domenica, Dicembre 22, 2024

Lavori pubblici, isole in ginocchio!

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Arrabbiati. Incazzati. Stanchi. Sono questi alcuni aggettivi utili a descrivere diversi lettori e amici che, giorno dopo giorno, ci sollecitano un intervento contro i lavori pubblici interminabili che stanno caratterizzando i nostri territori.
DA Ischia a Barano, a Lacco Ameno e Casamicciola fino a Forio e fino ai Poseidon la lunga lista di cantieri non terminati è davvero lunga. In alcuni casi imbarazzante. Via Leonardo Mazzella, tra sotto e sopra (sulla stessa strada, infatti, sono all’opera 2 cantieri ben diversi con due ditte impegnate ad eseguire due lotti dello stesso lavoro) fino alla passeggiata che costeggia la spiaggia e porta ai Poseidon è una vera e propria tragedia. Avvallamenti, cemento che si spacca, condutture che si rompono, interventi che si susseguono con rapidità è il nostro giorno dopo giorno.
E la colpa? In parte potremmo dire è che colpa della Regione e colpa di chi ha pensato che i nostri enti pubblici fossero stati in grado di poter ottemperare a scadenze, a lavori e a quanto altro c’è da rispettare. Si salva, in attesa di stendere un nuovo manto di asfalto entro il 25 aprile il comune di Barano dove i lavori sono stati eseguiti senza troppi disagi e, essendo onesti, solo con piccoli (e ripetuti) movimenti di assestamento.
Ischia è certamente il comune dove era stato previsto l’intervento più massiccio. Circa sei milioni di euro per il completamento della rete fognaria su molte zone del territorio. Un impegno per avrebbe messo in ginocchio qualsiasi pubblica amministrazione. Quella di Ischia in particolar modo se pensiamo che contemporaneamente all’inizio dei lavori furono arrestati sia il sindaco di Ischia, da sempre “assessore” ai lavori pubblici, sia il capo dell’ufficio tecnico nella nota inchiesta della Cpl Concordia.
I lavori senza scavare troppo a Via Osservatorio, Via Baldassarre Cossa che “crolla” 5 o 6 volte costringendo alla Polizia Municipale di inventarsi divieti creativi. E ancora Via Michele Mazzella trasformata in un vero e proprio off road. All’altezza dell’ex liceo Scotti, infatti, c’è una zona pericolosa sia per i veicoli che per i pedoni. Discorso simile, anche se le colpe sono peggiori e le reazioni anche, va fatta per la parallela di Via Michele Mazzella. La famosa Via Leonardo Mazzella, ancora oggi, è la condanna per eccellenza del comune di Ischia. Perfetta per l’antologia del manuale “Lavori pubblici da inferno: ecco cosa fare”. La strada di Carmelo Buono il parrucchiere e i lavori che lo hanno stremato e costretto fino al gesto folle del lancio dell’urina contro il vicesindaco Carmine Barile in consiglio comunale, continua ad accusare Paolo, Enzo e Giosi Ferrandino, Silvano Arcamone e Franco Fermo e tutta la classe politica di maggioranza del comune di Ischia senza sosta. Nella pagina che segue pubblichiamo lo sfogo di Gianfranco Marelli. Uno sfogo incazzato.
E come quello di Gianfranco, siamo testimoni di tantissimi altri sfoghi. C’è quello di Crescenzo, quello di Mario e ai quali ci aggiungiamo i nostri. E di quanti altri si sentono incazzati.
Prima di passare a Forio è giusto sottolineare due aspetti. Ischia ha superato la data del 31 dicembre 2015 con l’assicurazione e poi la proroga definitiva che i fondi europei destinati ai lavori pubblici è valida fino al 31 marzo 2017. Un tempo ragionevole per completare con decenza i lotti e la percentuale dei lavori non ancora eseguiti. Una proroga che, calata sullo stato attuale dei lavori pubblici ci getta in un cono di depressione ancora peggiore di quello attuale.
Considerare che gli amministratori del comune di Ischia hanno bandito una gara pubblica per la direzione dei lavori (un importo di oltre 300 mila euro) e poi non hanno provveduto all’aggiudicazione della stessa lasciando i cantieri alla deriva e alla mercè delle ditte vincitrici degli appalti è una vera e propria coltellata al cuore di tutta la cittadinanza. Se a questo ci aggiungiamo che Franco Fermo, il responsabile dell’UTC è impegnato più a firmare i permessi a costruire ora per Paolo Ferrandino e studio, ora per Ottorino Mattera e studio, ora per Giosi Ferrandino e studio invece di stare sui cantieri, la rabbia e lo schifo diventano aspetti reali della nostra incazzatura!
Qualche giorno fa Giosi ha chiesto che le strade venissero asfaltate prima di Pasqua. E’ tornata in auge la storia che l’asfalto si stende col caldo. Sarà vero? Boh.
Ma se Ischia piange di lavori pubblici, Casamicciola e Lacco Ameno piangono al buio. Pensate sia normale che la zona dell’Eliporto e con essa tutta la litoranea debba essere buia? Pensate sia normale che i soccorsi del 118 devono procedere con le luci dei fari delle ambulanze?
E’ normale avere ancora il corso di Lacco Ameno sventrato senza neanche poter sperare ad una data di chiusura? E così per Forio. La strada del Cuotto che crolla e che si assesta, la pluviale Panza-Pietre Rosse che sembra la Salerno – Reggio Calabria: infinita. Stop dovuti a tutti i motivi ipotizzabili rendono l’opera che porta avanti la Romis Srl un’altra vera e propria piaga.
Ma se Panza piange, Citara si dispera. La strada che porta ad una delle spiagge più frequentate e ai Giardini Poseidon è lasciata al suo tragico destino. Sono terminati i danari per completare la piazza e la costruenda fontana è un miraggio. Più avanti, la passeggiata che porta ai giardini termali più belli del mondo è rotta e transennata. Qui, sembra che grazie ad una vera e propria botta di fortuna, semrba che i lavori verranno realizzati dal privato. Una garanzia, visto quello che combina il pubblico. Pensate che il comune ha dovuto chiedere una servitù ai Poseidon per far attraversare la proprietà privata ad un cavo che, altrimenti, avrebbe completamente reso non completabile la pluviale Panza-Pietre rosse.
E ancora tombini sporgenti, strade che crollano o si assestano, zona da asfaltare, buche che spuntano come funghi sono problemi comuni all’intera isola. Stesso squallido registro. Stessa disattenzione, stessa approssimazione, stessa brutta gestione degli appalti e dei servizi.
E, nonostante siamo convinti che realizzare questi lavori sia necessario per pensare ad uno sviluppo, dall’altro non possiamo far altro che solidarizzare con quanti sono esausti e stanchi di essere amministrati in questo modo. A Procida, per recuperare la voragine della Corricella hanno lavorato con due turni di lavoro. Da noi, forse, ci sono due operai sui cantieri…
Ma l’aspetto peggiore, quello che istiga di più, è l’assoluta mancanza di comunicazione. Ignorati da chi ci amministra gli elettori – cittadini, stando a quanto messo in pratica dagli amministratori, non dovrebbero sapere nulla, anzi dovrebbero solo stare zitti e aspettare i loro porci comodi, magari respirando polvere e subendo il rumore di attrezzi edili e quant’altro.
E’ questo l’aspetto peggiore se consideriamo che viviamo il 2016 e dove gli strumenti di comunicazioni sono la parte principale di ogni iniziativa. E’ assurdo che nessun comune o sindaco o consigliere comunale o assessore abbia voluto partecipare ai propri cittadini ed elettori il piano che si stava attuando, le tempistiche, le tecniche, i benefici e quanto ce ne fosse bisogno. E’ impensabile che, ancora oggi, da parte di chi è preposto non si sappia le percentuali di realizzazioni. Quanto manca in termine di tempo e di metri alla fine dei lavori.
E’ questo, secondo noi, l’aspetto peggiore di tutta la lamentela L’assoluto distacco che, in più di un caso, è simile ad una vera e propria porcata ai danni dei cittadini. E, lo diciamo in conclusione, il fatto che arrivi Pasqua e che si avvicina l’estate è solo un aspetto della problematica. Garantirci strade sicure, facili da percorrere, senza insidie e senza trabocchetti non fa bene solo al turista, fa bene soprattutto al residente. Fa bene soprattutto a noi stessi. Farebbe bene è meglio!
E’ retorico, ma necessario: quanto tempo ci vuole terminare i lavori? Quanto tempo ci vuole per consegnarci nuovamente strade, almeno, percorribili? Quanto tempo ancora dobbiamo soffrire la vostra strafottenza? Già, quanto tempo ancora?

1 COMMENT

  1. Direttore hai centrato il punto: a Ischia i lavori pubblici sono diventati “cosa loro” ormai da troppo tempo. Ti svegli la mattina, esci di casa e trovi le strade scassate, i marciapiedi divelti, le transenne ovunque (tipo Lacco Ameno, che sembra Beirut).
    L’autunno scorso passai per il Cuotto dove c’erano i lavori in corso: c’erano in tutto solo quattro operai! Due se la ridevano giocando tra di loro col cellulare, altri due vagavano con lo sguardo assente, e ovviamente nessuno li dirigeva. E non ci dimentichiamo l’episodio del novembre scorso, quando a Lacco il responsabile dello scarico dalla betoniera (ditta Patriciello di F.I.) minacciò il comandante dei vigili che gli avrebbe sparato in bocca, dopo che il sindaco Giacomino aveva delegittimato il Monti agli occhi degli esponenti della ditta edile. Una volta tanto che un vigile stava facendo il suo lavoro..
    L’affaire Ciummo-Rumolo è solo la punta dell’iceberg.. quando si scoperchierà il vaso ischitano di Pandora ne parleranno i giornali di tutto il mondo!

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