giovedì, Novembre 28, 2024

L’Assoforense Ischia attacca il presidente del tribunale di Napoli e il consiglio dell’Ordine degli avvocati

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Paolo Mosè | Una lettera durissima inviata al presidente del tribunale Elisabetta Garzo e al presidente degli avvocati Antonio Tafuri e per conoscenza al giudice coordinatore Eugenio Polcari e al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Per stigmatizzare il protocollo d’intesa sottoscritto dal presidente del tribunale con il consiglio dell’Ordine, senza tener conto delle problematiche, delle difficoltà, dell’impossibilità di poter procedere a udienze normali e sicure sotto l’aspetto sanitario alla sezione di Ischia. Ribadendo l’Associazione Forense che l’accordo sottoscritto è passato senza la consultazione degli avvocati dell’isola d’Ischia. Ribadendo al presidente Garzo che «in data 23 aprile u.s. abbiamo inviato alla Vs. attenzione una nota dettagliata nella quale abbiamo evidenziato le criticità e la pericolosità della ripresa dell’attività negli Uffici Giudiziari di Ischia, se non in forma telematica, preannunciando l’invio di una proposta di Protocollo d’intesa, condivisa con il COA ed il Coordinatore, che tenesse conto della specificità della condizione del Palazzo di Giustizia di Ischia, allo stato privo dei requisiti minimi di sicurezza necessari a fronteggiare l’emergenza epidemiologica e della esigua dotazione di personale amministrativo, quasi azzerata da alcuni anni e da ultimo ulteriormente ridotta per effetto della circolare del Ministero della Giustizia del 24.4.2020 che ha confermato sino al 30 giugno 2020 le medesime misure di contingentamento del personale negli uffici giudiziari per prevenire e contenere il contagio da Covid-19».

Facendo tra l’altro riferimento nella nota che sussiste una impossibilità di presenziare fisicamente sia alle udienze penali che dinanzi al Giudice di Pace. Mancando di fatto una piattaforma telematica ministeriale che possa essere utile allo svolgimento delle attività. Ribadendo che « Non ci resta, a questo punto, che ribadirvi la assoluta contrarietà della Classe Forense Ischitana alla ripresa delle udienze con partecipazione fisica che metterebbe seriamente a repentaglio la salute e la vita stessa degli Avvocati, dei Magistrati e dei dipendenti amministrativi, attesa l’impossibilità di garantire nel Palazzo di Giustizia di Ischia, sia per conformazione strutturale dello stesso che per mancanza di qualunque presidio di vigilanza e misura di sicurezza, il rispetto dei protocolli in materia igienico-sanitaria tesi ad evitare la diffusione del Coronavirus».

LE CRITICITA’
E tale scelta del protocollo d’intesa passa inesorabilmente senza tener conto della conformazione e degli spazi ridotti della sezione ischitana. Ricordando altresì che «Fatto altrettanto grave è che non si sia tenuta in alcuna considerazione la mancanza di personale amministrativo dei due Uffici, ben nota al Sig. Presidente del Tribunale, che nell’ultimo mese è stato costretto ad adottare specifici provvedimenti proprio per tentare di ovviare a problemi atavici, come, ad esempio, quello della mancata pubblicazione, per il solo Ufficio di Giudice di Pace, di oltre un migliaio di provvedimenti che da troppi mesi giacevano negli armadi, frustrando le aspettative di tanti cittadini che pure avevano confidato nella Giustizia per invocarne la tutela».

Ribadendo da sempre che l’avvocatura isolana si è sempre contraddistinta con posizioni di responsabilità, cercando il confronto con le istituzioni, ma oggi la situazione è totalmente cambiata, anche per ciò che si è registrato negli ultimi giorni: «Ed è proprio per questo, considerando, cioè, tutte le “criticità” degli Uffici, ma anche la drammatica condizione della epidemia sul territorio dell’Isola d’Ischia, in controtendenza con la media nazionale, che ha dato inizio ad una interlocuzione faticosa e lunga con il Coordinatore e con i Giudici, per addivenire alla elaborazione di un testo di Protocollo che doveva costituire un importante contributo per la assunzione delle necessarie determinazioni che avrebbe dovuto assumere il Presidente del Tribunale».
Lanciando una stilettata in piena regola: «Ebbene, proprio il trattamento riservato alla condizione degli Uffici Giudiziari ischitani, con la totale pretermissione della specificità della loro condizione e delle denunciate circostanze ostative alla immediata ripresa della attività giudiziaria, a fronte della attenzione invece riservata a quella delle varie Sezioni del Tribunale, è il fatto più scoraggiante ed umiliante, denotando un comportamento ingiustamente discriminatorio».

ATTACCO ALL’ORDINE
E l’attacco giunge anche al massimo rappresentante dell’avvocatura napoletana: «Fatto altrettanto grave è che il Consiglio dell’Ordine abbia avallato scelte che, almeno per gli Uffici Giudiziari e per la Classe Forense della isola d’Ischia sapeva non condivisi, essendo stato posto nella condizione di conoscere e condividere preventivamente sia il contenuto della nota del 23 aprile 2020 che della Proposta di Protocollo elaborata congiuntamente tra i rappresentanti locali della Magistratura e della Avvocatura».
Rimarcando l’atavica problematica al Giudice di Pace, dove manca da un “secolo” un cancelliere per il disbrigo delle attività correnti che ne blocca la funzionalità. Svolgendo l’avvocatura ischitana una osservazione più che giusta, allorquando si evidenzia che «Anche per questo motivo, sarebbe stato utile valorizzare le indicazioni fornite con la Proposta di Protocollo dalla Assoforense locale, sulla necessità di utilizzare le poche settimane comprese tra il 12 maggio ed il 30 giugno 2020 per assolvere alle tante incombenze di cancelleria arretrate e consentire la adozione dei dispositivi di sicurezza all’interno dell’edificio che ne è completamente sfornito».

MINACCIA ASTENSIONE
Una complessa ricostruzione dei fatti, di valutazione, per poi andare verso la conclusione con un invito esplicito a coloro a cui è stata indirizzata questa missiva e ricordando, tra l’altro, che mancano i più elementari sistemi per garantire quantomeno una parvenza di igienicità e di sicurezza in considerazione dell’emergenza sanitaria tuttora in atto: «Invitiamo 1) il COA di Napoli, in persona del Presidente p.t., Avv. Antonio Tafuri, a disporre la immediata convocazione del Consiglio al fine di revocare, ad horas, il consenso prestato alla sottoscrizione dei due Protocolli odierni, relativamente ai due Uffici Giudiziari dell’isola d’Ischia, alla stregua delle ragioni esposte e\o deliberare la sottoscrizione di altri Protocolli che riflettano le circostanze rappresentate nella nota del 23 aprile 2020 e, nella premessa di cui alla Proposta di Protocollo del 27 aprile 2020; 2) il sig. Presidente del Tribunale di Napoli a convocare un incontro, da tenersi anche in videoconferenza, che garantisca la partecipazione dei rappresentanti dell’Associazione Forense dell’isola di Ischia e del Coordinatore degli Uffici Giudiziari della isola d’Ischia, per discutere sulle criticità di tali Uffici e sulla incompatibilità delle misure contenute nei due Protocolli odierni.
In difetto, non avremo altra scelta se non quella di tutelare i diritti e le aspettative della Avvocatura Ischitana facendo ricorso agli strumenti previsti per legge, anche proclamando l’astensione dalle udienze a tutela del diritto alla salute costituzionalmente garantito, ai sensi dell’art. 2, comma 7, della L. 146/1990.

In conclusione, ribadiamo che presso gli Uffici Giudiziari Ischitani mancano, oltre che risorse umane sufficienti, tutti quegli accorgimenti indispensabili ad assicurare le condizioni di sicurezza imposte dalle Autorità sanitarie a livello nazionale ed internazionale tesi a limitare la propagazione del Covid-19 (installazione di termoscanner per il rilevamento della temperatura corporea all’ingresso dei locali, mediante personale specializzato, installazione di presidi di igienizzazione individuale, distributori gel, sanificazione dei locali quotidiana al termine di ogni attività, vigilanza ai varchi di accesso dell’edificio, ecc…,)». Non è escluso che se queste richieste non dovessero essere prese in considerazione, l’intera avvocatura ischitana è pronta a scendere in astensione dal 12 maggio, data preventivata per la ripartenza delle attività giudiziarie.

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