martedì, Dicembre 24, 2024

Mazzate partecipate. Giosi non approva i bilanci di Amca e Marina: “nel passato un uso distorto”

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Il consiglio comunale di Casamicciola approva il bilancio e i suoi allegati. E il sindaco attacca: "Penso che con le società partecipate ci sia stato un uso distorto. Molte le spese di natura politica venivano fatte fare anche impropriamente da queste società"

Gaetano Di Meglio | Il vero protagonista del consiglio comunale di Casamicciola è stato Giovan Battista Castagna. Sia perché è stato l’unico a parlare (di cose degne di nota), sia perché tutto quello che è stato detto dalla maggioranza è, ovviamente, nel suo dopo. Anche il siparietto con Mimmo Balbino e i debiti fuori bilancio per i lavori eseguiti nel 2022 per “sistemare” le scuole hanno avuto un senso di “ma che hai combinato”.
Per Giosi Ferrandino, ovviamente, tutto liscio. Anche la conduzione “liberty” del presidente Mattera che, in alcuni casi, ha toccato punte di ilarità degne del “consiglio” di Casamicciola Terme.
Il sindaco ha portato a casa i punti all’ordine del giorno riguardanti il bilancio e, nel prossimo civico consesso convocato per la settimana prossima, invece, si voterà per la Commissione del Paesaggio.

Il dato politico più interessante del bilancio, però, è la questione partecipate. Per Marina di Casamicciola ed Amca, come era facile immaginare, Giosi Ferrandino non ha approvato i bilanci e ci si prepara ad una due diligence esterna per valutare l’operato delle aziende di cui il comune di Casamicciola Terme è socio unico.
Le parole di Ferrandino sono lapidarie: “Così al primo acchito penso che le società partecipate sia per l’economia sociale, le partecipate, sia stato fatto delle stesse. Un uso distorto, cioè tutte le spese di natura politica venivano fatte fare anche impropriamente da queste società”.
Ne abbiamo parlato, in maniera approfondita con il primo cittadino.

Sindaco Ferrandino, un consiglio comunale abbastanza discusso e abbastanza partecipato. Però partiamo da una decisione del socio di maggioranza delle due partecipate del Comune, Marina di Casamicciola e Amca, di non approvare il bilancio. Questo è un atto politico che ovviamente poi viene letto nel bilancio, ma che merita una spiegazione?
“Nelle settimane scorse non ho approvato in sede di assemblea i bilanci di entrambe le società e per un motivo in realtà tecnico e non politico. I bilanci delle società partecipate devono essere allineati al bilancio dell’unico cliente e dell’unico socio unico che è, appunto, il Comune. Devono – continua Ferrandino – per forza di cose essere allineate. Cioè, se sono previste delle poste a favore dell’uno contro l’altro o viceversa, nei bilanci ci vogliono le stesse medesime somme a debito e a credito, cosa che invece purtroppo non è avvenuta né nell’uno e nell’altro caso. Per cui mi trovo ad essere, come stessa persona, sia il legale rappresentante del Comune e sia socio unico e quindi proprietario unico delle società e non posso non sapere che i due bilanci non coincidono. Si aspetta una verifica puntuale fatta da terzi dei bilanci, soprattutto delle partecipate, e vedere fino a che punto si possono riallineare con quello del Comune per fare una sorta di transazione, tra il dare e l’avere dove, finalmente, ci possano essere delle cifre congrue e compatibili, coerenti tra i due bilanci. Solo in quel momento potrò approvare il bilancio delle società partecipate. È una verifica che è in atto. Con gli uffici, tra l’altro, si sta cercando una soluzione perché, come ho detto in consiglio comunale, il nostro obiettivo e quello di salvare sia Amca, sia Marina di Casamicciola. Questo nonostante le grandi difficoltà finanziarie in cui si trovano, perché riteniamo che sia fondamentale avere questi due servizi in capo al Comune e non affidarsi a privati”.

“Non dimentichiamo – aggiunge – che sono società che danno sostegno e sostentamento a tante famiglie di Casamicciola, tanti lavoratori che si prodigano e continuano ancora oggi a prodigarsi per fare il proprio lavoro e quindi per lavorare per la collettività. Non meritano certamente, per colpe non loro, licenziamenti o ridimensionamenti degli stipendi, come purtroppo è avvenuto in passato. Ripeto per colpe che non sono certamente addebitabili a loro che la mattina escono e lo fanno per lavorare. Lo dico pubblicamente, anche oltre averlo detto in consiglio, faremo ogni sforzo per fare in modo che questi due servizi essenziali restino in capo al Comune, perché siamo certi che rimanendo in capo al Comune, saranno due servizi più efficienti e soprattutto non mettono a rischio i posti di lavoro che ci sono. Anzi, in base ai nostri programmi, noi crediamo che sia nell’una che nell’altra società, una volta sistemati i conti, si possono aprire finestre di una stagione di nuove assunzioni perché c’è bisogno di sostituire alcuni che, logicamente, passato del tempo da quando sono stati assunti sono prossimi al pensionamento e altri sono andati in pensione. Crediamo di dover affidare altri servizi a queste società, quindi ci sarà bisogno di altra forza lavoro. Sotto questo aspetto abbiamo le idee abbastanza chiare e credo che avremo anche la capacità di farlo”.

Sindaco, però, se non è colpa dei lavoratori, di chi è colpa di questo disequilibrio tra i bilanci.
“In questi pochi mesi di tempo che ho avuto per guardare i bilanci e di guardare soprattutto quelli comunali che sono bilanci complessi. Per andare indietro negli anni ci vuole un po’ di tempo in più e ho chiesto la consulenza gratuita di esperti del settore che stanno spulciando un i conti sia delle società partecipate sia del Comune. Penso che con le società partecipate ci sia stato un uso distorto. Molte le spese di natura politica venivano fatte fare anche impropriamente da queste società.

Quindi scelte politiche che in genere si fanno con i bilanci del Comune, con tutte le problematiche e i limiti che ci sono nella spesa con i bilanci comuni, perché si tratta di una contabilità pubblica, mentre la contabilità delle società è una contabilità di livello privatistico; quindi, con il privato non ci sono limiti. Hanno esagerato secondo me” è la chiusura.
Poi la chiosa: “Questo non dipende dal personale. Dipende da scelte politiche di chi ha la responsabilità dell’amministrazione di queste società sicuramente, ma anche da chi, poi, dava gli indirizzi politici, perché non dimentichiamo che il Comune è l’unico socio proprietario di queste due società.”

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