Ignazio Battista è l’ex della gara di oggi tra Città di Fasano e Ischia Calcio. Arrivato ad Ischia questa estate e annunciato come un colpo di mercato, l’attaccante pugliese ha lasciato a novembre la truppa gialloblù per motivi personali ed è ritornato al suo Fasano facendo bene, siglando diverse reti e superando anche i momenti difficili vissuti sull’isola a causa delle difficoltà logistiche del girone d’andata della squadra del presidente Pino Taglialatela.
Quest’anno eri arrivato a Ischia, poi gli eventi ti hanno riportato a casa. Questo è il destino dei calciatori: un giorno si indossa una maglia, un altro si è avversari. Quali sono le tue sensazioni in vista della partita di oggi?
“Sì, diciamo che sono arrivato quest’estate a Ischia. Ci sono state alcune situazioni che non sono state gestite bene, ma mi sono comunque trovato bene con i compagni, lo staff e anche con i dirigenti. Poi, però, è sorto un problema che mi ha costretto a tornare a casa, così sono rientrato a Fasano. Per la partita di oggi sappiamo che sarà una sfida importante, anche per me, visto che affronterò i miei ex compagni. Inoltre, ci giochiamo la salvezza: è uno scontro diretto contro una squadra forte, che ha anche pareggiato in casa con la Virtus Francavilla ma faremo di tutto per portare a casa la vittoria”.
Della tua esperienza a Ischia, qual è il ricordo che porti con te?
“Il ricordo più bello che porto di Ischia è sicuramente legato alle persone. Ho incontrato tante persone per bene, a partire dai tifosi fino ai compagni di squadra, che fin dal primo giorno mi hanno fatto sentire a mio agio”.
A Fasano hai ritrovato la forma e sembri anche più sereno. Sei tornato a segnare, cosa che a Ischia accadeva meno frequentemente.
“Sì, questo è il mio quarto anno qui. Quando un giocatore torna in un posto dove si sente bene, riesce a dare il meglio di sé. A Ischia, forse, su 9-10 partite avevo segnato solo tre gol. Qui, invece, riesco a segnare di più, ma non è stato un problema di rendimento. Era soprattutto una questione mentale: c’erano tante cose che non andavano, ma non per colpa mia né della società. Quando non hai un campo fisso e non sai dove allenarti, tutto questo pesa anche a livello mentale. Sono contento che ora abbiano trovato la serenità giusta. Penso che fosse quello il vero problema”.