Arriveranno singolarmente da un castello sorto su un’antica colata di lava – il castello normanno di Melfi – informazioni in grado di agevolare le ricostruzioni storiche delle eruzioni della storia geologica dI Ischia. E del turbolento passato della nostra isola. Proprio così, perché tra i ‘geoeventi’ della terza edizione della Settimana del Pianeta Terra, in programma dal 18 al 25 ottobre, c’è anche un affascinante viaggio nel Vulture alla scoperta dell’antico monumento lucano e dei laghi di Monticchio. “In Italia c’è un castello vero sulla lava e la Settimana del Pianeta Terra sarà anche lì. Il castello normanno di Melfi sorge su una antica colata di lava. Quando il Vulture era nel periodo di massima attività, infatti, le eruzioni esplosive si alternavano a effusioni laviche. Una di queste grandi colate si solidificò nei pressi di un’antica linea di costa. Raffreddando, la lava diminuiva il proprio volume e si fratturava. Quelle fessure oggi percorrono l’antica colata in verticale, attribuendole una fisionomia colonnare”, spiega Salvatore Lucente, geologo e presidente di GeoBas Italia, federazione per le Scienze della Terra alla quale appartengono numerosi gruppi di ricerca. Non solo. Da ammirare ci sono anche i laghi che hanno ‘registrato’ l’ultima glaciazione. “Circa 133mila anni fa, con una grande eruzione, il Vulture cessò la sua attività. La camera magmatica – prosegue Lucente – ormai svuotata, cedette sotto il peso dell’edificio vulcanico e sprofondò aprendo in superficie una grande depressione circolare (caldera). L’interno di questo invaso venne ‘argillificato’ e impermeabilizzato grazie a processi di alterazione atmosferica. Le acque si raccolsero velocemente e si formarono i due laghi di Monticchio”.
Specchi d’acqua che hanno ‘memoria’ del passato. “Nei laghi di Monticchio sono nascosti i misteri dell’ultima glaciazione : questo è il risultato di uno studio internazionale – continua Lucente – condotto da ricercatori provenienti da numerosi Paesi. Esaminando pagine di storia geologica dei laghi di Monticchio, i ricercatori stanno definendo la precisa dinamica dell’ultima glaciazione. Dai pollini contenuti nei sedimenti, sono state identificate le specie vegetali e le condizioni climatiche presenti nell’area”. “Le analisi geochimiche hanno portato alla scoperta di brevi e intensi periodi freddi di durata millenaria, al passaggio dall’ultima fase mite (interstadiale) alla più recente fase glaciale, circa 75.000 anni fa. I sedimenti nei laghi di Monticchio inoltre contengono ceneri vulcaniche trasportate dal vento e accumulate sul fondo”, spiega l’esperto. Queste “sono state confrontate con depositi marini e lacustri della stessa età in altri posti, con l’obiettivo di ricostruire e datare alcune eruzioni pliniane di vulcani come Ischia, Campi Flegrei, Etna, Stromboli e Salina”. Insomma i “laghi di Monticchio ospitano uno dei più importanti archivi paleo-ambientali di Europa. Sui fondali lacustri, infatti, per 130.000 anni senza sosta, si sono accumulati sedimenti dilavati dai pendii del cratere, ceneri di lontane eruzioni, pollini, alghe e pulviscoli: fondamentali ‘registratori’ delle condizioni ambientali del passato”.
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