domenica, Marzo 16, 2025

Luca Spignese: «Non rifiuterei la candidatura a sindaco, ma l’essenziale è il futuro di Ischia»

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L’ex assessore e consigliere comunale analizza l’attuale situazione politica. «La principale critica a questa Amministrazione riguarda la gestione del territorio, molte zone sono abbandonate al degrado. E diverse opere pubbliche hanno una finalità a sé stante». «Con me alcuni consiglieri di maggioranza quotidianamente si lamentano di questa amministrazione. Ma non basta, devono prendere una posizione decisa». Il dialogo con Gianluca Trani: «Non ci sono preclusioni, ma bisogna guardare al bene del paese e dei cittadini»

Incontriamo Luca Spignese, ex assessore e consigliere comunale di Ischia, per parlare dell’attuale situazione politica.

– La prima domanda, la più semplice: la minoranza di Ischia?
«La minoranza a Ischia esiste e penso sia rappresentata all’interno del Consiglio comunale. Tuttavia, il Consiglio comunale non la evidenzia particolarmente, e al di fuori si percepisce poco. Nonostante ciò, anche al di fuori del Consiglio comunale esiste un gruppo di amici con cui dialoghiamo quasi quotidianamente. In vista delle prossime elezioni amministrative stiamo cercando di allargare il nostro raggio d’azione e coinvolgere persone motivate a cambiare il modo di operare nel nostro Comune».

– Quali sono le principali critiche che muovete all’amministrazione Ferrandino?
«Le critiche riguardano soprattutto la gestione del territorio, che appare abbandonato, con anche le opere più semplici che diventano interminabili. Abbiamo tantissimi esempi: il crocevia della rotatoria della Farmacia Sant’Anna, i cui lavori sono durati un anno e mezzo, così come quelli della precedente rotatoria.

Molti cantieri sono ancora in corso da tempi lunghissimi. Un caso emblematico è quello del mercato comunale, fermo da circa otto anni e ancora in uno stato di totale abbandono. Stamattina, passando di lì, ho notato che le mura si stanno sgretolando. Le opere pubbliche che avrebbero dovuto essere completate per migliorare le condizioni della città restano ferme, contribuendo al degrado delle zone circostanti. Il territorio è lasciato a se stesso: le aiuole, la zona del Polifunzionale, il Lido di San Pietro… Praticamente tutte le aree di Ischia versano in condizioni di assoluto degrado.

Anche le strade sono in pessimo stato e necessiterebbero urgentemente di manutenzione: buche ovunque, pericolo per motorini e pedoni, marciapiedi dissestati. In piazzetta, ad esempio, il pavimento è sconnesso e non molto tempo fa una persona è caduta e si è rotta una spalla. So che ha intentato un ricorso contro il Comune per chiedere un risarcimento di 50.000 euro, ma quei soldi non li pagherà l’amministrazione: li pagheranno, come sempre, i cittadini».

LA MANCATA CANDIDATURA

– Provando a fare un passo indietro, perché non vi siete candidati?
«Accadde che, quando ci fu la divisione tra Gianluca ed Enzo, Gianluca pensò di creare una nuova sinergia con me, Ottorino e altri amici. Successivamente, aderimmo insieme anche a Giosi, in modo molto cordiale, a questo nuovo progetto. Tuttavia, prima della fine della scorsa amministrazione di Enzo, Gianluca decise di fare il “salto della quaglia”, una scelta che spiazzò un po’ tutti. Provammo all’ultimo momento a creare una nuova minoranza e a organizzare nuove liste, ma non ci furono i tempi necessari per concretizzare il progetto.

Gran parte delle responsabilità vanno sicuramente attribuite a Gianluca. Tuttavia, è vero che c’era ancora qualcosa che si poteva tentare. Per quanto mi riguarda, però, non riuscii a farlo perché, come ho sempre detto ai miei amici, in quel periodo mia madre non stava bene».

– Oggi che Liliana non c’è più sei tornato all’attività politica. Mi voglio ricollegare alla prima risposta che hai dato circa l’opposizione in Consiglio comunale. In verità, oltre a qualche piccolo mal di pancia momentaneo di qualcuno che lo racconta tra i denti o tra gli amici rivendica qualcosa che non ha avuto, non si sente altro.
«Guarda, io non voglio fare nomi, ma frequento alcuni consiglieri di maggioranza che, quotidianamente, si lamentano di questa amministrazione. Ovviamente, per loro è più difficile esporsi con te, che sei un giornalista e potresti rendere pubbliche certe notizie. Tuttavia, in privato, tutti soffrono questa situazione: un’amministrazione guidata da una sola persona, dove uno solo comanda e gli altri devono semplicemente alzare la mano».

– Se questo fosse vero, però, sarebbe opportuno che almeno qualcuno in Consiglio comunale desse un segno tangibile di questa sofferenza. Invece di continuare a entrare nella stanza del sindaco alla chetichella, sarebbe più coerente prendere una posizione chiara e iniziare a proporre un’opposizione concreta anche in Consiglio comunale.
«Hai pienamente ragione: chi continua a sostenere questa amministrazione è corresponsabile della situazione. Per questo è necessario che anche coloro che non si trovano bene prendano finalmente una posizione seria, affinché si inizi davvero a cambiare le cose. Oggi, invece, continuano a lamentarsi, mentre allo stesso tempo proseguono in questo tentativo di andare avanti a tutti i costi».

ISOLA GREEN O ALTRI PARCHEGGI?

– Senza alcuna intenzione di voler difendere Enzo Ferrandino, ritengo sia giusto affrontare la questione in modo obiettivo. Al di là delle inevitabili lentezze amministrative, va riconosciuto che a Ischia ci sono molti cantieri aperti. C’è stata grande attenzione alle scuole e a opere che potrebbero rivelarsi strategiche, come il parcheggio multipiano a Fondobosso e la nuova area di interscambio nei pressi della Stuzzicheria. Tuttavia, come sottolinei tu, queste grandi opere contrastano con le difficoltà quotidiane legate alla gestione delle piccole cose. Non è forse sufficiente?
«Prima di tutto, per quanto riguarda il rinnovo delle scuole, non ho nulla da ridire. Anzi, devo fare un plauso a questa Amministrazione e al sindaco, perché il lavoro di rinnovamento è sotto gli occhi di tutti. Quando c’è da riconoscere qualcosa di positivo, bisogna essere obiettivi e onesti. Per quanto riguarda il resto, se è vero che alcune opere sono in corso, come il parcheggio multipiano, io continuo a dire che si tratta di interventi con una finalità a sé stante. Non si guarda a un quadro generale, ma solo alla singola opera da realizzare.

Mi chiedo: un parcheggio interrato in quella zona è davvero così utile? Abbiamo ancora bisogno di destinare spazio alle auto, sapendo che nel 2035 le vetture a combustione probabilmente scompariranno? Inoltre, le auto elettriche non potranno essere parcheggiate nei sotterranei. Questa domanda è mai stata posta all’Amministrazione? Magari, invece di un parcheggio, si sarebbe potuto pensare a qualcosa di diverso, come una grande piscina, come aveva immaginato il nostro caro sindaco Mazzella. O magari una cittadella dello sport con una piscina olimpionica rinnovata.

Questa è la domanda che dobbiamo porci: vogliamo davvero un’isola green o vogliamo continuare a riempire il nostro comune di carcasse di auto? Possiamo affrontare molte altre questioni, come quelle legate alle pinete ormai abbandonate, che non rappresentano più un polmone verde ma solo uno scandalo a cielo aperto.

Dobbiamo puntare sul green, non possiamo continuare a incentivare l’uso di auto a combustione. Dobbiamo trovare soluzioni per ridurre il numero di veicoli, non semplicemente spostarli da un’area all’altra. Parlando delle grandi opere, devo dire che, da ischitano, resto profondamente deluso. Provo a mettermi nei panni di un commerciante di Ischia Ponte, che si ritrova a convivere con lo scandalo di un parcheggio all’ingresso che avrebbe potuto funzionare, ma che invece è rimasto un problema irrisolto. Non voglio entrare nel merito delle responsabilità, ma mi metto nei panni di chi vive e lavora in quella zona, o di un turista che arriva a Ischia Ponte e, non per un anno, ma per almeno i prossimi vent’anni, continuerà a vedere quello scempio. Come dobbiamo relazionarci a questa situazione? Si doveva trovare una soluzione, ma la soluzione imposta con la forza, quella “con la clava”, non ha mai funzionato e mai funzionerà».

IL DRAMMA DEMOLIZIONI

– Hai anticipato in parte quello che intendeva essere il mio discorso, non tanto dal punto di vista di una figura specifica, ma più in generale sulla questione. Molte delle principali vicende complesse del comune come le demolizioni o i cantieri sequestrati hanno un’origine giudiziaria. Tuttavia, dal punto di vista politico, qual è la tua valutazione sulla gestione di queste situazioni?
«Su questa gestione, la prima cosa da dire è che esprimo la massima solidarietà a tutte le persone che rischiano di vedere abbattuta la propria casa. Questi sono veri e propri drammi. È una tragedia per loro, per le loro famiglie e per tutti coloro che vivono accanto a loro. Questo è un tema estremamente delicato. Per quanto riguarda invece l’aspetto politico c’è molto da dire. Bisogna chiedersi perché tutto questo stia accadendo proprio con questa Amministrazione. Evidentemente, in passato si riusciva a interloquire meglio con le autorità, c’era più dialogo, più capacità di mediazione per cercare soluzioni condivise. Non so esattamente cosa stia succedendo oggi, ma una cosa è certa: con questa Amministrazione stiamo assistendo a un aumento di questi episodi. Prima non era così».

ISOLA FORIO-CENTRICA

– E’ sotto gli occhi di tutti un fenomeno evidente: quella che un tempo era un’isola Ischia-centrica dal punto di vista commerciale ha ceduto il passo a un’isola sempre più Forio-centrica. È vero che esistono grandi trend economici difficili da invertire e alcuni cambiamenti avvengono in modo naturale. Tuttavia, politicamente, il Comune di Ischia sta attraversando un momento di crisi evidente.
«Gli affitti dei locali commerciali, che un tempo arrivavano anche a 3.000 euro al mese, oggi si aggirano intorno ai 1.500, segnale evidente della crisi che sta colpendo la classe imprenditoriale. Ma non si tratta solo di una crisi economica: c’è anche una questione politica, e purtroppo è qui che risiede il problema principale.

L’80% delle responsabilità è politica, derivante da una mancanza di visione da parte di questa Amministrazione, che non è stata in grado di cogliere per tempo i cambiamenti in corso. Forio, invece, ha saputo sfruttare al meglio le proprie opportunità: grazie alla capacità amministrativa e all’eredità lasciata da Del Deo, e oggi con il sindaco Verde è riuscita a imboccare un percorso virtuoso, arrivando a una nuova era di sviluppo e turismo.

Enzo Ferrandino e la sua Amministrazione, invece, non sono riusciti a individuare in tempo le mosse strategiche da attuare: non hanno saputo capire quali fossero le vere priorità, quali spazi rinnovare, quale nuovo look dare al territorio e quale strategia adottare per rilanciare Ischia. È rimasto inerme ad aspettare che l’80% degli ischitani si disinteressasse. Sto parlando dei miei figli, delle amiche dei miei figli, che ormai vanno quasi quotidianamente a Forio. Perché? Perché lì i bar sono aperti, c’è più movimento, si respira un’aria più vivace. A Ischia, invece, purtroppo si avverte un senso di depressione, non solo economica ma anche sociale. Basta fare un giro sul Corso Vittoria Colonna o a Via Roma, basta parlare con i commercianti. Non è solo una percezione, è una realtà. I commercianti sono sfiduciati. Resistono solo quelli che hanno un’attività propria ben consolidata, magari con il supporto di una famiglia alle spalle. Per gli altri, il commercio a Ischia non conviene più».

– Qual è la soluzione?
“La soluzione è rinnovare completamente i corsi principali, sviluppare progetti funzionali e creare spazi di interesse per i giovani. Se non investiamo sulle nuove generazioni, non avremo nessuna attrattiva per loro e Ischia continuerà a svuotarsi. La verità è che gli anziani e il turismo della terza età possono essere utili, ma non sono sufficienti per sostenere un progetto economico a lungo termine. Servono idee nuove e una visione chiara per il futuro».

LA RISORSA PINETE

– Anche per avere qualche proposta cosa potrebbe fare l’Amministrazione?
La prima cosa che dovrebbe avere un comune che si rispetti, soprattutto un’isola come Ischia, è un porto turistico funzionale. È impensabile che ancora oggi si faccia affidamento su pontili risalenti agli anni ’80, ormai vetusti e in parte persino affondati.

Oltre al porto, è necessario intervenire sul centro cittadino. Come già detto, via Roma e il Corso devono essere ripensati e sistemati, con nuove isole verdi e più spazi aperti. Bisogna allargare, non chiudere, creare ambienti accoglienti e vivibili. Le pinete, per esempio, sono una risorsa preziosa, ma attualmente sono abbandonate, sporche e lasciate alla mercé di tutti. Perché non sfruttarle al meglio? Perché non affidarle in concessione a privati che possano riqualificarle e renderle spazi curati e fruibili? Si potrebbero organizzare eventi estivi, sfilate di moda, manifestazioni culturali. Le pinete potrebbero davvero diventare uno degli spazi chiave per rilanciare Ischia».

– Tornando alla politica, dicevi che ci sono consiglieri comunali che si lamentano. In effetti è facile immaginare chi possano essere gli interlocutori, soprattutto per chi conosce le diverse aree politiche. Tuttavia, rompere il silenzio con questa intervista rappresenta sicuramente una pietra lanciata nello stagno, un segnale che, in qualche modo, potrebbe sollecitare una reazione, magari anche dall’altro lato.
«Sì, sollecitare una reazione è importante, ma questo dovrebbe anche servire ad aprire un dibattito più ampio, a far comprendere meglio la situazione. Altrimenti, guardando alle future elezioni, il rischio è che la gente smetta di credere alle coalizioni raffazzonate dell’ultima settimana, alle liste messe insieme in fretta e furia o al continuo dubbio su chi sarà il candidato sindaco. Bisogna tornare a costruire qualcosa in cui la gente possa realmente riconoscersi. È necessario creare sinergie vere, che diventino finalmente portavoce di un cambiamento reale e non semplici voci di corridoio. I consiglieri, gli assessori e tutti coloro che sono insoddisfatti di questa amministrazione devono prendere una posizione chiara. Non contro Enzo Ferrandino, non contro chi vuole rimanere al potere, ma per il bene del Paese. Dobbiamo pensare al futuro di Ischia, perché questo modo di fare politica ha portato a un disastro finanziario per il Comune, ha generato delusione e malumore tra i commercianti e ha creato un clima di sfiducia generale. Ora, proprio quei consiglieri hanno la possibilità di fare la differenza e riscattarsi. Certo, vedo ancora poca convinzione da parte loro, ma devono essere stimolati. Se questa intervista può servire a smuovere le coscienze, a farli riflettere, allora ben venga».

LE PROSSIME ELEZIONI

– Questo grande gruppo che oggi si trova al di fuori della politica, in realtà, fino alle scorse elezioni ne faceva parte, almeno in buona parte. Può mai ipotizzarsi un accordo con Gianluca Trani? Ormai, ogni quindici giorni torna alla ribalta la questione: si parla di raccolte firme, di movimenti in corso. Non è certo un segreto, ma è anche vero che molti ci credono poco. D’altra parte, considerando che il sindaco è ormai al secondo mandato, è chiaro che un’alternativa dovrà emergere. La domanda è: questa alternativa nascerà dall’attuale maggioranza o si tenterà di ricostruire una sorta di “maggioranza Giosi 2”?
«Penso che non bisogna dare nulla per scontato. Anche Gianluca ha i suoi cavalli di battaglia e politicamente sa spendersi bene. Tuttavia, per ricostruire serve ben altro. Si può tentare un dialogo? Certo, perché, come ho detto, non devono esserci preclusioni. Ma è fondamentale guardarsi negli occhi e prendere una decisione chiara: dire basta alla vecchia politica e guardare al futuro del nostro comune e del nostro Paese. Basta con gli intrighi di potere dentro il Comune. Basta con gli interessi privati che condizionano la vita amministrativa. Oggi bisogna parlare del popolo e dei suoi reali bisogni, non delle ambizioni personali. Questo, però, è il nodo più difficile da sciogliere: mettere da parte le ambizioni non è semplice. Tutti devono mettersi sullo stesso piano. Non esiste il candidato ideale, esiste la persona che vuole impegnarsi davvero, con serietà e trasparenza. E questa, già di per sé, sarebbe una soluzione nuova. Anche se, forse, non così facilmente praticabile».

– Non possiamo dimenticare che hai fatto l’assessore di Enzo Ferrandino…
«Si, assessore non convocato in giunta. I ricordi non si cancellano, ma la vicenda dell’assessore resta un mistero. Ancora oggi non riesco a capirne le ragioni. Mi farebbe piacere che, un giorno, magari il caro sindaco, anche in un contesto non istituzionale, mi spiegasse le motivazioni di quella scelta, perché al momento non ho mai ricevuto una spiegazione».

LA PASSEGGIATA SULLA RIVA DESTRA

– Tracciamo una linea di conclusione, perché ripercorrere la storia è importante. Questo era uno dei grandi temi su cui non ti avevo ancora posto una domanda, ma che ritengo fondamentale. Ti porto sulla Riva Destra e sulla famosa passeggiata. Si tratta, a mio avviso, di una delle opere più impattanti per il territorio. E se non erro, anni fa ne sei stato promotore e ha sollevato diverse polemiche.
«Presentai un piccolo progetto elaborato da un amico nel 2016, se non sbaglio, ben sei anni prima che loro tirassero fuori l’idea della Regata. Il mio punto di riferimento fu un’indicazione tratta dal famoso libro di Sandro Petti. Da allora ho sollevato più volte la questione e, secondo il mio parere, questa passeggiata è assolutamente necessaria per creare un collegamento adeguato. Ma il problema è sempre stato nelle modalità di realizzazione. La passeggiata, infatti, non aveva bisogno di una nuova scogliera a mare, perché esisteva già un percorso naturale. Parlo della passeggiata del lato nord, che segue la collinetta e si raccorda con la spiaggia. Questo piccolo viale, attualmente largo circa 1 – 1,5 metri, avrebbe potuto essere allargato a sbalzo sulla scogliera preesistente, creando così una passerella più bella esteticamente, più funzionale e meno impattante sull’ecosistema. 

Invece, questa Amministrazione ha stravolto il progetto, gettando scogli a mare e, per giunta, di un colore diverso da quello indicato dalla Sovrintendenza. Si è sempre stabilito che dovessero essere scogli bianchi, in armonia con il contesto naturale, mentre quelli utilizzati hanno creato un contrasto evidente con il paesaggio. Il punto è che non servivano grandi opere. Si sarebbe potuto semplicemente allargare il percorso preesistente, senza stravolgere l’ambiente marino. Ma, come al solito, ci troviamo di fronte a interventi imponenti ma poco funzionali. E poi, una volta realizzata questa strada che girerà intorno alla collina, perché mai posare enormi lastroni di pietra sulla spiaggetta? Non sarebbe stato più logico creare la passeggiata dietro al muretto di cinta della spiaggia, scavare un paio di metri, realizzare un bel muro di contenimento e costruire il percorso in modo più integrato con l’ambiente? Invece, si è deciso di coprire la spiaggia con lastre di cemento per realizzare la passeggiata. A questo punto, viene da chiedersi: dove finirà questa passeggiata?

Ho sempre dato grande importanza alla gestione del demanio perché ho sempre ritenuto che sia il vero volano turistico. Vorrei sollecitare anche le altre amministrazioni a riprendere con forza il progetto del ripascimento, perché è l’unico vero motore turistico che può salvare ancora una volta l’isola. È fondamentale far tornare le spiagge allo stato in cui erano un tempo. Anche con la Bolkestein di mezzo, il ripascimento rimane essenziale per lo sviluppo dell’isola».

– Ma tu la velleità di fare il candidato sindaco ce l’hai?
“Non ho ambizioni personali, ma se mi dovessero chiamare, non direi mai “mai”. Non posso escludere nulla, perché nella vita non si sa mai. Quello che posso dire oggi potrebbe cambiare domani. Quindi, assolutamente sì! D’altronde, sono sempre stato un po’ fuori dagli schemi».

Autore

  • Gaetano Di Meglio

    Marito di Agata e papà di Martina, Valeria, Domenico ed Enzo, sono nato e vivo ad Ischia. Credo nella libertà degli uomini di poter essere liberi da ogni bisogno e necessità. Credo nel valore del giornalismo come espressione di libertà e difesa dei più deboli. Sono preconcetto contro ogni forma di potere. Ah, sono il direttore del giornale 😉

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