giovedì, Ottobre 3, 2024

Le sliding doors degli allenatori | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 2 ottobre 2024



Antonio Conte, Paulo Fonseca, Davide Nicola, Fabio Pecchia: ovvero, quando un allenatore passa in un attimo da vittima predestinata a novello eroe. O viceversa.L’allenatore del Napoli ha esordito quest’anno con gli azzurri a Verona rimediando ben tre palloni e senza segnarne neppure uno. Il salentino era già pronto a essere messo sulla graticola, unitamente al “pappone” e alla consueta politica sparagnina, senza contare i soliti paragoni con Spalletti. Da allora ad oggi, quattro vittorie e un pareggio hanno portato il Napoli in vetta alla classifica, seppur con tutti i rimpianti che quella prima sconfitta comporta, ma trasformando Conte nel nuovo eroe pallonaro locale, salvo per quelli come me che al di là della “gobbaggine” che proprio non riesce a scrollarsi di dosso, resto perplesso dal gioco conservativo del secondo tempo contro il Monza, che avrebbe potuto consentire ai brianzoli, con un colpo di fortuna, di riaprire insperatamente la partita e far soffrire oltre il dovuto i nostri beniamini.
Fonseca, come lui, ha avuto un inizio particolarmente balbettante con i rossoneri sia in campionato sia in Champions, legittimando ogni possibile dubbio del pubblico sulla sua adeguatezza a guidare una rosa comunque di tutto rispetto. Ma ecco la vittoria nel derby della Madonnina a risolvere ogni problema e a riportare in auge, seppur con una certa prudenza, il coach portoghese. Mentre scrivo non si è ancora disputata la gara contro il Leverkusen, ma se anche lì dovesse andar bene (non necessariamente vincendo), la sua panchina potrebbe considerarsi blindata per un bel po’.Nicola, alla guida del Cagliari, sembrava già pronto per l’esonero dopo due pareggi e tre sconfitte nelle prime cinque giornate. Eccolo, l’altro ieri, raggranellare una preziosa e sudata vittoria a Parma per 3 a 2 che lo rimette in corsa quanto a credibilità e, nel contempo, provoca di certo più di qualche grattacapo alla solidità di Fabio Pecchia, che proprio con il suo Parma, dopo la promozione nella massima serie, aveva inizialmente messo in mostra un gran bel gioco e notevoli individualità battendo, ad esempio, il Milan alla seconda giornata (e mettendo nei guai Fonseca), ma scemando progressivamente nelle gare successive al punto da restare inchiodato a soli sei punti con altre tre squadre al terzultimo posto.Non so se e quando riprenderà il valzer delle panchine a cui, abbastanza puntualmente, assistiamo ogni anno in serie A. C’è da chiedersi, però, se a meno dell’evidente incapacità del mister di turno di riuscire a farsi seguire dai calciatori con la giusta e riconosciuta autorevolezza e instillare positivamente i suoi criteri di gioco, non sarebbe il caso di porre un freno alle smanie di cambiamento (spesso inutile) di certe società calcistiche.

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