domenica, Settembre 22, 2024

Maria Grazia Di Scala: “Bene il protocollo sulle demolizioni. E la salute? I trasporti? La scuola? Sindaci sempre chini alla Regione”

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Perché si concludono accordi e si sottoscrivono protocolli per ripristinare la legalità violata con gli abusi edilizi e non anche per garantire il rispetto dei diritti di noi tutti, quotidianamente violati anch’essi?

Maria Grazia Di Scala | Con delibera dell’11 settembre scorso la Giunta comunale di Barano d’Ischia ha approvato il protocollo di intesa firmato a Palazzo Santa Lucia tra la Procura della Repubblica di Napoli, la Regione Campania e i sindaci dei Comuni di Bacoli, Barano d’Ischia, Forio, Ischia, Pozzuoli e Quarto, sul presupposto – si legge nel protocollo – che “le amministrazioni pubbliche possono sempre concludere tra loro accordi per disciplinare lo svolgimento in collaborazione di attività di interesse comune”, e ravvisata l’indifferibile necessità di restituire legalità ai territori coinvolti. In mancanza di disponibilità finanziarie dei Comuni per demolire i fabbricati abusivi colpiti da RESA, la Regione ha stanziato oltre due milioni di euro per finanziare gli interventi di demolizione. Giustissimo, per carità: le leggi vanno rispettate nell’interesse preminente – come in questo caso – della sicurezza e delle fragilità dei territori (sono stabiliti dei criteri di priorità per procedere alle demolizioni).

Ma viene da chiedersi perché le leggi non vengano rispettate quando si verta su diritti alla salute, alla giustizia, all’istruzione, alla mobilità territoriale. E perché allora i rappresentanti delle istituzioni restano zitti e non pretendano dalla Regione lo stesso impegno. Perché si concludono accordi e si sottoscrivono protocolli per ripristinare la legalità violata con gli abusi edilizi e non anche per garantire il rispetto dei diritti di noi tutti, quotidianamente violati anch’essi?

Mi sentirei sicura e garantita da uno Stato che demolisca un fabbricato che costituisce pericolo per la pubblica incolumità, ma che nel contempo, mi assicuri e garantisca le cure di cui ho bisogno in tempi ragionevoli e a costi sostenibili; un trasporto marittimo e terrestre decoroso e adeguato ai tempi moderni; un’istruzione e una giustizia che siano realmente tali e non abbandonate a preferenze e capricci conseguenti a quel maledetto mare di mezzo che pochi sono disponibili ad affrontare. Anche queste sono priorità per noi essenziali e vitali! Ma, a quanto pare, non meritevoli di tutela alcuna.

L’art. 119 della Costituzione come novellato recita testualmente, tra l’altro, che “la Repubblica riconosce la peculiarità delle isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità”. Dove sta questa Repubblica? Dove erano coloro che ne sono espressione quando è stato firmato quel protocollo? Perché nessuno di loro ha chiesto al potente Presidente della Regione di impiegare soldi, anche nostri, per potenziare il nostro ospedale, per finanziare l’acquisto di navigli e pullman, per garantire i nostri diritti?

Queste considerazioni sono ancor più pregnanti nel giorno della morte di Silvio Carcaterra, malato oncologico che – inascoltato – mai ha smesso di lottare non per il suo interesse ma per la tutela di noi tutti, pur affrontando il suo personale calvario. Ed allora: quegli accordi previsti dalla legge tra pubbliche amministrazioni per disciplinare lo svolgimento in collaborazione di attività di interesse comune si facciano una volta e per tutte. Le amministrazioni comunali si riuniscano per redigere un documento forte in tal senso, da portare per l’approvazione nei rispettivi consigli comunali, visto che le delibere di intento, quali quelle di recente approvate per l’ospedale, lasciano il tempo che trovano; si avanzino specifiche richieste alla Regione con diffida ad attuarle, partendo proprio dall’approvato Protocollo, i sindaci facciano finalmente la loro parte!

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