IL MISTER INDICA LA STRADA AI GIALLOBLÙ «Stiamo cercando di dare una nostra impronta ben chiara, trasmettendo la giusta carica al gruppo»
«Mettila lì!». «Inserisciti bene!». «Dobbiamo essere più precisi e motivati, altrimenti non andiamo da nessuna parte!». «Chi sbaglia fa dieci flessioni!». Dopo quasi due ore di esercitazioni e partitelle, con l’ultimo filo di voce rimastogli, Agenore Maurizi si concede ai microfoni. A distanza di cinque giorni dalla vittoria con la Reggina, un lasso di tempo nel quale il neo allenatore si sarà fatto un quadro più completo del materiale a disposizione: «Cerco di essere il più lineare possibile – esordisce Maurizi –. E’ ancora presto per parlare di formazione per la gara di Cosenza. Stiamo cercando di conoscerci e di dare una nostra impronta che sia ben chiara a livello di gioco. Per quanto riguarda gli uomini, è sempre difficile fare delle valutazioni perché siamo tanti per determinati ruoli, pochi per altri ruoli, bisogna scegliere. Tuttavia ci stiamo allenando bene, siamo abbastanza carichi. Sto cercando di trasmettere la giusta carica al gruppo».
Il tecnico in questi giorni ha richiamato spesso i calciatori, pretendendo la massima concentrazione. «Se un allenamento non viene svolto al massimo della concentrazione, alla fine non si apprende nulla – dice Maurizi –. Se non si apprende, poi si fanno le cose a caso e certe volte ti va bene e in altre no. Voglio dare un’organizzazione di gioco alla squadra ben marcata. Oggi non siamo organizzati. Possiamo vincere o perdere, ma non siamo organizzati. Ripeto, voglio dare un’organizzazione che sia ben chiara. Anche il pescatore che sta qui di fianco deve sapere cosa fare. In tutte le situazioni, le interpretazioni dei calciatori sono importanti. Posso dare l’input che voglio, tutta l’organizzazione di questo mondo ma alla fine chi scende in campo determina tutto. Per questo bisogna essere “cattivi”, determinati, vogliosi, avere la giusta rabbia agonistica che non va confusa con l’antisportività. Io dentro ho il fuoco e penso che se non c’è il fuoco non c’è giocatore. Avete letto l’ultima intervista di Mancini? Si alzava alle sette del mattino e andava a letto alle otto di sera. Pane e calcio, senza stancarsi. Per me quello è il “fuoco”, la passione. Oggi i ragazzi dovrebbero apprendere da ciò. Solo con il talento non si va da nessuna parte. Tutti non possono prescindere dalle regole».
Maurizi ha le idee chiare per quanto riguarda la difesa, gli esterni e le tre punte. Qualche dubbio solo a centrocampo? «E’ bene distinguere le due fasi perché sabato contro la Reggina avevamo tre difensori e quattro centrocampisti in linea. Ci siamo dislocati con un 3-4-3 classico con delle varianti interne. In fase di non possesso, su palla laterale, la difesa diventava a quattro. Sabato in parte abbiamo fatto bene, in parte no e in questo caso abbiamo rischiato. Pertanto ci vuole massima concentrazione, voglio vedere la rabbia. Non stiamo facendo un campionato Primavera dove se vinci o perdi cambia poco, dimostrando se sei bravo o meno. Bisogna fare risultati, avere rabbia, fame. Durante gli allenamenti dobbiamo metterci molta applicazione».
A Maurizi viene chiesto della posizione di Mennella, rientrato nei ranghi. Possibile una convocazione per Cosenza? «Premetto che tutti i calciatori sotto contratto devono allenarsi. Mennella è un giocatore dell’Ischia Calcio. Ribadisco quanto detto durante la mia presentazione: la società ci ha messo a disposizione tutto quello che vogliamo (e la ringrazio) ma dobbiamo rispettare la regola dell’età. Dobbiamo avere una formazione con un’età media entro i 25 anni – ricorda Maurizi –. In funzione di questo, viene stilata la lista dei convocati. Compatibilmente con questa, vengono fatte le scelte tecniche. Mennella così come Taglialatela e Giordano devono allenarsi e mostrare il loro valore. Compatibilmente con l’età media, scegliamo chi deve giocare. Mennella si sta allenando benissimo, non ho nulla da dire. Se ad esempio gioca Tagliatala, non giocherà un altro giocatore più “vecchio”. Dobbiamo rispettare la media età».
Sull’infortunio di Schetter, Maurizi precisa che l’attaccante «ha una elongazione di tre millimetri al polpaccio, un infortunio che prevede uno stop di dieci-dodici giorni».