Sto mantenendo la promessa che feci quando mi resi conto di essere nata e cresciuta in un posto magico, dove non c’erano molte cose materiali, ma tanta voglia di stare insieme, di volersi bene, di sorridere per poco e di essere riconoscenti alla vita per ogni giorno che passava.In questo giovedì, mi piace ricordare Orlando Di Meglio, nato a Ischia il 6 gennaio 1915, che tutti chiamavano Aullann, e sua moglie.
Un uomo molto riservato, di poche parole, che iniziò a lavorare da ragazzino, come accadeva a tutti in quei tempi difficili. Visse la guerra e il periodo successivo, quando anche un tozzo di pane o un frutto erano quasi un lusso per molti. Ma lui puntò sul lavoro e sull’onestà. Quando conobbe i fratelli Saurino, divennero amici e si innamorò, ricambiato, della loro bella sorella Annunziata, nata il 16 gennaio 1918.Annunziata era una donna del suo tempo, una di quelle donne che, dico sempre, non avevano una vita propria, perché la dedicavano interamente a chi amavano. Facevano sacrifici, risparmiavano ogni lira, trascorrevano le giornate in casa o nei dintorni, spesso indossando quei camici di cotone stampato, abbottonati davanti, con due tasche laterali, che per loro erano quasi una divisa.
Ricordo bene quelle donne incontrarsi per pochi minuti fuori casa, ognuna con il suo camice, mentre magari il brodo cuoceva lentamente sul fuoco. Annunziata la chiamavano tutti “Nunziatina a Mandraiola”, perché la sua famiglia era originaria della zona della Mandra. Era una bella donna, dal viso dolce, con la pelle chiara e i capelli mossi e chiari. Ho un ricordo meraviglioso di lei, perché era amica di mia madre e delle mie zie, e aveva un carattere capace di portare pace.
Orlando e Annunziata si sposarono all’inizio degli anni Quaranta e il loro fu un matrimonio riuscito, allietato dalla nascita di sei figli: Giuseppe, Ciro, Rosa, Carmela, Lucia e Pasquale. Una famiglia unita, dove il rispetto era autentico e ognuno aveva il proprio ruolo.Aullann fu pescatore insieme ai suoi cognati Saurino, nei tempi in cui il nostro mare era pieno di pesci, ma anche quando pescare era faticoso: si usciva di notte con barche scoperte, alcune ancora a remi, e si tornava stanchissimi, ma sempre felici del pescato che, una volta venduto, si trasformava in denaro, gestito con parsimonia.
Quel mio villaggio di pescatori, che mi ha segnata in positivo, fu un dono per tutti noi.Divenni amica di Lucia, la loro figlia, bella e dal viso delicato. Ci volemmo e ci vogliamo ancora tanto bene. Conosco tutta la loro famiglia e sono stata spesso a casa di Nunziatina con mia madre. Io e Massimo giocavamo con Lucia, mentre Patrizia e Marina con Pasquale, il più piccolo dei sei figli. Ricordo quei pomeriggi dolci, senza bisogno di fare chissà cosa, con Aullann che, dopo il riposo pomeridiano, iniziava a prepararsi per uscire a pescare, aiutato dalla moglie e dai figli: chi preparava la merenda, chi i vestiti, chi gli stivaloni alti. C’era amore, c’era affetto.
Tutti i figli impararono presto un mestiere e diventarono indipendenti. Quella casa, al numero 248 di Corso Vittoria Colonna, era sempre piena di vita, e Nunziatina era benvoluta da tutti, specialmente dalle sue cognate.Orlando morì il 6 marzo 1989 e Annunziata il 24 novembre 1983, dopo una vita di lavoro, ma anche serena.
Ringrazio Anna Ventre Di Meglio per aver collaborato con me.