domenica, Dicembre 22, 2024

Mennella: «Ischia, speravo finisse diversamente. Riparto dalla Nuova Ischia»

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Alessandro Mollo | E’ stata una lunga, intensa, storia d’amore. E adesso che è finita è quasi impossibile non immaginare una lacrimuccia, seppur immaginaria, scendere sul volto dei diretti interessati, l’Ischia Isolaverde, nelle sue molteplici componenti, e Luigi Mennella, quel numero uno che in gialloblu si è permesso di sfidare le leggi della fisica ed ogni tipo di pregiudizio verso i calciatori esperti, pur di riportare i gialloblu nel calcio che conta. Tre anni indimenticabili, scanditi dai successi ottenuti sul campo (una vittoria di campionato e poule scudetto, una promozione, ed una salvezza) e dai suoi voli d’angelo.

Non deve essere facile dirsi addio dopo tre anni così
“Sì, speravo che finisse in un’altra maniera. Ma anche queste situazioni fanno parte del calcio, e bisogna accettarle. Sono sempre onorato ed orgoglioso di aver giocato per l’Ischia, la squadra della mia terra. Ho avuto anche il piacere di indossare la fascia di capitano. Guardo il bicchiere sempre mezzo pieno, quindi penso a quello che l’Ischia mi ha dato in questi tre anni e lo porterò sempre nel cuore”.

Perché è finita con l’Ischia?
“Sono scelte tecniche, decisioni della società. Hanno scelto così e bisogna accettarlo, sebbene a malincuore. Mi avrebbe fatto piacere rispettare il contratto, ma, come dicevo, fa parte del calcio. La vita va avanti”.

Tre anni magici e numerose parate spettacolari. Quale la più difficile e quale quella che a te è piaciuta maggiormente?
“ Quella di Matera e quella di Taranto sono state due parate importanti per il risultato, e al tempo stesso, spettacolari. Ricordo che nella città dei Sassi dissero che la palla era entrata e ne seguì una polemica, ma poi le immagini mostrarono che il mio intervento aveva evitato il gol”.

A dispetto della carta di identità, hai sbalordito tutti con i tuoi voli.
“La differenza la fa la voglia di allenarsi e di raggiungere gli obiettivi prefissati. E’ quel fuoco che ho dentro, che mi permette ancora di allenarmi e di divertirmi. Gli anni passano, ma la voglia di sacrificarsi c’è sempre. Ho sempre vissuto il calcio con un approccio professionale e con la voglia di divertirmi e di togliermi delle soddisfazioni”.

Quanto hanno inciso le tue parate nei successi dell’Ischia?
“Il mio ruolo è quello di parare e ho cercato di fare sempre del mio meglio. Nel bene e nel male si cerca sempre di dare il massimo, ed io sono a posto con la coscienza. Sono i risultati a determinare l’incidenza delle parate. Capita ai portieri anche di fare belle parate che però restano in secondo piano perché la squadra non vince. Il ruolo del portiere è quello di parare e le parate sono incisive come i gol”.

Adesso parte una nuova avventura con la Nuova Ischia
“Manca solo l’ufficialità. Ho ancora voglia di divertirmi. Ho avuto alcuni contatti con squadre della terraferma e con Forio e Barano, ma ho preferito la Nuova Ischia. Indipendentemente dalla categoria, ho ancora voglia di allenarmi e sacrificarmi. Quando non sarà più così, smetterò di giocare”.

Cosa ti ha convinto del progetto Nuova Ischia?
“Restare ad Ischia ed il gruppo di lavoro, come poteva accadere anche col Barano o con il Forio. La Nuova Ischia è quella, però, che mi ha cercato con più insistenza, e poi lì ci sono Gianni ed Isidoro Di Meglio, persone competenti ed amiche. E’ un progetto nuovo, il loro, ma già intrigante, ed io sono contento di farne parte”.

E’ il momento dei saluti
“I tifosi sono stati grandiosi. Ho avuto un rapporto stupendo con tutti gli sportivi isolani. Ringrazio voi giornalisti, gli addetti ai lavori del campo e tutte le persone conosciute in questo periodo. I tifosi mi hanno regalato una grande soddisfazione: il giorno più felice per me è stato quello di Ischia – Arzanese, quando al momento della mia sostituzione tutto il campo ha intonato il mio nome. Voglio ringraziare tutti i tifosi e gli sportivi per avermi regalato quei momenti. E poi, come è noto, fare il profeta in patria è difficile. Io posso dirci di esserci riuscito, almeno parzialmente”.

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