Cosa vorrò scrivere mai con questo titolo. Sicuramente qualcosa che non ho scritto prima. Sono giorni che intorno a me succedono cose che mi fanno fermare a riflettere, anche se molte di queste succedono già da tanto. Assisto, ascolto, seguo, sento le varie opinioni su questo, su quello, sulla guerra, sulla tregua, su chi è stato a chiedere la tregua, a far vincere la tregua, sul fatto che tutte queste bombe, tutte queste guerre, stanno alterando i posti dove vengono lanciate e non solo.
Penso a tutte le iniziative che l’uomo ha preso per stare meglio, per vivere più comodo, per avere una qualità di vita migliore, quando invece ha portato di conseguenza che forse in certe cose siamo anche più comodi, soffriamo meno il freddo, soffiamo meno il caldo, i bambini non vanno a piedi a scuola vengono, vengono accompagnati, vengono presi, noi donne possiamo lavorare avendo anche degli aiuti in casa non solo di altre persone, ma anche di macchinari modernissimi, come lavatrici, asciugatrici come ad esempio scope elettriche particolari, con aggeggi che arrivano ovunque.
E io mi chiedo se è vero che ho una vita più comoda rispetto a quando ero bambina. Poi mi successe che all’Università scelsi di studiare anche scienze e soprattutto l’ambiente, e non mi limitai allo studio, perché mi sembrò un po’ troppo scontato, con le solite nozioni da imparare, ma mi abbonai a vari giornali scientifici sia italiani che stranieri dalla testata molto nota. E leggendo, ho notato spesso alla fine di un articolo, di dovermi quasi inchinare alla natura, alla natura in generale, che non si è mostrata sottomessa, è sembrata andar dietro ai progressi scientifici e non solo, ma al momento opportuno ha messo in atto le sue difese, che non corrispondevano alle nostre, anzi, vi si opponevano.
Quando ha cominciato ad avvertire troppo il caldo intrappolato negli strati bassi dell’atmosfera, quando ha sentito arrivare insieme ai vari fumi, sostanze micidiali per se stessa e per tutto quello di cui era composta, quando ha visto i terremoti lasciare detriti, lasciate morire,
Quando ha visto la desertificazione avanzare, più mancanza d’acqua, i cicli alterati, perfino i venti Monsoni, che avevano le loro scadenze, come quando dobbiamo pagare una bolletta del telefono, o dell’acqua, della luce, o il nostro mare diciamo nostro, perché di solito l’uomo ha una certa idea del possesso delle cose materiali, e nel caso del mare, della dell’aria, del clima, non ha mostrato questo possesso, che invece ha per tante altre cose che gli servono magari per un periodo, ma non per un lungo periodo per una vita o per la vita di chi verrà dopo ai quali non ha pensato e parlo dell’uomo in generale perché ci sono persone e persone, per fortuna. Ed ecco la natura che ha capito, e si è sentita come chi viene amata ma non desiderata, come chi le dice di amarla ma poi non cura l’amore non lo protegge, lo dà per scontato.
Sento di essere fiera della natura, e qualcuno potrà dirmi: “Sei fiera di una natura che ci sta facendo male, che sta provocando tante cose terribili, perché? “.
E io senza neanche pensarci, risponderei: “Sì sono fiera della natura che almeno ci sta mostrando una grande dignità, l’orgoglio di chi non vuole elemosinare, di chi cerca rispetto e di chi questo rispetto sta dà cercando di mantenerlo. Un sentimento affettivo come quelli che durano nel tempo, perché sentono di essere ricambiati e di stare bene nel condividere questo sentimento. La natura non ha avuto paura di mantenere intatti i suoi equilibri e di difenderli. Non ha avuto paura di rispettare i ruoli che si ripetono sempre uguali e che casomai a noi uomini, creano noia, curiosità di sapere altro, di vivere altro. Continuo a vedere le api operaie che fanno solo e sempre quello, l’Ape regina che fa solo quello senza stancarsi mai, ottenendo risultati incredibili, vedo i cosiddetti insetti sociali, costruire delle società solide che possono sembrare noiose perché come si dice non ci sono botte di vite improvvisa. Eppure, la natura continua a volersi bene e in questo volersi bene, a opporsi con tutta sé stessa a chi vuole farle del male. A chi con violenza e prevaricazione pensa di essere più forte di un piccolo ramo di albero, di una formichina che può schiacciare col dito, di una lucertola che sta al sole, e si fa grande.
Eppure, quell’uomo non ha capito che la forza vera non sta nei muscoli, sta nell’intelligenza e nel rispetto. Concludo dicendo che nel mio piccolo, amando la natura cerco di fare quello che posso per volerle bene, che mi sembra sempre poco e che però se immagino insieme a tanti altri poco, può veramente fare alla fine la differenza.