Le storie di Sandra Malatesta: Ciro Sgambati | La storia di Ciro Sgambati è così particolare perché parte da un giovane uomo che da Napoli si sposta a Ischia per lavorare e ci resta per tutta la sua vita, formando una bella famiglia con tre figli maschi tutti e tre miei alunni, educati simpatici e buoni. Ciro era nato il 7 marzo del 1941 da mamma Ernestina casalinga e da papà Pasquale panettiere, dopo quattro figli maschi Giuseppe, Tommaso, Antonio e Salvatore. Crescendo volle lavorare nel settore delle calzature avendo suo fratello Tommaso che faceva il rappresentante in questo campo.
Nel 1964 conobbe una bella ragazza Antonietta Fusco di cui si innamorò ricambiato e che sposò il 27 agosto del 1969. Ciro era venuto a Ischia prima di sposarsi, a lavorare nel negozio di Cavaliere di fronte al cinema Lucia, nel 1967, e dopo un anno gli fu proposto di rilevare l’attività e sembrava che la trattativa andasse a buon fine, ma non fu così e il negozio lo rilevò un altro. Ciro pensò di tornarsene a Napoli, ma Pino Lambitelli gli disse che la signora Giusto aveva un negozio a Via Roma da fittare. Così nacque il primo Judith calzature, un nome che gli suggerì un cliente tedesco. Quelli furono gli anni d’oro per Ischia.
Il turismo cresceva, arrivò clientela internazionale, persone del jet set modaiolo, attori, attrici, imprenditori in vari settori e il negozio di Ciro divenne quasi una meta fissa per chi voleva acquistare scarpe alla moda di notevoli rifiniture e materiale di ottima qualità. In quel periodo anche il fratello di Ciro, Tommaso, venne a Ischia e insieme i due fratelli aprirono il secondo negozio Judith, al corso Vittoria Colonna. Quello fu un negozio molto curato nei particolari e anche elegante, maioliche di Mennella, parquet, divano ad angolo comodo dove i clienti sceglievano con calma potendo anche bere un buon spumante che c’era sempre nel frigo bar, e scarpe di grandi nomi sia da uomo che da donna. Addirittura, negli anni settanta furono esposte in vetrina scarpe da uomo di pelle di coccodrillo, che costavano 1350 000 mila lire. Si organizzavano anche Defilé durante l’inverno per anticipare la moda estiva e tutta la famiglia vi partecipava, presentandosi alla fine della sfilata, a chi assisteva.
Mi è piaciuto ricordare Ciro perché l’ho conosciuto bene insieme a sua moglie Antonietta, e ogni volta mi colpiva per quel suo essere sorridente, unire spesso le mani quasi battendole, scherzare con tutti mentre sua moglie sorrideva serena. Quella sua moglie rimasta semplice e felice di poco, è stata una dolce compagna di vita per lui. Entrambi fieri dei figli, Bruno, Filippo e Rosario, erano sempre dietro di loro come si diceva una volta per aiutarli a crescere bene. Andare da Ciro al negozio, significava trovare allegria. Lui vedeva i problemi risolvibili, mentre metteva in primo piano, la famiglia e la salute.
Appena sposati andarono ad abitare a Via Delle Terme 13 dalla signora Di Scala e li si formò quella bella famiglia dove regnava la voglia di stare insieme, di seguirsi, di esserci sempre per loro. Io non ricordo di averlo visto mai arrabbiato, eppure in quegli anni abitavo a Ischia e spesso aspettavo mio marito che usciva dalla Banca dove lavorava, e prima di tornare a casa facevamo un giro con i bambini per il corso Vittoria Colonna. Una tappa obbligata era tra Giulio Lauro e Ciro Sgambati che alla fine degli anni Settanta avevano I loro negozi di fronte e fecero amicizia di quelle belle che durano nel tempo. Quei tempi li ricordo con affetto, eravamo tutti più sereni e più sicuri dei nostri lavori. Ciro era realista e pensava che, se non si fosse curato di più il turismo, molti settori sarebbero andati in crisi. E purtroppo così fu e nemmeno lentamente per quanto riguarda alcune attività come quello delle calzature di classe. Caro Ciro scrivendo mi emoziono, pensando che poi quando già i tuoi figli erano sistemati e avevi nipoti, il 25 Aprile del 2015, andasti via per sempre e di te ancora si dice parlando “Chi Ciro e Judith?” Mentre tua moglie e I tuoi figli continuano a essere come voi due avreste voluto, dei bravi ragazzi, lavoratori, educati e riservati.
Ringrazio Rosario Sgambati per aver collaborato con me