Il primo teste è quello più importante, ritenuto basilare per il pubblico ministero Celeste Carrano nel processo sulla metanizzazione ad Ischia che si sta celebrando dinanzi ai giudici della I sezione penale del tribunale di Napoli. E’ il capitano Gianpaolo Scafarto del Nucleo operativo del Noe di Roma. E’ intorno a lui che è ruotata tutta l’attività investigativa nel mettere a punto i ruoli, le responsabilità, i presunti illeciti nell’ambito dell’affare metanizzazione di Ischia e non solo, che ruotava intorno alla Cpl Concordia. Si è seduto sul banco dei testimoni con piglio deciso, munito di una cospicua documentazione. Tutti gli atti investigativi da lui sottoscritti per ricordare anche l’aspetto più insignificante di questa inchiesta che certamente ha provocato un vero e proprio terremoto nella primavera scorsa. Colpendo tutto il vertice di una delle più potenti cooperative rosse dell’Emilia Romagna e che aveva esteso le sue attenzioni sull’isola d’Ischia e nella provincia casertana. Scafarto si è occupato solo dell’aspetto della metanizzazione e soprattutto in quest’aula ha dovuto soffermarsi esclusivamente sulle posizioni dell’attuale sindaco d’Ischia Giosi Ferrandino e del tecnico comunale Silvano Arcamone. Comunque, alla fin fine, per la difesa non è stato un esame negativo. Tutt’altro. Si credeva che con le domande poste dal pubblico ministero chissà cosa sarebbe emerso. Aggiungendo, infine, che riferimenti precisi sui due imputati, non sono stati fatti in questa fase. Scafarto, infatti, verrà sentito nuovamente dal pubblico ministero solo quanto riguarda l’altro aspetto delle indagini, legato alle intercettazioni telefoniche. E subito dopo la parola passerà alla difesa per il controesame, sia per quanto attiene tutte le indagini da lui svolte e anche le considerazioni che ha lanciato in aula, che per le intercettazioni. Sulle considerazioni, sulle valutazioni fatte durante il completamento delle frasi, il presidente lo ha richiamato ricordando all’ufficiale dell’Arma di non fare valutazioni, ma di raccontare soltanto i fatti, perché questo sarà un compito del tribunale allorquando deciderà sulle sorti degli imputati. Tornando all’inizio del processo, il pubblico ministero Celeste Carrano ha chiesto al tribunale di integrare il numero delle intercettazioni con le relative trascrizioni. Sia l’avv. Furgiuele che l’avv. Vignola, difensori del Ferrandino, hanno chiesto una “pausa” al fine di verificare la legittimità dei decreti autorizzativi per le intercettazioni, ricordando che questo processo sulla Cpl Concordia nasce nell’ambito di un altrettanto importante processo nei confronti dell’ex parlamentare del Pdl Alfonso Papa. Le cui indagini vennero svolte dal sostituto procuratore della Repubblica John Henry Woodcock. Il processo Papa si svolge, guarda un po’ i casi della vita, dinanzi allo stesso collegio che deve giudicare gli amministratori di Ischia, che già in precedenza si è espresso per la nullità di alcuni decreti intercettativi del processo Papa. La difesa vuole quindi approfondire se quelle bocciature possono rientrare tra quelle diciamo autorizzate nel processo Concordia. E quindi dichiarare il tutto inutilizzabile. Il pubblico ministero si è opposto sottolineando che non vi è alcuna attinenza tra il processo Papa e i relativi decreti di intercettazione inerenti alla Cpl Concordia. Il tribunale ha confermato che già precedentemente aveva chiarito taluni aspetti su questa vicenda, ma allo stato non ha potuto pronunciarsi e ha sollecitato la difesa a consegnare ogni elemento utile per la decisione e contestualmente ha rinviato il conferimento dell’incarico al perito per la trascrizione delle intercettazioni. E si è passati quindi all’esame del capitano dei Carabinieri Scafarto senza entrare nel merito delle intercettazioni. Il “prezioso” teste dell’accusa ha iniziato con lo specificare che «le indagini presero il via allorquando venne intercettata una telefonata di Francesco Simone, all’epoca consulente della Concordia e responsabile dei rapporti istituzionali. Incarico conferitogli direttamente dall’allora presidente della Cpl Roberto Casari. Dalle intercettazioni emerse che il suo compito era quello di favorire i rapporti con il mondo politico, per dare sostegno alle attività della Concordia. In base a questi riscontri furono posizionate alcune microspie nella sede romana della cooperativa. Poi iniziarono una serie di intercettazioni telefoniche».
E poi passa, su sollecitazione dell’accusa, a spiegare il complesso mosaico per la realizzazione della rete del gas, le varie richieste che furono fatte dalle amministrazioni comunali, come la politica si attivò per rendere possibile questa importante opera. Non certamente facile: «La metanizzazione prende spunto – ha detto il capitano Scafarto – alla fine degli anni ’90 inizio 2000. Era stato il sindaco Brandi a dare l’impulso per la realizzazione dell’opera. Un’opera complessa che solo nel 2004 ebbe una sorta di accelerazione. Incominciarono a redigersi tutti gli atti necessari e dalle imprese che avevano mostrato interesse alla rete sull’isola d’Ischia, l’offerta della Concordia si dimostrò la più vantaggiosa e sin dall’inizio colui che ne seguiva la pratica era stato l’arch. Arcamone. In quel periodo tre comuni si consorziarono: Lacco Ameno, Forio e Casamicciola e quest’ultimo quale capofila delegato alla redazione del progetto per la metanizzazione. E questo avvenne dopo il 2004. Un secondo impulso si verificò nel 2006. Poi c’è stata un’inerzia, nulla si fece, e questo indusse l’allora sindaco di Forio Francesco Regine a trasmettere una lettera agli altri due Comuni con la quale manifestava la propria decisione di rescindere il consorzio. Nel 2010 è il Comune di Casamicciola a prendere nuovamente vigore per concludere l’opera di metanizzazione. Il Ferrandino dal 2002 al 2007 ne è stato sindaco di Casamicciola e pochi mesi dopo è stato eletto sindaco di Ischia, dove lo è tuttora».
Alla domanda sulle opere realizzate, il teste, sempre consultando i suoi documenti da lui sottoscritti: «E’ stata realizzata una condotta sottomarina e poi sono iniziati i lavori a terra nel comune d’Ischia e a chiusura delle indagini non sono stati del tutto ultimati. Ricordo che dall’acquisizione della documentazione risulta che sia stato poi concluso un collaudo tecnico su quanto realizzato».
E tornando ai vertici della Cpl, l’ufficiale dell’Arma riporta a parlare del personaggio più importante, colui che aveva i rapporti con il mondo politico locale e nazionale al fine di favorire la Concordia: «E’ Simone che si attiva per far approvare la metanizzazione per un finanziamento pari a 20 milioni affinché opere nel Mezzogiorno venissero ultimate. E tutte con riferimento alla metanizzazione». Ed è a questo punto che passa ad analizzare gli aspetti che più interessano il tribunale, il quale dovrà soffermarsi soprattutto sul capo d’imputazione perché di quello rispondono e di null’altro: «C’è stato un rapporto tra la Cpl e il Ferrandino per un contratto vuoto per pieno con l’albergo della famiglia del sindaco. Per il fitto di sette camere che veniva utilizzato dai dipendenti della Cpl Concordia che ne avessero fatto richiesta. Una prima convenzione partì il 17 novembre del 2012 e fino a settembre dell’anno successivo. La seconda venne sottoscritta l’anno successivo dal presidente Casari e dall’amministratore dell’Hotel Le Querce per un ammontare di 174.000 euro per un intero anno, con 7.000 in più rispetto al 2012. La convenzione della Concordia è un’anomalia, perché non rientra tra quelle società o cooperative che hanno interessi nel mercato turistico».
Una valutazione che al presidente non è molto piaciuta. Aggiungendo il teste che «quelle sette camere a disposizione per quasi un intero anno alla Concordia venivano molto spesso vendute a terzi. Quelle camere erano a disposizione dei dipendenti che avrebbero pagato il soggiorno alla Cpl ad un prezzo concordato, mentre la Concordia direttamente versava la somma al legale rappresentante dell’Hotel Le Querce. Di questo accordo sono stati beneficiati i dipendenti fino al giugno del 2014».
E fa un’altra considerazione: «Se la Concordia avesse pagato le camere utilizzate per questi interi periodi, avrebbe pagato 47.000 euro rispetto ai 174.000 e per l’altro periodo, inerente al 2014, avrebbe speso 8.000 euro per le camere utilizzate a fronte dei 167.000 pagati». Non tenendo conto, il teste, che il dato numerico delle presenze aumenta esponenzialmente nei periodi più caldi della stagione, quando tutti vanno in ferie: luglio e agosto, e dove c’è stata la maggiore affluenza dei dipendenti Concordia nell’anno successivo. E ha aggiunto: «Già Cpl aveva una convenzione con l’Hotel La Marticana, i cui prezzi erano in linea con quelli dell’Hotel Le Querce». Dimenticando che i contratti di convenzione erano diversi, in quanto per La Marticana gli ospiti erano gli operai che erano sull’isola per lavoro e non divertimento.
Sull’altra convenzione il teste ha avuto qualche osservazione da fare, in particolar modo sul fratello del primo cittadino: «Venne stipulato un contratto con l’avv. Massimo Ferrandino per un compenso mensile di 2.500 euro. Anomalo avere per la Cpl una convenzione di tale portata avendo al proprio interno una struttura legale e per avere una prassi di utilizzo di una modulistica per gli incarichi svolti da professionisti esterni. Dopo un poco viene modificato il contratto con un aumento per le prestazioni a 4.000 euro. E in quello stesso periodo il Comune di Casamicciola firmava la convenzione con la Cpl Concordia».
E poi lancia una bordata al fratello del primo cittadino: «Nessuno ci ha saputo spiegare quale fosse l’attività svolta dall’avv. Massimo Ferrandino. Un rapporto che si concluse nel luglio del 2014 con una missiva dello stesso Ferrandino. Non è stato mai dato conoscere quale fosse l’esatto ruolo all’interno della Cpl. Dagli atti acquisiti abbiamo recuperato uno studio dell’avv. Ferrandino che è una sorta di copia e incolla di un elaborato di venticinque pagine che è costato 24.000 euro».
Ed è stato a questo punto che il presidente lo ha richiamato a non fare valutazioni.
L’ultima chicca è sui rapporti con la stampa. Il capitano Scafarto ha ricordato che «durante una perquisizione negli uffici del numero due della Concordia Verrini venne rinvenuto un fax inviato dall’Hotel Le Querce dove si parla di pubblicità ai quotidiani, tra cui al Golfo, e di una somma di 1.500 euro ad un noto giornalista locale». E ha concluso che i lavori «in subappalto sull’isola d’Ischia sono stati eseguiti dalla società Di Tella di San Cipriano d’Aversa».
Vai Scafarto!!
Ps. non è la prima volta che leggo di ridimensionamento delle responsabilità di Ferrandino ed Arcamone e tutte le volte tale circostanza si è verificata mendace.