sabato, Febbraio 22, 2025

Legnini al Senato: “Non basta la dichiarazione dello stato di Ricostruzione”

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Il commissario straordinario per il sisma e la frana di Ischia ha preso parte alle Audizioni sul ddl 1294 (Legge quadro in materia di ricostruzione post-calamità) presso la Commissione Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica del Senato della Repubblica.
La lunga esperienza commissariale dell’on. le Legnini, prima al Centro Italia e poi ad Ischia, pone il Commissario, al pari degli altri invitati, ad esprimere un giudizio sul Disegno di Legge in trattazione con consapevolezza e conoscenza. L’intervento del Commissario, a differenza degli altri autorevoli interventi, ha posto l’attenzione sul supporto prettamente umano e professione che serve per rendere efficace, sul serio, i processi di ricostruzione.

L’importanza del disegno di Legge per la Ricostruzione
Ho già svolto alcune considerazioni nel corso delle audizioni presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati. Alcune osservazioni, formulate anche da altri auditi, hanno trovato accoglimento, altre no. È un dato importante per le funzioni che ho svolto in questi anni e per i convincimenti risalenti che attribuisco a questo provvedimento legislativo, richiamato da altre iniziative del passato, anche nella scorsa legislatura. Il disegno di legge in esame propone un quadro normativo di grande rilievo per garantire un passaggio efficace tra la gestione emergenziale e la ricostruzione. In particolare, il concetto di “dichiarazione dello Stato di ricostruzione” rappresenta una scelta innovativa, che tuttavia necessita di chiarimenti per evitare possibili rallentamenti.

La Connessione tra Emergenza e Ricostruzione: Un Passaggio Cruciale
Il disegno di legge prefigura un rapporto logico e cronologico tra la gestione emergenziale e la ricostruzione. Tuttavia, se per dichiarare lo stato di ricostruzione occorre chiudere prima lo stato di emergenza, si rischia di introdurre un fattore di rallentamento. Questa criticità richiede interventi di precisazione per assicurare una transizione fluida tra le due fasi. Un approccio più flessibile, che consenta una sovrapposizione temporale tra gestione emergenziale e ricostruzione, potrebbe favorire una maggiore efficienza e rapidità nei processi, come dimostrato da alcune esperienze passate.

Rafforzamento delle Strutture e degli Organi della Ricostruzione
Gli uffici speciali della ricostruzione hanno dimostrato di essere un elemento fondamentale nei processi ricostruttivi. Tuttavia, l’attuale articolato non riconosce esplicitamente l’importanza di rafforzare gli organici dei comuni coinvolti, che spesso sono piccoli e in difficoltà. Senza un adeguato supporto, i comuni rischiano di non poter gestire efficacemente i processi ricostruttivi. Inoltre, è essenziale potenziare la capacità attuativa dei soggetti individuati dal disegno di legge, come ministeri, regioni, università e diocesi. Questi enti devono disporre di risorse tecniche e professionali aggiuntive per evitare ritardi e difficoltà nell’attuazione degli interventi.

La Valorizzazione delle Competenze Tecniche e Professionali
Il patrimonio di competenze tecniche e professionali sviluppato negli ultimi 15 anni costituisce una risorsa preziosa per l’Italia. Questo capitale umano, composto da circa 2.000-3.000 professionisti esperti, deve essere valorizzato e utilizzato in modo strategico nei futuri processi di ricostruzione. Occorre anche disciplinare meglio il ruolo dei liberi professionisti, garantendo una distribuzione equa degli incarichi e prevenendo la concentrazione delle opportunità in pochi soggetti. Una gestione equilibrata delle risorse professionali è cruciale per migliorare la qualità degli interventi e accelerare i tempi di realizzazione.

La Governance della Ricostruzione: Equilibrio tra Centrale e Locale
Un aspetto fondamentale riguarda il modello di governance adottato. L’attuale proposta legislativa attribuisce una forte presenza centrale al governo, affiancata da una grande responsabilità dei comuni. Questo modello può funzionare solo se accompagnato da un adeguato supporto tecnico e finanziario ai livelli locali. Gli esempi del passato dimostrano che una collaborazione stretta tra centro e periferia, supportata da strutture operative efficienti come gli uffici speciali, può portare a risultati concreti. Tuttavia, è necessario evitare il rischio di sovraccaricare i comuni senza fornire loro le risorse necessarie.

Le Sfide delle Delocalizzazioni e degli Indennizzi
La gestione delle delocalizzazioni è sempre più importante nei processi di ricostruzione, specialmente in seguito ad eventi come le alluvioni costiere. È fondamentale disciplinare meglio questi aspetti per garantire soluzioni sostenibili che rispettino le caratteristiche del territorio. Anche i criteri di indennizzo richiedono un approfondimento. È necessario stabilire parametri chiari che tengano conto delle coperture assicurative, dei costi parametrici e dei regimi fiscali, in modo da garantire equità e trasparenza.

Il Ruolo della Formazione e della Preparazione per il Futuro
Ogni processo di ricostruzione deve fare i conti con la capacità di reperire e formare professionalità adeguate. In Italia, grazie all’esperienza accumulata negli ultimi anni, disponiamo di un patrimonio unico di competenze. Tuttavia, è necessario investire nella formazione continua di questi professionisti, affinché possano affrontare con efficacia le sfide future. Inoltre, occorre promuovere lo sviluppo di nuovi strumenti tecnologici e metodologici, come l’uso di sistemi digitali per la mappatura del danno e la pianificazione degli interventi. Questi strumenti possono rappresentare un importante elemento di innovazione nei processi di ricostruzione.

Verso una Ricostruzione Efficace e Sostenibile
In conclusione, il disegno di legge presenta un impianto normativo di grande rilievo e contiene disposizioni importanti per affrontare le sfide della ricostruzione. Tuttavia, mi auguro che il Senato possa rafforzare ulteriormente queste previsioni, intervenendo su criticità come il rafforzamento delle strutture operative, la valorizzazione delle competenze tecniche e la disciplina delle delocalizzazioni. Solo attraverso un quadro normativo solido, un’efficace organizzazione delle risorse e una visione strategica sarà possibile garantire il successo dei futuri processi di ricostruzione e rispondere con tempestività alle esigenze dei territori colpiti.

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