Editoriale di Gaetano Di Meglio | Da due giorni siamo costretti a raccontare l’agitarsi di nani politici che non contano. Gente dal valore elettorale pari allo zero. Ciro Alvi, il tappabuchi lacchese di Giosi Ferrandino e gli inutili grillini che sono compltamente inutili.
Come una carta francese in un mazzo di carte napoletana. Gente che si agita e che mostra quanto Giacomo Pascale (con tutti i limiti del Barone) e Domenico De Siano siano gli unici due politici di Lacco Ameno. Il resto, affaristi, palazzinari, gente che chiede prebende e che, volendo, può gestire quello che si pensa sia un pacchetto voti degno di questo nome.
Ma la domanda ricorrente e logica alla quale sembra che molti non hanno risposto è un’altra. Ma a Lacco Ameno, davvero si pensa che Domenico De Siano ha bisogno di fare “politica” e “dibattito” o “confronto” con gli altri? Ma fate davvero? Davvero c’è chi pensa che sul tavolo si giochi a carte uguali? Un vero mistero.
Come per Casamicciola, con Domenico lontano dal paese e con l’amministrazione a trazione Forio, Lacco Ameno non è riuscita a produrre un’alternativa seria.
E oggi, come Casamicciola, oltre alla corsa al male minore, c’è anche l’imbarazzo della scelta. Come in passato. Peccato che passino gli anni e, ogni volta, c’è chi grida “mai con De Siano” eppure, però, poi, si siede al suo tavolo o sale, in ginocchio, al San Montano…