giovedì, Febbraio 27, 2025

Le osservazioni al Piano di Ricostruzione delle associazioni

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L’invio alla Regione Campania prima della scadenza del 7 marzo 2025

Le associazioni locali dell’isola d’Ischia hanno trasmesso ufficialmente alla Regione Campania – Assessorato al Governo del Territorio, alla Struttura Commissariale per la Ricostruzione dell’Isola d’Ischia e ai Comuni di Casamicciola Terme, Lacco Ameno e Forio un documento dettagliato di osservazioni e proposte migliorative al Piano di Ricostruzione.
Il documento è frutto di una serie di incontri e confronti tra le principali realtà associative dell’isola, tra cui Federalberghi Ischia, Associazione Ingegneri Ischia, CO.R.I.VERDE.ISCHIA – Comitato Rigenerazione Isola Verde, Tecnici Sisma Ischia, Club Alpino Italiano Ischia, Associazione Albergatori Isolaverde e il PIDA, insieme a geologi, agronomi e altri professionisti del territorio.

Principali temi affrontati nelle osservazioni

Le osservazioni inviate mirano a migliorare il Piano di Ricostruzione attraverso proposte concrete che garantiscano una ricostruzione sicura, sostenibile e rispettosa dell’identità territoriale. Tra i punti principali: Mitigazione del rischio idrogeologico, con proposte per la gestione sostenibile degli alvei, delle aree ripariali e delle opere di contenimento; Possibilità di demolizione e ricostruzione in zona R4, distinguendo tra rischio idraulico e da frana, con criteri specifici per garantire sicurezza e sostenibilità; – Tutela e valorizzazione del paesaggio, attraverso il recupero del Parco del Monte Epomeo, la creazione di sentieri naturalistici e la gestione responsabile del patrimonio boschivo; Semplificazione degli interventi edilizi, con particolare attenzione alle Unità Minime di Intervento (UMI) e alle procedure burocratiche per la rigenerazione urbana; Integrazione di soluzioni ecosostenibili, come l’uso di materiali locali, la geotermia a bassa entalpia e impianti di teleriscaldamento; Proposte per la delocalizzazione, tra cui la monetizzazione delle volumetrie e l’eventuale risarcimento diretto per gli edifici da spostare; Creazione di un memoriale paesaggistico per la frana del 2022, con percorsi tematici dedicati alla memoria dell’evento; Valorizzazione dell’ex Osservatorio Geofisico della Sentinella, con la proposta di trasformarlo in un Museo Civico della Vulcanologia e centro di monitoraggio scientifico in collaborazione con l’INGV e l’Osservatorio Vesuviano.

UNA MAPPA PIÙ CHIARA PER UNA RICOSTRUZIONE TRASPARENTE
Uno degli aspetti più critici individuati riguarda la rappresentazione cartografica del Piano di Ricostruzione. Le associazioni chiedono un aggiornamento completo della cartografia di base, che attualmente si basa su dati datati e imprecisi. Propongono la creazione di una piattaforma digitale interattiva, accessibile sia ai tecnici che ai cittadini, che permetta di visualizzare in modo chiaro le unità minime di intervento (UMI), le aree a rischio e i vincoli urbanistici. Inoltre, evidenziano la necessità di correggere errori presenti nelle attuali mappe, che includono edifici inesistenti ed escludono strutture realmente presenti sul territorio. Un aggiornamento in tal senso renderebbe più trasparente l’iter di ricostruzione e permetterebbe una pianificazione più efficace degli interventi.

IL RISCHIO IDROGEOLOGICO: UNA MINACCIA DA AFFRONTARE CON INTERVENTI MIRATI
Un altro nodo cruciale riguarda la gestione del rischio idrogeologico, specialmente nelle aree classificate a rischio elevato (R4). Le associazioni segnalano che il Piano non prevede un divieto assoluto di demolizione e ricostruzione in queste zone, ma sottolineano l’importanza di un’attenta valutazione degli interventi. Propongono che eventuali ricostruzioni siano subordinate all’attuazione di opere di mitigazione del rischio e che l’agibilità dei nuovi edifici sia concessa solo dopo il completamento delle opere di sicurezza. Si chiede inoltre una distinzione chiara tra le zone a rischio frana e quelle a rischio idraulico, con specifiche tecniche di intervento per ciascuna tipologia. Per le aree soggette a rischio idraulico, ad esempio, si propone l’innalzamento dei piani terra degli edifici e l’adozione di sistemi di drenaggio avanzati.

TRA DEMOLIZIONI E RIGENERAZIONE URBANA: DUE STRADE DA NON CONFONDERE
Un tema centrale delle osservazioni riguarda la distinzione tra ricostruzione e rigenerazione urbana. Le associazioni sottolineano che il Piano deve distinguere chiaramente tra gli interventi volti a ripristinare gli edifici danneggiati dal sisma e quelli finalizzati alla riqualificazione del tessuto urbano. La mancanza di questa separazione rischia di generare confusione nell’assegnazione delle risorse e nella pianificazione delle priorità. Propongono di adottare linee guida specifiche che definiscano le caratteristiche tecniche e amministrative di ciascuna tipologia di intervento, garantendo un approccio coerente e funzionale. Inoltre, suggeriscono di creare un sistema di monitoraggio che permetta di valutare l’efficacia delle operazioni di ricostruzione e rigenerazione.

I “MURI A SECCO” E LE TECNICHE TRADIZIONALI: TRA VALORIZZAZIONE E SICUREZZA
Le associazioni accolgono con favore l’attenzione dedicata alle tecniche edilizie tradizionali dell’isola, come i muri a secco (“parracine”), che rappresentano un elemento distintivo del paesaggio rurale. Tuttavia, evidenziano come queste strutture, se non realizzate correttamente, possano risultare instabili e non conformi alle normative vigenti in materia di sicurezza. Propongono di integrare il Piano con linee guida che regolino l’uso delle parracine, differenziando le aree di applicazione: nelle zone agricole, si dovrebbero mantenere e incentivare queste strutture, mentre in prossimità di strade e aree pubbliche si dovrebbero adottare soluzioni miste, che garantiscano al tempo stesso sicurezza e rispetto del paesaggio.

ENERGIA GEOTERMICA E MATERIALI SOSTENIBILI: IL FUTURO DELLA RICOSTRUZIONE
Un punto particolarmente innovativo delle osservazioni riguarda la possibilità di integrare soluzioni ecosostenibili nel processo di ricostruzione. Le associazioni suggeriscono di incentivare l’uso di materiali a basso impatto ambientale e l’adozione di sistemi energetici innovativi, come impianti geotermici e pannelli solari. Propongono, inoltre, di trasformare alcune aree colpite dal sisma, come Piazza Maio e via D’Aloisio, in un modello di quartiere ecosostenibile, autosufficiente dal punto di vista energetico. L’isola, grazie alla presenza di risorse termali naturali, potrebbe diventare un esempio virtuoso di ricostruzione sostenibile, valorizzando al contempo le proprie caratteristiche ambientali.

IL MONTE EPOMEO E LA RETE DEI SENTIERI: UNA RISORSA DA TUTELARE
Le osservazioni includono anche una proposta per la valorizzazione del Monte Epomeo, la cima più alta dell’isola, e della rete di sentieri che attraversano il territorio. Si suggerisce l’istituzione di un Parco Regionale del Monte Epomeo, che favorisca la manutenzione delle aree montane e promuova il turismo ambientale. Inoltre, si propone di riqualificare la rete di percorsi pedonali e mulattiere, sfruttando anche gli alvei fluviali recentemente ripuliti per creare nuovi itinerari escursionistici. Questa strategia permetterebbe di coniugare la tutela ambientale con la valorizzazione turistica dell’isola.

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  • Articolo realizzato dalla Redazione Web de Il Dispari Quotidiano. La redazione si occupa dell'analisi e della pubblicazione fedele degli atti e dei documenti ufficiali, garantendo un'informazione precisa, imparziale e trasparente. Ogni contenuto viene riportato senza interpretazioni o valutazioni personali, nel rispetto dell’integrità delle fonti e della veridicità dei fatti.

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