domenica, Ottobre 27, 2024

Le terme | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 26 ottobre 2024


Ho deciso che molto presto, insieme a Catrin e ad alcuni amici, dopo aver già visto qualche anno fa le Terme di Budapest, andremo a visitare anche quelle di Bucarest. Sì, perché in Romania, proprio come in Ungheria, esiste la possibilità di praticare il turismo termale in quella che per noialtri rappresenta la classica bassa stagione e che da quelle parti, invece, dura un po’ tutto l’anno. La speranza è quella di non trovare una struttura che, come a Budapest, per quanto funzionale e funzionante, non risulti neppure minimamente all’altezza del nostro peggior parco termale. Quel che è certo è che, a differenza della capitale ungherese, in quella rumena le piscine esterne di questi tempi sono chiuse, lasciando invece fruibili solo quelle interne. E a giudicare dal sito internet, le Terme di Bucarest offrono una serie di attrazioni, attività ed eventi assolutamente ricca e innovativa, oltre a ben tre ristoranti e uno snack & sweet corner.
Non vorrei apparire noioso, ma rispetto a questo genere di paragone, l’asino casca inevitabilmente nel confronto con Ischia. Non è certo colpa delle proprietà dei vari Poseidon, Negombo o Castiglione (o almeno non solo loro) se strutture così belle e ricche nella loro assoluta unicità seguano pedissequamente la stagionalità sempre più breve del nostro turismo, sebbene -va detto- lo facessero anche quando l’Isola accoglieva tedeschi a frotte assetati di terme per quasi l’intero arco dell’anno. Bisogna tornare ancora una volta a bomba sull’impossibilità di garantire alla nostra realtà locale l’importanza di andare incontro allo sviluppo, attraverso l’ammodernamento, l’adeguamento e, dove necessario, l’ampliamento di strutture a cui i soliti, famigerati vincoli ormai fuori dal tempo la allontanano dal futuro e dalla competitività con le località concorrenti o presunte tali.
Va ricordato che l’isola d’Ischia, per chi non lo sapesse, è l’unico posto al mondo in cui l’acqua termale spunta fuori anche a mare o giù di lì, come nel caso di Sorgeto, del Bagnitiello, di Cartaromana, delle Fumarole e dell’Olmitello (e spero di non dimenticarne altre a causa della stanchezza serale). Quanto basterebbe per valorizzare adeguatamente questa enorme proposta di unicità e lavorare in modo sinergico a un sistema turistico locale che contribuisca in modo fattivo ad un progressivo aumento degli arrivi e non solo in termini di destagionalizzazione? E perché le amministrazioni locali, anziché -lo ripeto ancora una volta- cazzeggiare con improbabili cartelloni di eventi e presunti guru venuti dall’estero, non provano a confrontarsi con gli operatori di settore per incentivarli ad intraprendere un serio e sinergico programma di sviluppo della nostra offerta turistica? Chissà…

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