mercoledì, Novembre 27, 2024

L’arroganza ischitana offende una malata di SLA. Protezione in-civile al cimitero di Ischia

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Gaetano Di Meglio | C’è una cittadina di Ischia, ben nota agli operatori del cimitero di Ischia che, con frequenza, si preoccupa dei suoi defunti. Una cittadina, amica di molti, che con molta dignità porta avanti la sua battaglia contro la distrofia muscolare. Una malattia tragica che le impedisce di salire le scale.
Ieri, però, Rosa, ha dovuto fare i conti con l’arroganza e la supponenza di chi è preposto ai controlli anti-covid presso il cimitero di Ischia.

«Buongiorno Raffaele, sono Rosa, ti scrivo perché sei sei il garante per gli invalidi. Ti volevo esporre un increscioso avvenimento (che tra l’altro) già avevo previsto per le molte volte che devo subire discriminazioni per poter accedere ovunque ci siano barriere architettoniche. Oggi (ieri, ndr) mi sono recata al cimitero di Ischia e, a causa della mia patologia, non posso salire le scale. Mi sono recata al lato di sopra dove hanno stabilito l’uscita “causa covid”. Ho spiegato le mie ragioni, ma niente. Mi hanno mandata all’ingresso principale per la misurazione della temperatura. Per evitare discussioni sono andata, ma lì ho trovato la caparbietà e l’arroganza della Protezione Civile. Ho spiegato la mia situazione, mi hanno risposto che avevano la sedia per accedere quelle due scale. Non finisce qui. Dopo tante discussioni, finalmente sono entrata dal lato di sopra (Questa nostra amica, affetta da SLA, è ancora deambulante ma le scale che portano alla parte superiore del cimitero diventano un vero e proprio ostacolo. Entrando dall’altro ingresso, dove non ci sono scale, ovviamente, la donna può raggiungere i suoi defunti senza grossi problemi e senza imbattersi in scale impossibili da superare!)».

Ho fatto il giro e piano piano – continua il racconto della nostra amica – e sono scesa al lato dell’entrata. Quando volevo uscire, con fare arrogante e senza un minimo di educazione, il volontario della Protezione Civile mi indicava con un dito di dover fare il giro, rifare le scale e uscire dall’altro lato. Quello di sopra.

Il “capo” della protezione civile mi ha accusato di aver detto che non potevo camminare e poi sono scesa per le scale. Io, per l’ennesima volta, ho spiegato che ho una patologia che non mi consente di salire le scale e che, invece, a scendere ci riesco. Mi ha minacciato dicendomi che se fossi ritornata domani (oggi, ndr), assolutamente non sarei entrata. Li sono sclerata, dicendogli se era possibile subire una tale discriminazione, gridando ai quattro venti il mio stato di salute e, in più, mi ha detto che dovevo portare il certificato che attesta a la mia patologia.

Una vergogna, da premettere che sono andata alle 9, e il cimitero era vuoto. E’ inutile che si vestono di bello, dicendo che si stanno abbattendo le barriere e poi si scende in discussioni da volta stomaco, facendo sentire , già chi porta il peso di una malattia ancora più uno schifo. Mi auguro che esponi questo increscioso problema ,anche contattando chi di competenza. Ti auguro una buona giornata!”

2 COMMENTS

  1. Maledetti loro e chi li mette a fare le belle statuine questi palloni gonfiati vestiti con scarponi e radioline in mano.
    In altri luoghi sarebbero già ciacciati via a pedate nel culo. Altro che volontariato con la tutina a Ischia a fare la bella statuina.sciiu!

  2. signora lei ha fatto bene,sono loro maleducati e disgraziati loro e chi li ameesi li,non capiscano niente perché sono ignoranti.signora le auguro che ben presto guarista.saluti a lei

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