Leo Pugliese | Poco meno di un quarto d’ora. Tanto è bastato per mettere la notte di ieri l’altro l’isola in ginocchio. La bomba d’acqua che ha colpito la Regione Campania ha letteralmente divelto cartelloni pubblicitari, abbattuto alberi, allagato la chiesa della Marina e tanto altro. Passata l’estate del resto era prevedibile che al primo acquazzone il sistema che regge fogne e caditoie sarebbe andato in tilt. Capita da decenni ormai e puntuale il suono delle campane arriva sempre a confermare il pericolo. In particolare come dicevamo della Chiesa del Porto di San Giovanni Battista e della Pietà che a cadenza annuale si allaga.
Un problema che doveva essere risolto con i nuovi lavori del waterfront e che invece resistono nonostante milioni di euro spesi in questi anni per non far confluire l’acqua in eccesso – proveniente dal “canalone” – direttamente tra i banchi della chiesa. Un monumento che si scopre vulnerabile ad ogni pioggia e che fa notizia solo per poche ore. Poi cala il silenzio fino al prossimo allagamento.
Oltre la chiesa come dicevamo la notte è trascorsa tra segnalazioni di allagamenti, pali divelti, segnali stradali venuti giù. E soprattutto le caditoie ostruite. E qui inizia il solito e stanco rimbalzo di responsabilità e scaricabarile in salsa procidana.
Per qualche ora gli abitanti di punta Solchiaro sono rimasti isolati, per il laghetto che s’era formato lungo la strada, tanto da far arrivare un cittadino a scrivere: “Sequestrato! si sequestrato da un mare d’acqua che ostruisce completamente l’ultimo tratto di via Solchiaro. Gli abitanti a Monte, avrebbero una sola possibilità. Attraversarlo a nuoto. Ma è mai concepibile tutto questo? Mi dirai che è colpa di Giove Pluvio! No, purtroppo le colpe sono molto terra terra. Basterebbe che il responsabile dell’ufficio tecnico capisse che la grata d’impluvio fosse posizionata verticalmente e non orizzontalmente, come erroneamente è stata progettata e tutte queste difficoltà non sorgerebbero. Non consiglio nemmeno che costoro intervengano. Rischierebbero di affogare e nemmeno capirebbero”.
La lunga giornata di ieri ha visto protagonista ancora una volta le forze dell’ordine, ma anche le guardie giurate della SSD Di Tullio che durante la notte – durante i loro predisposti servizi di controllo sul territorio – hanno aiutato e non poco i volontari della Protezione Civile nelle delicate e gravose operazioni di messa in sicurezza di cose lungo tutte le strade dell’isola.
Per tutta la giornata di ieri fino a pomeriggio inoltrato, i volontari della Protezione civile, diretti magistralmente da Antonio Meglio, hanno continuato a portare il loro aiuto a persone in difficoltà e mettere in sicurezza tutto ciò che la tempesta della sera prima aveva distrutto. Non bastano più aggettivi per ringraziare questo manipolo di volontari che da quasi trent’anni garantiscono sul territorio interventi tempestivi e professionali.