Vincenzo Rando. Reo di essere troppo vicino agli interessi della “Ego Eco”. Palesando che c’erano state delle omissioni, degli atteggiamenti ambigui, delle azioni illecite atte a favorire esclusivamente il Ciummo. Nella denuncia a paventare, seppur in modo sottile, che fosse in atto all’epoca un’intensa attività di corruzione per ottenere da coloro che dirigevano le scelte dell’Ente locale l’aggiudicazione dell’appalto. Come si rileva in quest’altro passaggio sottoscritto dai sostituti Arlomede e Sepe: «Come già innanzi evidenziato, l’8.11.2011 tre Consiglieri del Comune di Forio, Antonio Trofa, Davide Castagliuolo e Vito Manzi, avvalendosi dell’assistenza di un legale, depositavano presso la Procura una dettagliata denuncia (Allegato n.34 – Denuncia indirizzata alla Procura della Repubblica di Napoli a firma di Antonio Trofa, Davide Castagliuolo e Vito Manzi) nella quale indicavano in Vincenzo Rando, dirigente del Settore Tributi presso il Comune di Forio, un amministratore colluso con gli interessi della società Ego Eco srl di Vittorio Ciummo. Nelle dichiarazione dei tre consiglierı, venivano descritte con dovizia di particolari le modalità delle azioni ed omissioni compiute nel favorire palesemente, ed illecitamente, gli interessi dell’imprenditore Ciummo. Sulla scorta di tale denuncia e considerando le emergenze documentali, con valutazione condivisa da questo ufficio si dipanava l’intensa attività tecnica, cui già si è fatto ampio riferimento e che all’inizio aveva ad oggetto le utenze nella disponibilità di Ciummo Vittorio, Oscar Rumolo (dirigente del settore tributi del limitrofo comune di Lacco Ameno) e le conversazioni che sarebbero intervenute nell’autovettura nella disponibilità del Ciummo».
Con un breve excursus della vicenda per far capire anche al gip che cosa è accaduto in un arco temporale abbastanza lungo e complesso e come si era arrivati alla definizione dei fatti: «Le vicende amministrative possono così sintetizzarsi sulla scorta della documentazione acquisita dalla PG; esse poi andranno lette alla luce delle intercettazioni e con queste armonizzate:
sino al 19.4.2010, la società in house Torre Saracena s.p.a si era occupata della gestione del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti presso il Comune di Forio;
con delibera no 9 del 19.4.10, il Consiglio Comunale di Forio d’Ischia (il cui Sindaco era Regine Francesco), prendendo atto della precaria situazione finanziaria in cui versava il Comune di Forio, della necessità di comprimere i costi, e soprattutto di quanto stabilito tra le altre circostanze dall’articolo 15-VIII comma del decreto legge 135/2009 (“le gestioni in essere alla data del 22 agosto 2008 affidate conformemente ai principi comunitari in materia cosiddetta in house cessano improrogabilmente e senza necessità di deliberazione da parte dell’ente affidante alla data del 31.12.2011”), dava mandato al capo settore Ragioneria Tributi e demanio, Rando Vincenzo, di provvedere ad affidare a privati la gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei RSU, per mezzo di apposita gara pubblica onerandolo, nelle more dell’espletamento della gara, di provvedere all’affidamento temporaneo, per almeno sei mesi, al fine di assicurare la tutela della salute dei cittadini».
Per farla breve, per riassumere ancora più velocemente i fatti, nel giugno del 2010 il sindaco ordina a Rando di predisporre nuovi atti di gara. Consequenzialmente la Giunta approva il bando; e nello spazio di pochi giorni, ne luglio del 2010, il Rando invita altre imprese a partecipare alla gara e dà l’affidamento diretto alla “Ego Eco” per pochi mesi. Viene pubblicato il bando di gara e secondo gli inquirenti senza dare molta pubblicità, con l’intento di favorire forse qualche impresa? Nel gennaio del 2011 si aggiudica la gara la “CITE” e contestualmente la “Ego Eco” presenta ricorso al Tar per l’annullamento della gara. Sottolineando l’illegittimità della modifica dei requisiti prescritti dal bando. Il Tar accoglie ed annulla; il Comune approva altro bando e la “Ego Eco” impugna la determina e anche questa volta i giudici danno ragione a Ciummo. Si passa al luglio del 2011 con l’integrazione del bando ad opera del Rando con la composizione della commissione. Nell’ottobre del 2011 il presidente dà forfeit ed entra in campo Oscar Rumolo che ne assume le funzioni. Nel dicembre del 2011 la gara è vinta nuovamente dalla “CITE” e contestualmente prorogato il servizio alla “Ego Eco”. Nuovo ricorso al Tar ed i giudici stabiliscono nulla la partecipazione della “CITE” perché priva dei requisiti. E finisce il lungo iter giudiziario amministrativo. Poi i risvolti delle indagini hanno dimostrato alcuni aspetti fino ad ora sconosciuti.
E altre sottolineature verranno fatte successivamente dagli investigatori allorquando si soffermano sulle incongruenze emerse nelle vicende legate ai rifiuti a Lacco Ameno. Fino a fare un parallelismo con la gara di Monte di Procida, dove per gli inquirenti ci sarebbe stato uno stretto legame di interessi non solo politici, ma soprattutto imprenditoriali.

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