mercoledì, Marzo 19, 2025

Mario Tozzi, nuntereggaepiù! | #4WD

Gli ultimi articoli

Iscriviti alla nostra newsletter

Resta informato e non perderti nessun articolo

Daily 4ward di Davide Conte del 18 marzo 2025



Ogni volta che in Italia si verifica un terremoto, un’alluvione o qualsiasi altro disastro naturale, c’è una figura che, immancabile come la pioggia in autunno, si affaccia sulla scena mediatica con la solita aria saccente da professorone: Mario Tozzi. Più volte ho messo in evidenza la sua bieca cattiveria e malafede contro la nostra isola d’Ischia in circostanze come il terremoto del 2017 o la frana del 2022, ma il “nostro” non desiste. Eccolo, puntualissimo, a “spararsi le pose” sulla situazione dei Campi Flegrei.
Geologo di professione, divulgatore di mestiere, Tozzi non perde mai l’occasione di puntare il dito contro l’incuria umana, il malaffare, l’incapacità delle amministrazioni, le colpe della politica e, in generale, l’insipienza dell’intera popolazione italiana, mai abbastanza degna del territorio in cui vive. Un copione ormai consolidato, che segue uno schema prevedibile: prima arriva la tragedia, poi spunta Tozzi con il solito sermone in cui ci spiega che siamo noi i responsabili, che la scienza l’aveva detto, che se solo ascoltassimo gli esperti non saremmo a questo punto. Un catastrofismo, il suo,  che più che informare sembra servire a rafforzare la sua immagine di guru del disastro ambientale. La sua narrazione è sempre la stessa: gli italiani costruiscono male, vivono dove non dovrebbero, non rispettano la natura e poi si lamentano quando questa si ribella. Tutto vero? In parte sì. Ma il problema di Tozzi non è l’analisi delle cause (spesso mal identificate) e delle colpe (altrettanto spesso mal attribuite), quanto il tono con cui la espone e, soprattutto, la totale assenza di soluzioni praticabili nei suoi discorsi.
Dopo ogni evento calamitoso, le sue apparizioni televisive e sui giornali diventano un monologo moralistico, condito da un fastidioso senso di superiorità. Il suo sguardo severo e il suo tono paternalistico fanno sembrare chiunque non sia geologo (o, peggio ancora, chiunque osi obiettare alle sue sentenze) un ignorante incosciente. Eppure, tra una ramanzina e l’altra, Tozzi raramente si spinge oltre il facile atto d’accusa. Dire che le città italiane sono costruite male, che il consumo di suolo è eccessivo, che bisogna rispettare l’ambiente è sacrosanto, ma non basta a chi vive sulla propria pelle, spesso incolpevolmente, il dramma di una casa distrutta o di una terra sommersa dall’acqua. Servirebbero proposte concrete, soluzioni realistiche, qualcosa di più di un semplice “ve l’avevamo detto”.
Se il suo obiettivo fosse davvero quello di aiutare, di fornire un contributo costruttivo, Tozzi potrebbe usare il suo spazio mediatico per suggerire interventi pratici, indicando misure di prevenzione realistiche, possibili strategie di adattamento ai cambiamenti climatici, magari anche soluzioni economicamente sostenibili per comuni e cittadini. Invece, sembra più interessato a consolidare il proprio ruolo di Cassandra contemporanea, dispensando ammonimenti con il dito sempre puntato, ma senza mai abbassarlo per dare una mano a chi si trova in difficoltà.
Insomma, se c’è un’alluvione, un terremoto o una frana, state pur certi che poco dopo vedrete comparire Tozzi con la sua aria da sapientone, pronto a ricordarci la natura assoluta del bene e del male. Ma oltre alla condanna morale, cosa resta? Nulla, se non l’eco delle sue parole e il solito senso di colpa collettivo che non porta a nessun cambiamento reale. Non so Voi, ma io di questo signore ne ho veramente abbastanza!

Autore

contenuti sponsorizzati da Geozo

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos