Sandra Malatesta | E per questo ricordo, mi rivedo ragazza nel negozio di zio Gigino (Biagio Di Meglio, colorificio a Via Roma), seduta a guardare il passeggio, sentendo dietro di me mio zio Luigi Di Meglio, mio zio Gigino, Filippo Ferrandino, Raffaele Trofa, Aniello Sogliuzzo, Antonio Borgogna parlare di calcio, della ROBUR, dell’ISOLAVERDE, dell’ISCHIA CALCIO, del CAMPO SPORTIVO DELL’ARSO, mentre io, felice, dondolavo le gambe sullo sgabello.Filippo era un uomo bello, elegante, signorile, sempre vestito bene e, soprattutto, generoso. Faceva parte della grande famiglia Ferrandino, che poi, per suo fratello Vincenzo, uomo passionale e combattivo, fu soprannominata “Cape e fierr”.
I fratelli erano: Carmelina, madre di nove figli; Pierino, navigante, padre di quattro figli; Gaetano, capitano di yacht e padre di sette figli; Vincenzo, navigante e cittadino, padre di cinque figli; Armando, navigante, padre di cinque figli.Una grande famiglia dal cuore buono, e Filippo, nato a Ischia l’11 febbraio 1912, fu l’unico ad avere, dalla sua bella moglie, un solo figlio: Pietro, nato nel 1945, analista, che purtroppo ci ha lasciati nel maggio del 2023.Filippo, fin da piccolo, amò giocare a calcio ed era molto bravo, ma poi, per un lungo periodo, emigrò negli Stati Uniti, dove continuò a imparare il mestiere iniziato a Ischia: tagliare e cucire pantaloni da uomo su misura.Nel frattempo, a Ischia, il calcio veniva sempre più seguito.
C’erano buoni giocatori-lavoratori, sì, perché a quel tempo i giocatori non venivano pagati e avevano un loro mestiere.Filippo, in America, conobbe una dolce ragazza, Libera Buono, nata a New York il 27 gennaio 1922, che divenne sua moglie. Una donna che, se usciva, lo faceva sottobraccio a suo marito. Una casalinga sempre curata, vestita bene, con un viso molto bello e una pelle delicata. La si vedeva poco e, qualche volta, fuori dalla sua casa vicinissima alla chiesa di San Pietro.Quando Filippo, dall’America, seppe che il primo campionato dell’Ischia 1947/48 fu un fallimento anche per colpa di un campo non regolamentare, l’anno dopo tornò sulla nostra isola e andò a vivere con la sua famiglia a Via Battistessa, dove ha poi sempre vissuto, vedendo crescere anche i nipoti Filippo e Floriana, figli di Pietro e di Maria Di Costanzo, che lo hanno amato tanto e sono stati trattati con grande affetto e tenerezza.Nel frattempo, divenne allenatore dell’Ischia e, su un terreno avuto in concessione, fece costruire, con l’aiuto dei giocatori, il primo campo sportivo, chiamato dell’Arso: furono loro stessi a far brillare gli enormi massi vulcanici e a spianare il terreno per giocare.
In seguito, Filippo riuscì anche a delinearne i confini e a far costruire le gradinate, e quel campo fu intitolato a Vincenzo Rispoli, giocatore dell’Ischia morto in guerra nel 1943 a Vietri sul Mare.Io ho sempre pensato che alcune persone nascano già vincenti, ma non nel senso di gloria o potere, bensì nel senso di diventare un punto di riferimento per tanti ed essere sempre presenti per chi vogliono bene. Questo fa di loro, e in questo caso di Filippo, persone stimate e amate.
Filippo disegnava, tagliava e cuciva pantaloni con ottime stoffe e modelli perfetti. Non so dire con esattezza quanti ragazzi dei nostri vicoli e anche quante ragazze andassero a cucire da lui, come si diceva allora, e per questo non ne nomino nessuno: potrei dimenticarne alcuni o alcune.Io vedevo arrivare Filippo da lontano, con quel suo modo elegante di camminare diritto diritto, quei suoi bei maglioni di lana sottile dai colori delicati e quella sua classe innata.Filippo fu proclamato dalle migliori riviste, comprese quelle francesi Le Monde e Le Figaro, il “miglior pantalonaio da uomo su misura al mondo.
“Eppure lui restava sempre lui, il nostro Filippo Ferrandino, nel suo bel negozio, con la sua passione per il calcio e per la famiglia, lì, in quella casa centrale, da dove poteva raggiungere a piedi i posti che amava.Filippo morì il 1° gennaio 2004 e sua moglie il 14 maggio 2009. Oggi sarebbero bisnonni di Giovanna, Maria e Bruno Pietro.E, quasi come una dolce coincidenza, oggi che parlo di Filippo, la sua pronipote Giovanna, figlia della sua amata Floriana, compie nove anni.Auguri cari, Giovanna! Buon compleanno.Sandra MalatestaRingrazio Floriana Ferrandino per foto e ricordi e Adriano Esposito, nostra memoria storica.
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