venerdì, Dicembre 27, 2024

L’UTERO E’ MIO…OPS…SUO… E LO GESTISCO IO!!!!

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Nuovo fronte di Sinistra: Maternità surrogata, utero in affitto, gestazione per altri e chi ne ha più ne metta pur di scendere in piazza contro il Governo Meloni!

ANNA FERMO | L’ultima manifestazione per i diritti delle famiglie arcobaleno si è tenuta a Milano solo qualche giorno fa ed oltre ai milanesi interessati, piazza della Scala ha accolto persone arrivate da tutta l’Italia, prevalentemente di sinistra. Il presidio, organizzato dalle associazioni Lgbt+ ha inteso protestare contro la circolare che la prefettura aveva inviato al Comune di Milano per bloccare la trascrizione dei figli di coppie omogenitoriali. Le adesioni al presidio sono cresciute di ora in ora: con il supporto del Pd di Elly Schlein, ma anche del neo segretario di +Europa Riccardo Magi. “Non si capisce perché la destra ce l’abbia così tanto con i bambini e le bambine”, la comunicazione di Schelin, che non vuole più “vedere discriminati i bambini e le bambine che fanno parte di questa comunità”.

“Chiediamo pieni diritti per le figlie e i figli di tutte le famiglie e per esprimere solidarietà ai sindaci come Sala che, in questi anni, in mancanza di una legge, hanno tutelato le famiglie arcobaleno registrando all’anagrafe anche i figli di coppie omogenitoriali”, ha detto invece Magi. Ebbene, dichiarazioni come queste, lanciate così, a slogan, senza alcun riferimento alla realtà dei fatti, ce ne sono state davvero tante e troverebbero anche la condivisione di chiunque facilmente, peccato invece che la questione reale verta su fatti gravissimi che la stessa Europa condanna. Di cosa stiamo parlando? Volgarmente, di utero in affitto, nel nuovo gergo più ampio, di Gestazione per Altri, c.d. GPA.
Ecco, è questo il nuovo fronte della Sinistra Italiana contro il il governo Meloni.
«Se due persone dello stesso sesso chiedono il riconoscimento, e cioè l’iscrizione all’anagrafe, di un bambino che spacciano per proprio figlio, significa che questa maternità surrogata l’hanno fatta fuori dai confini nazionali». Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera ed esponente di FdI, ha risposto così agli attacchi , nel corso della trasmissione In Onda su La7, parole a cui ha replicato poi l’esponente del Pd Pina Picierno: «Una frase cattiva, non soltanto nei confronti delle coppie che scelgono di accogliere con amore un figlio, ma soprattutto nei confronti dei figli stessi, che nemmeno possono difendersi da questa violenza. Si spacciano per politici degni del governo del Paese- scrive l’esponente Dem – sono solo reazionari violenti».
Su Twitter la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi ha poi commentato: «Nelle parole di Rampelli solo cattiveria. Nessun rispetto per gli altri, per chi la pensa diversamente da lui, per chi vive una realtà che c’è, per quanto a Rampelli possa non piacere. Un linguaggio inaccettabile nei confronti dei bambini. Questa è la destra che governa il Paese».
A questo punto, dopo le infinite ulteriori dichiarazioni di esponenti di sinistra, la ministra per le Pari opportunità e la famiglia, Eugenia Roccella, a Mezz’Ora in Più su Rai3, non ha potuto esimersi dal fare la sua dichiarazione : «Non esiste una negazione dei diritti dei bambini. Tutti in Italia hanno gli stessi diritti. Anche per le coppie che hanno fatto ricorso all’utero in affitto vale la stessa cosa. Quando si torna in Italia, il genitore biologico è riconosciuto. Il problema è che queste coppie a volte non accettano il riconoscimento del padre biologico e chiedono di essere iscritti all’anagrafe entrambi. La Cassazione ha detto che la strada da percorrere è l’adozione in casi particolari. Il secondo genitore può fare questo». «In Italia la maternità surrogata è proibita e bisogna chiamarla col suo nome: è utero in affitto. Andrebbe spiegato meglio il concetto di maternità surrogata, che apre ad un mercato di bambini. Ci sono fiere internazionali, una l’hanno provata a fare anche a Milano. Ma in Italia è vietata non solo la maternità surrogata ma anche la sua propaganda», ha affermato la ministra continuando: «Una maternità surrogata costa circa 100mila euro e alle donne arrivano circa 15-20mila euro. Con l’adozione noi rimediamo ad un danno, con la maternità surrogata invece ne programmiamo uno». «Noi stiamo tornando indietro, non andando avanti – ha concluso la ministra -. Stiamo arrivando a forme di mercificazione e schiavitù del corpo femminile. Questo non è un fronte del progresso. Da una parte si comprano gli ovociti, dai depliant, dai cataloghi, da donne belle, alte, di una determinata religione e con un alto quoziente intellettivo. Dall’altra invece ci sono le donne che prestano l’utero con caratteristiche molto diverse».
“L’utero è mio e lo gestisco io”: questo era lo slogan che il movimento delle donne gridava nelle piazze negli anni Settanta mettendo in campo un principio dirompente e radicalmente nuovo nella storia di genere, quello dell’autodeterminazione sul proprio corpo. Il cambiamento di prospettiva rispetto al movimento emancipazionista dell’Ottocento, a quei tempi, era profondo: non si trattava più solo di rivendicare diritti civili e politici, ma di affermare una libertà di scelta che si declinava sia sul versante della sessualità che su quello della maternità. La portata di questo principio risultava rivoluzionaria rispetto a millenni di costruzioni culturali, norme e disciplinamenti. Per la prima volta nella storia, le donne rivendicavano pubblicamente il diritto di decidere se, quando e come avere un figlio: la maternità non era più intesa come dovere morale o destino biologico, ma come scelta. In questo orizzonte di libertà di comportamenti sessuali il nesso che legava matrimonio e procreazione, come quello che univa sessualità e maternità, risultava messo in discussione.
Ma ciò di cui parliamo oggi è tutt’altro da questo, non ha nulla a che vedere con quelle sacrosante rivendicazioni.
Come è stato osservato, la “gestazione per altri” (GPA) è una forma sofisticata di schiavismo moderno, in cui il corpo della donna è visto come merce e il bambino come un oggetto che può essere venduto e comprato. La generazione viene scollata dall’atto sessuale e diviene un lusso per pochi: “fabbricazione” di bambini. Il meccanismo che sta dietro la GPA è tra l’altro, capitalista: finalizzato a trarre profitto e rivolto esclusivamente ai ricchi. Si tratta di un nuovo mercato che prevede la creazione di un’umanità artificiale. Le ricerche scientifiche vanno infatti verso scenari distopici, ossia la creazione di spermatozoi e uteri artificiali in modo da “fabbricare” la nuova umanità sottraendo i nascituri alla generazione naturale. Analizzare i retroscena economici, etici e morali di questo fenomeno, analizzare il business delle madri surroganti, gli interessi milionari delle lobby delle industrie biotecnologiche, e con essi dunque la strumentalizzazione dei valori della sinistra, l’ambiguità del movimento femminista di oggi, lo spettro dell’eugenetica dietro questa pratica, la manipolazione mediatica tesa a convincere la popolazione ad abbracciare questa pratica, è davvero complesso, ma chiaramente lascia comprendere il perché di un netto NO dell’Europa intera a questa pratica.
Il termine utero in affitto, è vero, probabilmente lasciando intendere lo sfruttamento economico del corpo di una donna per trarne profitti, non è un termine adeguato ad includere anche i casi in cui la gestazione viene eseguita in forma altruistica, ovvero senza un compenso economico e solo con un rimborso spese. Tuttavia, in Italia, come nel resto d’Europa, l’utero in affetti quanto la gestazione per altri sono vietati e la pratica è regolamentata dalla legge 40 del 2004, «Norme in materia di procreazione medicalmente assistita». «Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600 mila a un milione di euro», recita il comma 6 dell’articolo 12. Nel marzo 2021 si è poi pronunciata anche la Corte Costituzionale, che ha ribadito che « il divieto, penalmente sanzionato, di ricorrere alla pratica della maternità surrogata risponde a una logica di tutela della dignità della donna e mira anche ad evitare i rischi di sfruttamento di chi è particolarmente vulnerabile perché vive in situazioni sociali ed economiche disagiate», ma ha anche tenuto in considerazione il tema dell’interesse del minore, che è quello «di “ottenere un riconoscimento anche giuridico dei legami che nella realtà fattuale già lo uniscono a entrambi i componenti della coppia, ovviamente senza che ciò abbia implicazioni quanto agli eventuali rapporti giuridici tra il bambino e la madre surrogata”».
Il caso che ha determinato la mobilitazione di piazza riguardava, non a caso, una coppia che, recandosi in Canada per la gestazione per altri, aveva vissuto diversi mesi con il figlio nato dalla pratica. Nel dicembre 2022 è poi arrivata la sentenza n. 38162 della Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con cui i supremi giudici avevano stabilito che i bambini nati all’estero con la maternità surrogata dovessero essere riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori con l’adozione in casi particolari, che richiede l’approvazione di un giudice, e non con la trascrizione diretta all’anagrafe (che è un semplice atto amministrativo). Come scriveva Elena Tebano, la sentenza della Cassazione segna due punti fermi: le coppie italiane (etero e gay) che fanno la surrogata all’estero non sono punibili e il riconoscimento diretto all’anagrafe non è più possibile: si trascrive un solo genitore — di solito quello biologico — e poi si avvia il procedimento di adozione per il secondo. Il riconoscimento alla nascita era rimasto invece possibile per i figli delle coppie lesbiche nati in Italia, almeno fino a pochi giorni fa. Da quella sentenza (e su impulso del ministero dell’Interno) è poi arrivato lo stop al riconoscimento alla nascita dei figli delle coppie gay e lesbiche in Italia.
Il 15 febbraio, tra l’altro, Fratelli d’Italia ha presentato alla Camera una proposta di legge sulla maternità surrogata a prima firma di Carolina Varchi. È composta di un solo articolo e prevede che le pene previste dalla legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita «si applicano anche se il fatto è commesso all’estero».
Resta dunque sempre il medesimo dato di fatto: “La sinistra è sempre uguale a se stessa: quando perde, rinfocola animi e libera i propri scagnozzi per le strade, tutto come nel ‘900, violentemente retrogrado. (Luca Volontè, In Italia come negli Usa, quando perde la sinistra muove la piazza, 27.10.22, Lanuovabq.it).

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