lunedì, Gennaio 6, 2025

L’attacco dei parrocchiani: “stanchi di subire i capricci del parroco Don Emanuel Monte”

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POLEMICA. Lo scontro col prete è sempre più acceso

Gaetano Di Meglio | Questa volta l’attacco al prete fashion è diretto e senza mezze parole. Questa volta don Emanuel Monte, sembra, l’abbia combinata grossa.
Dopo il volantino dei giorni scorsi dove i toni era più miti, questa volta la lettera che ci ha inviato Andrea Iacono, presidente del Comitato per i festeggiamenti della Madonna Addolorata, è senza appello.
“stanchi di subire i capricci del parroco Don Emanuel Monte” o, ancora, “Il parroco non la vuole finire con le sue prepotenze” o, ancora, “il reverendo ci ha sempre sbattuto la porta in faccia” sono i passaggi che mettono in evidenza la cifra dello scontro in quel di Forio.
Uno scontro che non dovrebbe esistere e che, invece, viene sostenuto con minacce e strali dal pulpito. Purtroppo, Pascarella continua a stare in silenzio e a non scendere in campo, ma la sua esperienza con parroci difficili è molto ampia.

Qui si tratta di diversità di vedute, di fede sincera, di pratica cattolica e non di Codice penale come era abituato il Vescovo di Pozzuoli.
L’ex parroco di Vitulazio, Pietro Lagnese, sapeva benissimo dei moti foriani e conoscenza bene anche le motivazioni che stavano portando la parrocchia di San Sebastiano verso una fine ingloriosa. Ma nulla ha fatto. E forse no, non lo sappiamo, ma la realtà parla da sola.
Quando dei fedeli arrivano al punto di scrivere: “Sono anni che sopportiamo le sue bacchettate, le sue illazioni, le sue offese, con grande irresponsabilità durante la messa” forse qualcuno si deve pure porre qualche domanda. Forse un po’ di autocritica va fatta. E, invece, da Forio arrivano minacce di querele e punizioni urbi et orbi.

La lettera
Siamo un gruppo di fedeli cresciuti all’ombra del campanile di San Sebastiano a Forio. Siamo pieni di difetti, di miserie, di limiti ma stanchi di subire i capricci del parroco Don Emanuel Monte. E, come noi, sono stanchi tanti altri fedeli, specialmente quelli più semplici, gli anziani e quelli che si limitano ad andare a messa alla domenica, che si stanno sempre più allontanando dalla chiesa. Altro che anonimi tradizionalisti o progressisti. Siamo semplicemente dei cattolici che, fino a ieri, non ci siamo mai preoccupati di queste categorie che, forse, erano più adatte a dividere le fazioni politiche.

Ecco perché mi trovo costretto a scrivere sul giornale. Il parroco non la vuole finire con le sue prepotenze.
L’ennesima minivacanza non deve avergli fatto bene. Respirare l’aria pulita dei Castelli Romani e godere del caldo ristoro del raduno focolarino, non gli è stato sufficiente per ritemprarsi.
Voleva evitare i noiosi impegni parrocchiali, ma gli impegni parrocchiali lo hanno inseguito.
Forse, don Emanuel faceva meglio a non toccare le Quarantore. Magari andare in vacanza lo stesso, trovare un sostituito (come fa ogni volta che ha bisogno di riposo), ma rispettare questa antica pia pratica tanto cara ai foriani.
È tornato don Emanuel, più arrabbiato che mai. Mostra i (pochi) muscoli e gonfia il petto. Ha letto il volantino e gli articoli su Il Dispari e prova a recitare la parte del bullo. Come nella serie tv.
Forio però non è Gomorra e lui non è un boss, ma solo un ministro di Dio che noi, nonostante tutto, vogliamo rispettare ed amare. Purtroppo, egli non ha ancora compreso che le sue minacce, le sue parole il suo augurare il male a chi dissente (è arrivato anche a questo), non impressionano più nessuno

Sin da quando ha messo piede in parrocchia, don Emanuel non ha mai perso occasione (dal pulpito e in ogni altra sede) per bastonare chi non la pensa alla maniera focolarina.
Evidentemente il parroco conosce un solo tipo di amore e di dialogo: quello con chi lo adula. Quello che lo segue e ne condivide i capricci, come quello di cancellare la Santa Messa di Mezzanotte perché “si fa tardi”… e organizzare, informando i fedeli coi soliti mezzi riservati ai pochi e con un post Facebook pubblicato a pochi minuti dall’evento, una adorazione eucaristica alla mezzanotte del Capodanno. Vai a capire perché il cenone di Natale è indigesto, mentre a Capodanno tutto può essere fatto. Non si poteva cambiare menù?
Ogni volta che abbiamo provato a farlo ragionare il reverendo ci ha sempre sbattuto la porta in faccia e ci sono volute le mobilitazioni popolari, con tanto di petizioni al vescovo, per salvaguardare antiche tradizioni come la festa dell’Addolorata.
Sono anni che sopportiamo le sue bacchettate, le sue illazioni, le sue offese, con grande irresponsabilità durante la messa.
Ma con i foriani le sue tecniche non funzionano. Se molti preferiscono cambiare chiesa, noi restiamo e resteremo per difendere quello che vi è stato insegnato.

Perciò, don Emanuel, invece di annunciare sfaceli, provi ad esercitare quella umiltà di cui tanto parla durante le sue memorabili omelie.
Andrea Iacono, presidente del Comitato per i festeggiamenti della Madonna Addolorata”
C’è poco da aggiungere. C’è poco da dire. C’è solo da prendere atto che questa è Forio. Una Forio che non trova pace tra politica e fede.

1 COMMENT

  1. Ma quale umiltà…..caro Andrea……oggi mi pare che il prete sia diventato un mestiere come un altro……..e noi,,poveri…stiamo a guardare che tutto crolli…..
    Lo stato in cui versano le chiese di Forio è sotto gli occhi di tutti e grida vendetta. Fatevi un giro in S. Sebastiano…cadute di calcinacci e perdite d’acqua dal soffitto ormai stanno segnando il destino dei pregevoli stucchi della cupola e delle lesene. Pezzi di intonaco e pietrame abbelliscono il pavimento nonostante la rete che ormai protegge le teste e le anime dei fedeli che, ormai di rado, entrano in quella chiesa.E, qui, caro direttore ..il fatto artistico…..poveri i nostri antenati che con il loro sudore e sacrificio hanno costruito e arricchito il paese di chiese, autentiche opere d’arte piene di altrettante beni artistici come in nessun altro paese dell’isola e da far invidia a città della terraferma!
    Il Vescovo non può più tirarsi indietro: deve intervenire e nominare il nuovo parroco a S.Vito spiegandoci perchè la sua “curia”ischitana osteggia la nomina di don Giuseppe Nicolella e poi sistemare le cose a S. Sebastiano.
    Sa, caro direttore, molte tradizioni, “funzioni” eliminate con tanta superficialità da don Monte, rappresentano la nostra cultura immateriale, la nostra storia…e molti di noi non vogliono rinunciarci…….come un picconatore…..pian piano…anno dopo anno si elimina un pezzetto di secolari tradizioni……..Il risultato???? Magari vorrei che le chiese fossero piene grazie a questo nuovo modo di fare “Chiesa”…..MAcchè….chiese VUOTE.
    Si parla di unificare le parrocchie……. per mancanza di preti……rifatevi allora alle vecchie parrocchie dei secoli scorsi: S VITO che comprendeva Cuotto e arrivava fino all’ingresso di Panza (tenuta Piromallo) e S.SEBASTIANO che comprendeva anche S.Francesco di Paola.
    Altre modifiche sarebbero un ulteriore sconcio storico e contrario alle tradizioni del popolo di Forio……
    Vescovo intervenga……..e suggerisca ai suoi pastori che le le “innovazioni” vanno spiegate lentamente al popolo ..magari lasciando il tempo di far cogliere ai fedeli l’ “eventuale” bontà di tali novità……MAI VANNO IMPOSTE…….sa Eccellenza…i suoi pastori sono liberi di fare, non ascoltare, inciuciare contro,…fregarsene…noi fedeli siamo liberi di non affollare le chiese e ..farle chiudere…….Ma questo non penso che sia il dettato evangelico e quello che Lei ed i suoi parroci avete a cuore……
    Volete pascere le vostre pecorelle o no???????

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