lunedì, Dicembre 23, 2024

L’isola dei morti, un “noir” tutto ischitano

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Anna Di Corcia | La compagnia teatrale Uomini di mondo ha mandato in scena il 2,3,4, ottobre presso il teatro polifunzionale di Ischia, lo spettacolo scritto da Corrado Visone e diretto da Valerio Buono : L’isola dei morti. Un noir tutto ischitano in cui l’identità culturale, i detti, i soprannomi, l’ambiente da cartolina di Ischia si fondono con la sua natura di matrigna che cela il male sotto una apparenza di perbenismo.

Critica forte al buonismo di un’ isola intorpidita nella sua coscienza che finge un pallido risveglio grazie alla visita di una cittadina emerita allontanatasi dallo scoglio quarantacinque anni prima e che torna ricca e desiderosa di risollevare Ischia dalle sue sorti con una proposta allettante che non si può rifiutare. La donna porta con sè un segreto antico, un’onta pagata tutta la vita per colpa di un amore interrotto, catena che non ha smesso di legarla all’isola fino al punto di tornare e chiedere giustizia! Peccato che nel districarsi dei dialoghi tra i personaggi sulla scena prenda sempre piu corpo una triste realtà, la giustizia ha un prezzo, che sia subita o negata e il prezzo ha il peso di un reato indicibile, impronunciabile.

Una pletora di personaggi drammatici e in alcuni casi farseschi abita la scena in cui il protagonista viene trasformato in imputato, messo alla gogna dal giudizio della ‘gente’ impietosa e severa quando si tratta di giudicare peccati non propri e ancora di più quando la posta in gioco è una ricompensa in denaro. Ritratto brutale e realistico dello spirito di un ‘isola che non cresce perchè troppo rivolta al soddisfacimento di ciò che è qui e ora senza guardare all’ipotesi di un futuro fatto di progetti. La ‘gente’ questa forza maligna rappresentata dalle tre janare, ‘moire’ che tessono la trama breve della vita del nostro signor Trani, condannato a pagare per una colpa passata, il benessere dei suoi concittadini.

Un noir, l’isola dei morti giocato sulla difesa delle apparenze, dove l’omissione collettiva prende il posto della solidarietà umana, dove la vita di un uomo vale bene un sacrificio per il benessere materiale della collettività; alla fine solo un grido lancia una speranza affinchè Ischia non sia più l’isola dei morti…nella coscienza!

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