Che Natale è stato?
Politici, opinion leader, albergatori: ombre e luci (artificiali) del cartellone di eventi di Ischia
Luci artificiali, ombre reali. Il commercio che langue, la gente che – però – si è vista eccome. Soprattutto a Capodanno, complici le congiunture geopolitiche che paiono dissuadere i turisti dallo scegliere Turchia, Tunisia e Sharm el Sheik, località gettonatissima negli anni addietro. E allora Ischia si spacca sul suo Natale.
Sorridono le strutture alberghiere che hanno aperto, ivi compresi i cinque stelle del comune capofila: prossima al 100% l’occupazione. Vuol dire che una certa destagionalizzazione, in fondo, è possibile.
Certo, l’impressione è che rispetto ai due anni precedenti il cartellone di eventi approntato dal Comune di Ischia non abbia fatto il fatidico passo in avanti, complice la giunta in fase di definizione nella lunga vigilia delle Feste. E allora, un po’ c’è da mordersi le mani guardando agli esempi della terraferma, dal modello Salerno al successo di Sorrento.
Ma qual è il polso di chi il paese lo vive, dipendendo peraltro dall’indotto turistico? Ha una posizione filo-amministrativa, non certo da ieri, Cesare Di Scala del Gran Caffè Vittoria. Che propone comunque un bilancio ragionato delle vacanza natalizie. «Gli isolani – spiega – si preparano ad affrontare il lungo inverno con il solito atteggiamento semi letargico,vivacizzato solo da qualche puntuale pettegolezzo,sport preferito in tempi di accidia. Si spera per qualche costruttiva riflessione, tra un mormorio e l’altro, su come affrontare le prossime sfide che ci attendono. Intanto,più modestamente, tenterò di affrontare una disamina di questa finestra natalizia, oramai da considerare come una vera boccata d’ossigeno per la nostra asfittica economia. Gli investimenti che da qualche anno le Municipalità dell’Isola fanno per preparare i rispettivi territori in occasione delle festività sono un valido strumento per incrementare le presenze dei turisti ed accoglierli in un clima festoso. Capofila il Comune di Ischia, che con le luminarie, la pista sul ghiaccio ed il bosco incantato,insieme a tante e oramai consolidate iniziative sparse sul territorio,ha adottato una scelta vincente ,creando una bella atmosfera natalizia e rendendo piacevole il soggiorno ai numerosi turisti,in egual modo allietando anche i tanti isolani che hanno gradito e partecipato entusiasti. Inutile e pleonastico soffermarsi sulle ricadute che tali iniziative producono per tutto il comparto turistico. E sui benefici che si hanno sul piano promozionale e d’immagine. Soprattutto in una fase di congiuntura negativa come quella attuale, – prosegue Cesare Di Scala – che tanti problemi sta creando al nostro tessuto sociale. Salerno e Sorrento insegnano che con giusta dose di capacità e lungimiranza si possono ottenere risultati lusinghieri. E per tali motivi che bisogna insistere puntando ad incrementare e migliorare,anno dopo anno, gli scenari approntati. Il mio,modestissimo,suggerimento va nella direzione di concentrare l’attenzione sulla scenografia dei boschi incantati. Le nostre pinete,strategicamente posizionate a ridosso del centro turistico più importante dell’Isola,si prestano per creare un evento che può addirittura diventare concorrenziale con le già affermate e citate Sorrento e Salerno. I percorsi boschivi di via Cortese,della pineta Nenzi Bozzi e della pineta Mirtina possono ,nel giro di qualche anno,essere allestite con meravigliose composizioni di luci e figure a tema dal sicuro richiamo e successo, e diventare evento regionale. I borghi di Campagnano con le attività presepiali, e quello di Ischia Ponte da valorizzare con sagre enogastronomiche, attraverso cui far apprezzare tipicità autoctone, farebbero – conclude Cesare – da esaltante corollario».
Ma non mancano posizioni fortemente critiche, naturalmente.
Mario Goffredo sottolinea, per esempio, che a suo avviso « la pista di ghiaccio surgelato è la conferma del nostro provincialismo estremo. La scomposta, affettata, pezzotta e consueta imitazione di ciò che non siamo, senza renderci conto di quanto sia valoroso ciò che realmente siamo, anzi potremmo essere. Ma, diciamolo, mai saremo!».
Articolata l’analisi di Lello Montuori: «Non credo possa fondatamente negarsi che nel periodo delle festività natalizie i Comuni dell’isola, chi più, chi meno, abbiano fatto – con i limiti degli uomini e delle risorse di cui dispongono – la loro parte. Forse non per intero. Ma per la riuscita di un’opera, a teatro, nell’arte e nella vita servono i primi attori e anche le comparse. Tutti indispensabili. Qualcuno ha parlato in questi giorni ancora una volta, l’ennesima, di far sistema. Una parola interessante che tuttavia non mi piace. Mi fa sempre pensare a altri “sistemi”… Ma mi converto a usarla. Allora sommessamente chiedo. Per far sistema: È lecito conoscere quanti assunti regolari -sia pure con contratti a tempo determinato- si sono registrati in alberghi e ristoranti che hanno registrato il tutto esaurito nei giorni compresi fra Natale e Capodanno? O quanti assunti regolari ci sono stati in imprese locali che hanno beneficiato di ordini e richieste di servizi in questo mese di intensa attività? È lecito conoscere il tempo medio di attesa per una consumazione a tavolino -in orario di punta- uno qualsiasi degli accorsati esercizi del centro cittadino? O in un locale a cena, la sera del veglione? È la qualità dei prodotti utilizzati? È il livello di soddisfazione dei clienti? È lecito – prosegue Montuori – chiedere quanto un territorio pieno di turisti a Natale, abbia prodotto in termini di ricchezza, occupazione, contributi versati agli enti previdenziali, quindi benessere collettivo, oltre che dei singoli privati imprenditori? È lecito chiedere se alberghi e ristoranti, e persino negozi, che hanno aperto in pieno inverno oppure non hanno chiuso mai, rischiando ed investendo, possano aspettarsi per il futuro incentivi in termini di riduzione delle imposte locali, ed invece quelli che hanno scelto di rimanere chiusi -per puro calcolo economico ossia di non coprire i costi coi ricavi – non debbano godere delle stesse agevolazioni? Ed anzi magari si proceda con rigore a verificare i titoli annuali che detengono, usandoli sei mesi? È lecito chiedersi che qualsiasi attività natalizia dalle più organizzata alle più improvvisate, sia in regola con contributi, assicurazioni, diritti alla SIAE, licenze, abilitazioni, nulla osta, uscite di sicurezza, antincendio, impianti a norma? Secondo me non solo è lecito ma doveroso. – spiega Montuori – Se non vogliamo vanificare gli effetti di un’affollata ed imprevista stagione invernale, e fare in modo che, come spesso accade, non solo a Ischia, ma in Italia, il profitto sia privato e le spese sempre pubbliche, cioè di tutti noi».
Da una posizione tradizionalmente critica nei confronti dell’amministrazione di Giosi Ferrandino, si è espresso Gino Di Meglio: «Non c’è dubbio, pur con molti limiti, lo sforzo delle amministrazioni isolane c’è stato nel periodo delle festività. Un sforzo organizzativo, con impiego di risorse pubbliche, che ha in qualche modo attratto turisti sull’isola. Per la strade dell’isola infatti ho notato un buon numero di turisti. Tuttavia, per curiosità, ho provato a fare una sorta di consuntivo chiedendo a qualche commerciante del corso di Ischia come erano andate le vendite. Tutti, indistintamente, si sono lamentati, accusando una flessione ed attribuendo il calo delle vendite alla scarsa capacità di spesa dei turisti che sono giunti sull’isola. Ed allora – prosegue Gino Di Meglio – appare inutile spendere denaro pubblico se non si riesce ad attrarre sull’isola un turismo che sia in grado di apportare benefici all’economia isolana. Forse, e scrivo forse, solo gli albergatori riescono, non dico a trarre utili, ma almeno a fare cassa, liquidità. Bisogna interrogarsi – continua l’avvocato – sul perché l’isola non attrae più un certo tipo di turismo che oltre a soggiornare negli alberghi, sia in grado anche di spendere. In primis credo che l’ambiente deteriorato ed un territorio non curato sia una delle cause. E’ sufficiente girare per l’isola, con l’occhio dell’osservatore, disincantato, per rendersi conto di quante brutture affliggono il nostro territorio. Strade, anche non periferiche del paese versano in condizioni di degrado mortificante! Il traffico poi credo sia un ulteriore motivo di disaffezione del turista.. Rivedere tutto è imperativo! prima o poi verranno a mancare anche quei turisti low cost che in questo periodo hanno riempiti gli alberghi. Ed allora?». Dibattito aperto. Ancora una volta.
scusate sapete dirmi quali alberghi a 5 stelle hanno aperto nel periodo di natale nel comune capoluogo come voi scrivete ? a me invece sembra che solo il manzi ha avuto il coraggio di aprire nelle festività.ma poi quanti alberghi a 5 stelle ci sono sull’isola? penso pochissimi.
Il Miramare e Castello e il Mareblu sicuro. Non so Il Moresco o l’Excelsior
Moresco ed Excelsior chiusi.
Cesare Di Scala si appella alle potenzialità che forniscono le pinete,ma ha visto in che condizioni sono?
Un intervento di potatura all’anno non è lontanamente sufficiente a tenerle in ordine.Piuttosto che pensare alle solite scenografiche opere a volte prive di consistenza, perché non si pensa a tenerle pulite e ben curate tutti i giorni dell’anno? Tra l’altro,giorni fa, mi è capitato di incontrare un botanico di fuori che rilevava la grande ricchezza della flora delle bistrattate pinete. Credo che l’incuria delle pinete sia uno dei punti più dolenti degli anni di sciagurata amministrazione Ferrandino.
A memoria non mi ricordo che i Comuni isolani abbiano fatto tante cose come in questi ultimi anni per fersteggiare le feste Natalizie e ci siano state così tante manifestazioni ( in albergo non sapevo più dove appendere i programmi). Trovo che siano state tutte cose belle che hanno fatto sentire, a noi e ai turisti, un’atmosfera gioiosa di festa. Ricordo le feste Natalizie di qualche anno fa, (quando l’isola faceva sei milioni di presenze e gli ischitani avevano i cassetti pieni di soldi) con quattro lampadine appese miserelle miserelle.( parlo di tutti i Comuni) Questo vuol dire, a mio avviso, che c’è una grande voglia di fare, di attirare gente, di contrastare la crisi, di fare bene, di trovare dei rimedi, volontà di migliorare. Ho però l’impressione che, come quei ragazzi che sanno che devono studiare per migliorare e lo fanno caoticamente, senza metodo, alla rinfusa, tutte queste manifestazioni siano senza una strategia, senza una precisa linea d’azione senza peso ne effetti incisivi, fatti alla carlona, senza una visione di insieme e per questo non efficace o almeno non così efficaci come potrebbero essere.
L’isola e le sei amministrazioni hanno bisogno di parlarsi, di interrogarsi, di capire cosa vogliamo essere, di fare un piano comune per darci una identità e concretizzarla con azioni ben studiate, ben concordate.
Abbiamo insomma bisogno di affinare la volontà e il desiderio di migliorarci ma lo dobbiamo fare insieme e con una strategia comune.
Abbiamo delle risorse turistiche e naturali uniche al mondo, per valorizzarle ci manca solo la consapevolezza e la concordia fra noi; non facciamo che paesoni di provincia come Salerno o paeselli arroccati sopra una montagna come Sorrento facciano meglio di noi.