venerdì, Gennaio 10, 2025

Marinelli, Mussolini e la pecunia | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 9 gennaio 2025



“All’inizio è stato abbastanza uno shock quando mi è stato proposto il ruolo. Ho fatto molti pensieri su questo, perché essendo antifascista, venendo da una famiglia antifascista, diciamo che non sapevo bene come poter affrontare questo progetto. Però, poi, il primo incontro è stato con il libro e mi ha sorpreso così tanto nel vedere anche la mia ignoranza, perché è importante anche fare i conti con la propria ignoranza. Poi passare attraverso l’adattamento cinematografico di Bises e Serino, che è stato un adattamento molto coraggioso e molto intelligente. Dopo i nostri incontri ho pensato che non avrei avuto una vita difficile, diciamo, a sentirmi parte di una comunità che voleva comunicare un determinato messaggio. Sicuramente è stato molto molto doloroso, perché quando si affronta un personaggio si sospende il giudizio, almeno questo è quello che si dovrebbe fare di solito, e in questo caso è stato particolarmente doloroso. Dover sospendere il giudizio per quei mesi delle riprese e avvicinarmi il più possibile a questa persona, al dolore che ha provocato, ai crimini di cui si è macchiato.”
Ecco la dichiarazione di Luca Marinelli, attore sedicente ignorante, antifascista e di famiglia antifascista, che con un perfetto politichese si è allineato agevolmente al pensiero unico per giustificare nel modo peggiore l’aver accettato di recitare la parte di Benito Mussolini nella serie “M. – Il figlio del secolo”, diretta da Joe Wright e in onda su Sky e Now a partire da domani.Anche in questo caso, ecco il classico esempio di uomo di sinistra a cacchi propri, che si guarda bene finanche dal nominare il personaggio storico protagonista della sua interpretazione, ma che chiarisce con un ragionamento ben costruito a tavolino, in una serie di interviste all’insegna del più squallido dei politically correct, l’antichissimo e diffusissimo concetto utilitaristico di vespasiana memoria: PECUNIA NON OLET. 
Siamo quindi ben felici di apprendere dall’attore romano, che da oggi e grazie alla serie tratta dal libro di Antonio Scurati sarà ben più noto tra gli interpreti radical-chic del cinema italiano, che basta un buon cachet economico per superare lo shock e il dolore di mettere da parte i suoi valori antifascisti e sospendere da perfetto professionista il giudizio più che negativo nei confronti del personaggio interpretato.
Non ci crederete: non avevo alcuna intenzione di seguire questa serie e oggi, dopo tanto squallore, mi farò passare pure quel briciolo di curiosità che nutrivo per capire di che genere di produzione stessimo parlando, magari leggendo prima il libro da cui è tratta. Una cosa è certa: se è vero che ormai nella vita il valore della coerenza è sempre meno riscontrabile in ogni dove, anche e principalmente in casa di questi pseudo-duri e puri il vil denaro non è mai posto in secondo piano rispetto ai loro stessi principi. Ma… non era meglio tacere?

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