Non serve l’alta stagione per comprendere il magnetismo delle acque di Ischia. Anzi, è proprio nei mesi cosiddetti tranquilli, quando il flusso turistico si dirada insieme al caldo e l’isola si svela nel suo volto più autentico, che si coglie l’intensità del legame che unisce i visitatori a questo elemento vitale. Termali o marine, calde o frizzanti, le acque di Ischia esercitano un richiamo irresistibile. Lo sanno bene i tanti turisti, soprattutto stranieri, che arrivano sull’isola anche solo per un weekend e, nonostante il tempo limitato e le temperature poco indulgenti, non rinunciano a immergersi in questa esperienza unica.
C’è qualcosa di profondamente rigenerante nell’entrare in contatto diretto con questi luoghi d’acqua che raccontano millenni di storia, benessere e vita. Basta affacciarsi sulla baia di Sorgeto in una giornata di febbraio per capire di cosa parliamo: il vapore si solleva dalle vasche naturali scavate nella roccia, creando un’atmosfera quasi onirica. Turisti tedeschi, scandinavi, americani – coperti da asciugamani e accappatoi – scendono con passo deciso i gradini del costone per poi immergersi sorridenti nelle calde acque termominerali, spesso a pochi metri da un mare ancora freddo. Eppure, quella fusione di caldo e freddo, di natura aspra e accogliente, ha per loro qualcosa di irresistibile.
Lo stesso accade ai Maronti, dove anche in pieno inverno capita spesso di vedere gruppi di viaggiatori avventurosi, incuranti della temperatura, lanciarsi in un tuffo nelle acque cristalline, magari dopo una sauna naturale tra le rocce fumanti dell’Olmitello o una sosta dai sempre aperti La Gondola e Vittorio. Non lo fanno per sfida, né per esibizione: lo fanno per puro piacere, per sentirsi parte di un paesaggio che invita all’ascolto e alla riconnessione con un momento di ritrovato relax.
Viene spontaneo, allora, interrogarsi: perché sono spesso gli stranieri i più audaci? Perché sembrano loro i più inclini a lasciarsi andare a queste esperienze sensoriali estreme, mentre i turisti italiani – forse più prudenti, o più legati a un’idea tradizionale di vacanza – preferiscono attendere le giornate tiepide di primavera o rifugiarsi, con comprensibile piacere, nel tepore garantito delle piscine termali?
La risposta potrebbe essere culturale, certo, ma forse è anche legata a uno sguardo diverso sul viaggio. Per molti stranieri, soprattutto quelli provenienti da paesi del nord Europa, l’immersione nella natura, anche in condizioni non ideali, rappresenta un modo per sentirsi vivi, per entrare in contatto con l’essenza dei luoghi visitati. E Ischia, con il suo carattere forte, i suoi contrasti, le sue fonti termali che sgorgano ovunque come vene calde nella roccia, è un luogo che ben si presta a questo tipo di approccio.
Ogni angolo dell’isola racconta una storia legata all’acqua: dalle antiche terme romane di Cavascura alle fumarole dei Maronti, dove si cuociono cibi al vapore del sottosuolo, fino alle sorgenti marine che mescolano dolce e salato in un abbraccio unico. Le acque di Ischia, di mare e di terra, spesso in naturale sinergia tra loro come solo qui accade, non sono solo un’attrazione turistica: sono un’identità. Sono il cuore pulsante dell’isola, capaci di offrire sollievo al corpo e serenità alla mente.
E così, anche chi arriva solo per un soggiorno breve, spesso parte con il cuore colmo e il desiderio di tornare. Perché un tuffo a Ischia – che sia in una vasca bollente scavata nella pietra o tra le onde fresche dell’inverno – non è mai solo un gesto: è un rito. Un modo per dire “io c’ero”, per lasciare che l’isola entri sotto pelle, goccia dopo goccia.
Le acque di Ischia: un amore che va oltre la bella stagione | #4WD

Daily 4ward di Davide Conte del 13 aprile 2025