Con Mimmo Loffredo consigliere comunale di Forio ed anche medico e chirurgo dell’ospedale Rizzoli, in questo caso solo come consigliere comunale, per commentare questo crollo che è stata una tragedia sfiorata ma poteva essere una grande tragedia. Quali sono le prime considerazioni
Ringraziamo il cielo che non si sia verificato in mattinata, quando c’erano i pazienti che facevano le analisi del sangue o le radiografie. Sarebbe stata una tragedia. Abbiamo subito informato i dirigenti dell’ASL e della Regione, che domani (oggi, ndr) manderanno il responsabile dell’ufficio tecnico per valutare la situazione e garantire la sicurezza dell’ospedale. È stato un evento imprevisto che ci ha messo in apprensione e in difficoltà. Credo che l’ospedale debba essere il luogo più sicuro e sono fiducioso che domani i dirigenti faranno tutto il possibile. Ci auguriamo che con questo ampliamento potremo lavorare più serenamente. So che i vigili del fuoco hanno già isolato tre stanze, ovvero 12 posti letto, e domani saranno esaminate dal responsabile dell’ufficio tecnico per vedere se si possono riaprire o se devono rimanere chiuse.
Dottore questo ovviamente si aggiunge alle difficoltà che ha il tutto il reparto sanitario che opera al Rizzoli. Ricordiamo la polemica che va avanti da tanti anni con chi vuole tornare a casa o chi non vuole fare più il pendolare, adesso c’è pure questa difficoltà logistica. C’è magari forse quantomai urgenza di fare un punto della situazione con tutte le forze in campo con i sindaci con la Regione anche con il commissario Legnini per provare ad uscire da un’impasse che va avanti da troppo tempo
“Da anni cerco di dialogare con i sindaci e coinvolgerli in un tavolo tecnico, ma le mie richieste sono sempre rimaste inascoltate. Sono in contatto con la segretaria del presidente De Luca, che ci ha aiutato a ottenere quattro OSS e un fisioterapista tramite trasferimento. Erano persone di Ischia che lavoravano in altre strutture, quindi è già un risultato positivo. Abbiamo anche avuto una strumentazione all’avanguardia per i tumori del pancreas e delle vie biliari. Quindi l’ASL ci sostiene. Il problema è che le persone non vengono qui perché i bandi che hanno fatto sono andati deserti. Le persone non vogliono venire qui perché c’è il disagio di vivere in un’isola e di lavorare in un ospedale dove si rischia di non tornare a casa se si perde l’aliscafo. Per questo, stiamo cercando con i vertici della Regione di far riconoscere l’isola e l’ospedale come zona disagiata, così che gli operatori possano avere dei benefici e accettino di venire a Ischia”.