sabato, Dicembre 28, 2024

Legnini, il “Cireneo” del terremoto

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Ida Trofa | Proprio come nel Vangelo, ieri, Giovanni Legnini ha centrato uno dei grandi temi del terremoto ischitano: il doppio procedimento condono-indennizzo che precede, forse la terza fase procedimentale del cantiere per l’agognata ricostruzione.
Una salita verso il “Golgota” del ripristino del patrimonio edilizio privato ammalorato dal sisma, suggerita dai primi rilievi del sindaco di Casamicciola Terme e raccolta come la prima sfida da affrontare e vincere dal neocommissario alla ricostruzione di Ischia, unitamente all’assistenza alla popolazione. Un segno di vicinanza dal politico che si presenta come uomo del fare, riconosce il solco tracciato dai predecessori, ma persuaso di dover percorre una strada nuova per andare oltre, per giungere alla svolta.

Come il Cireneo si è detto pronto ad addossarsi la Croce, non certo quella di Gesù, ma dei molti, tanti, troppi terremotati, fin qui rimasti schiacciati dal peso della burocrazia, della privazione e di una politica distratta e poco accorta. Si è parlato soprattutto di questo, di edilizia privata e sostegno, di snellimento e nuovi sforzi da compiere. In gran parte la ricostruzione pubblica è un fatto quasi archiviato.
Semplificazione delle procedure, estensione degli incentivi del Superbonus 110% per gli edifici inagibili fino al 2025 e un ufficio commissariale operativo sull’Isola di Ischia che riaprirà entro il mese di maggio. Queste le prime tre importanti novità che ha illustrato nella sua prima ad Ischia per dare avvio concreto al mandato che di fatto comincia da oggi, all’indomani del suo insediamento. L’era Legnini comincia da qui, dal 24 febbraio 2022.

Una giornata ricca di incontri, in cui l’uomo, più politico che tecnico, ha avuto modo di intraprendere, nel primo giorno del suo mandato commissariale, un lavoro di ascolto e riflessione sulle misure da mettere in campo per accelerare le attività di ricostruzione. Sarà questo il suo mantra: l’ascolto.
Ringraziamenti a profusione per Grimaldi e Schilardi, per il lavoro svolto fin qui pur ribadendo, in modo chiaro, di non voler percorrere una via già percorsa, ma una che piuttosto vada oltre al lavoro già svolto: “Sono consapevole delle difficoltà che abbiamo di fronte e delle energie che bisogna impiegare per superarle. Il mio impegno sarà ispirato dal doppio binomio: semplicità e legalità, principi che possono e devono stare insieme nel segno della trasparenza, ma anche qualità e sicurezza, perché nel processo di ricostruzione abbiamo l’obbligo giuridico e morale di garantire sicurezza e sostenibilità: si ricostruisce non solo per risarcire il passato ma soprattutto per guardare al futuro. Sono molto grato alla comunità ischitana per la bella accoglienza che mi è stata riservata”.

Nato e cresciuto a pane politica in un paesino di cui è stato giovane sindaco nell’entroterra nella Maiella, distrutto da una ciclopica frana nel 1765, volontario in Irpinia a San Marco di Calore per qualche settimana, Legnini ci tiene a sottolineare che un po’ sa cosa vuol dire la “tragedia“ perché si porta dietro il peso di un paese distrutto, però, secoli prima che lui lo abitasse e lo governasse e un pò ha masticato l’impegno di protezione civile.
In ogni caso mostra di essere sul pezzo, disponibile con tutti, risponde e parla braccio e nel mentre, risponde e chatta al cellulare. Il messaggio che ha inteso far passare è chiaro: sono pronto ad affrontare l’incarico, c’è da fare e fare veloce, da risolvere i problemi e mediare politicamente.
Non c’è solo l’impresa di recuperare il patrimonio edizione pubblico e privato (ieri si è parlato in gran parte del privato) c’è soprattutto quello di ricostruzione le macerie umane di Ischia.
L’ultimo capo del Sisma di Ischia prova subito di essere chiaro. Ovvero: non ha soluzioni pronte a portata di mano, ma userà il modello dell’ascolto sui temi e poi la decisione. “Ho cominciato da qualche giorno il mio lavoro. La riflessione è già in atto, il tempo delle decisioni arriverà ed arriverà a breve”.
Gli addetti ai lavori, specie i componenti delle varie strutture all’indomani del confronto parlano di un “cambio buono, con la guida affidata a un uomo che è padrone della macchina del terremoto ed ha a disposizione uffici e strutture già rodate”.

Ischia resta Ischia
Nessuna unificazione della governance di Ischia a quella del centro Italia. Lo ha ribadito Legnini rimbalzando alcune anticipazioni de Il Dispari “non è questa la soluzione indicata” e giù i ringraziamenti per Topo, Pentangelo, Sarro e poi Domenico De Siano. Indicano in ciò lui che è l’uomo del PD, soluzioni ed accordi a 365 gradi. Basta essere divisivi. “Se vorremo potremo utilizzare tutti i poteri e le norme più avanzate tra quelle vigenti nel Centro Italia, ma solo se abbiamo intenzione di farlo. Il principio normativo che rende utilizzabile la semplificazione sarà la nostra via maestra, principalmente impegnandoci, tutti, con la modifica al Milleproroghe abbiamo inteso superare un’anomalia discriminante per Ischia che riguardava il mancato riconoscimento della demolizione e ricostruzione fedele dei fabbricati per i quali era stato riconosciuto il nesso di casualità tra il danno e il terremoto”.
Legnini dice di voler puntare su norme più semplici e poteri più incisivi per il commissario con il consolidamento fino al 2025 delle risorse e in più beneficiare del super bonus. Inevitabile il rinnovo alla collaborazione ed alla disponibilità di esser propositivi per ottenere un piano di ricostruzione, affidato purtroppo ad un inconcludente regione Campania.

Ma serve anche quello per completare con pienezza il diritto soggettivo della ricostruzione.
Legnini parla di dover compiere un’opera di grande discernimento tra edifici che possono già essere ricostruiti ed altri che necessitano di una maggiore pianificazione l’imperativo è coniugare semplicità e legalità insieme sottolineando che la semplicità non vuol dire dire uguale deregolamentazione e Far West, ma rendere tutto Realmente più semplice e dunque trasparente nell’esercizio delle funzioni. Ove non c’è farraginosità, ma semplicità, non c’è modo di compiere azioni furbesche e truffaldine.
Il nuovo slogan dovrà essere secondo l’ultimo capo nominato al capezzale del terremoto di Ischia “ricostruzione volta al futuro ed in sicurezza”.

110% fino al 2025
L’ex vicepresidente del CSM parla di accordi già raggiunti con l’Agenzia delle Entrate per il superbonus, nella forma eco e sisma, affinché sia applicata agli edifici inagibili del cratere fino al 31 dicembre 2025. Però dovrà esserci il nesso di casualità con il sisma. Indispensabile per una ricostruzione che non gravi sulle tasche dei cittadini e possibilmente di aggiungere ai fini dell’accrescimento della qualità della ricostruzione. Il monito giunto dalla mega ricostruzione del centro Italia, la più grande dopo l’Irpinia, che ha subito grandi rallentamenti proprio a causa dell’accollo a carico dei cittadini di tutti i costi della ricostruzione. “Con il 110% siamo riusciti a superare quello stallo”
Fermo restante la difficoltà che vivono tutti i terremotati, specie quelli che hanno perso casa e lavoro con il terremoto a supportare l’onere derivante dal terremoto stesso, il tema caldo resta l’avvio delle pratiche per la ricostruzione, del peso economico e dei costi dei condoni, delle relative le spese tecniche e delle difficoltà legate al mutevole variare del mercato in campo edilizio, con l’aumento sproporzionato dei costi rispetto a norme per Ischia, ma non solo, che sono già datate, nonostante il tempo breve che ne ha visto l’accoglimento. A questo si aggiunge un certo controsenso in alcune disposizioni che impongono al cittadino di assumersi gli oneri di presentare garanzie, fidejussioni, anche bancarie negli anni in cui non hanno avuto più garanzie, né reddito. Sospesi, come il tempo a cinque anni fa.

Il 7 marzo con la soprintendenza per il nodo condoni
Dopo i prossimi impegni istituzionali nel centro Italia il commissario ha ribadito che intende tornare subito a Napoli e ad Ischia. Il 7 marzo sarà a Napoli per un incontro in Regione con la soprintendenza. Il condono e lo snellimento delle manovre di approvazione sono i primi nodi da sciogliere con l’ente di Palazzo Reale. Nel mirino c’è il doppio procedimento: prima il condono e dopo la pratica di ricostruzione riconoscendo che “non è il massimo delle soluzioni procedimentali”.

“L’impegno è quello di favorire la concentrazione e proseguire con entrambi le procedure in attesa che si definisca l’iter. Basta alla doppia via crucis: condono più indennizzo a cui si aggiunge eventualmente un terzo calvario, rappresentato dall’instaurazione del cantiere per ricostruire la propria casa.
Si è parlato grosso modo principalmente dei temi della ricostruzione privata in quella che ha rappresentato a tutti gli effetti una due giorni quasi sfiancante e rivelatrice per il Cireneo, per chi oltre al dramma vero e proprio delle ferite causate dall’evento in sé, dovrà mettere mano alla ricostruzione nel senso più ampio del termine ha dovuto intrattenere i soliti noti intervenuti al red carpet del terremoto. Sarà questa la sua Croce, forse più grande. Sul tema spinoso e spiacevole del piano per la ricostruzione nettamente in ritardo ed anacronistico sui tempi e sull’attualità del paese l’uomo dei terremoti declina ogni responsabilità non per che pavido, ma perché la costituzione lo impone. Alla regione Campania ogni onere ed onore, la responsabile in materia. Commissari e sindaci hanno solo il dovere di collaborare. “Collaboreremo con la regione per ottenere spero in tempi celeri un piano (si spera ndr) di qualità”.

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