domenica, Settembre 8, 2024

Le elezioni in Francia scatenano la politica sull’isola. Al coro dei commenti anche gli intellettuali

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Le recenti elezioni francesi hanno scatenato il dibattito politico sull’isola di Arturo. I primi a rappresentare il loro punto di vista sono stati quelli della “Procida Che vorrei”: “La Francia svolta a Sinistra. Sconfitto Macron che arriva secondo e ultima la Le Pen, lontanissima dalla maggioranza assoluta. Dopo la straordinaria vittoria in Gran Bretagna, un’altra grande risposta antifascista. Resistenza sempre”.

Ieri il gruppo di minoranza attraverso il canale social non le ha mandate a dire: “Anche Procida attende la “liberazione”: Invece di cimentarsi in analisi politiche del voto in Francia, la Lista “CIVICA” “La Procida che Vorrei” dovrebbe concentrarsi sulla tutela del diritto alla mobilità dei procidani. Con corse saltate ogni giorno nel totale silenzio dei nostri amministratori, oggi abbiamo persino perso l’unico aliscafo, lo Shaula, spostato a Ponza. Lì si fanno rispettare, mentre qui ci mettono i piedi in testa. I nostri amministratori sono pagati per risolvere i problemi dei procidani; se non ci riescono, facciano un passo indietro per il bene dell’isola. In particolare, l’assessore Lucia Mameli e il consigliere Luigi Primario parlano di Resistenza e Liberazione riferendosi alle elezioni tenutesi in Francia.

Anche Procida attende la liberazione dagli incapaci e dai presuntuosi”. Oltre la politica anche alcuni intellettuali dell’isola si sono uniti al dibattito. Uno su tutti il medico e storico Giacomo Retaggio: “Premetto che non sono un politologo esperto come tanti che sono in giro, ma un uomo della strada, un cittadino normale che segue le notizie del mondo e cerca di farsi un’idea sua. In questi giorni si parla molto dell’ingovernabilità della Francia. Indovina perché! Perché ha vinto la Sinistra alle ultime elezioni. Se avesse vinto la Destra tutto sarebbe stato normale, tutto sarebbe andato al posto giusto, tutto sarebbe stato in ordine, Ecco, questa è la parola magica: ordine! È opinione comune che la destra è sinonimo di “ordine” e la sinistra di “Disordine”.

E’ un concetto antico. Ricordate quando in Italia tutto era in ordine? Quando i treni arrivavano in perfetto orario? Quando tutte le istituzioni funzionavano? Perché c’era la destra al potere …tranne poi a rendersi conto, dopo pochi anni, che era tutto un imbroglio di facciata. Ora la Francia sta attraversando un momento difficile e non lo si può negare, ma da quì a fasciarsi il capo ed a cantare il “De profundis” per la società francese ce ne vuole molto. Non bisogna dimenticare che la Francia è stata la patria di una “Rivoluzione” che ha modificato le regole sociali del mondo intero. Certo, all’epoca, ci fu un periodo tremendo con morti, eccidi, tradimenti e chi più ne ha più ne metta, ma poi tutto si risolse in maniera brillante dando via al nuovo corso della storia. D’altra parte nessuna rivoluzione è scevra da lutti, sangue e rovine.

Ora. dico io, la Francia è adusa da sempre a questi “changements” e saprà trovare la via della normalizzazione. Ma questo non farà piacere a tutti! Di sicuro non piacerà ai seguaci della Le Pen ed in Italia (consentitemi di dirlo!) ai Meloniani, eredi di un famoso partito dell’ordine. La verità è una sola: la sinistra in Francia ha vinto bloccando, a furore di popolo e di democrazia, la deriva sovranista. E non è poco! Il caos attuale esistente in Francia presto si esaurirà. Se poi si aggiunge la stravittoria laburista in Gran Bretagna i motivi di soddisfazione sono molteplici. Ad onta di tutto ciò che si può dire per terrorizzare la gente queste elezioni sono state una vittoria dei popoli e della democrazia. Vive la France!”

Numerosi sono i commenti sul profilo social del dottore. Per brevità rimettiamo quello di Giuseppe Izzo: La Francia è un popolo coeso, senza troppi provincialismi, e’ più nazione dell’Italia. Da noi prevalgono i campanilismi anche a causa di una situazione sociale che ha diviso il paese in due. Questo ha favorito le destre, inoltre da noi il senso della patria è meno sentito e c’è meno senso civico, altrimenti non si spiegherebbe l’affluenza alle urne che ogni volta sfiora i minimi storici. Chi non vota non lo fa per rassegnazione, lo fa semplicemente perché sottovaluta il grande privilegio che gli da il voto. Un privilegio a cui rinuncia per una passeggiata in più la domenica o il sabato che sia di votazione.

Trent’anni di berlusconialismo hanno contribuito a assopire l’attenzione degli italiani, l’assottigliamento dei programmi culturali a favore dei reality ha deviato l’attenzione dai problemi sociali, i nuovi miti dei giovani si distinguono per leggerezza e, permettetemi di dirlo, idiozia. Ferragni e compagni rappresentano ideali vacui e insignificanti ma che contano su migliaia di follower. Migliaia di individui che distribuiscono like e cuoricini per ogni minima stronzata. Involuzione sociale, questa sarebbe il termine che più si addice a definire questo periodo storico”.

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