Non intenderò soffermarmi sul possibile rapporto costi-benefici posto in essere dalla società tedesca che dal 2016 ha acquisito il faro di Punta Imperatore e che solo di recente lo ha attivato come resort (quattro camere), ristorante e aperitif bar. Quel che mi interessa è trasmetterVi il senso di unicità provato pochi giorni fa nel recarmi a cena in questo posto d’incanto, valutandone -perché no- i pro e i contro, ma di certo annullando i secondi a favore dei primi che, inevitabilmente, fanno pendere l’ago della bilancia dalla loro parte.
Parlare del panorama favoloso e dall’enorme suggestione provata nell’ammirare il tramonto con la luce del faro che, progressivamente, diventava più forte, può apparire forse pleonastico. Ma sempre per il solito rischio di abituarci troppo facilmente alle bellezze che appartengono alla nostra Isola, una nota a questo genere di spettacolo pressoché impareggiabile diventa d’obbligo. E la controbilanciamo subito, ovviamente, con le difficoltà logistiche che caratterizzano il raggiungimento della location, dopo aver vissuto la “guida pericolosa” della stradina che diventa sempre più stretta e solo a portata di Panda man mano che ci si avvicina al parcheggio, per poi percorrere a piedi un sentiero nel verde di circa duecento metri che, sebbene mitigato dalla discesa e dai panorami ammirabili in andata, anticipa senza mezzi termini quale sarà la faticata del ritorno a pancia piena o con qualche drink di troppo.
Il primo complimento va all’Arch. Giovannangelo De Angelis, il quale è riuscito a compiere una ristrutturazione più che sapiente, rendendo gradevole il mantenimento dello status originario di tutto quanto fosse possibile conservare in tal modo e ripristinando col nuovo lo stile e i materiali di ciò che proprio non poteva essere recuperato. Fabio Mattera, giovane manager ischitano, è stata un’altra ottima scoperta, alla guida di un team che sembra trasudare cortesia e professionalità ad ogni costo: abbiamo mangiato e bevuto bene, ma fondamentalmente siamo stati felici.
Ci sono molti aspetti decisamente migliorabili di questo autentico angolo di paradiso tutto ischitano e che Vi invito, almeno una volta, a provare. Ma per ora, nel rispetto dell’incipit di questo editoriale, mi fermo qui. E tengo a chiarirlo: sebbene nel lontano 2016 ci abbia provato per primo, questi signori non sono ancora miei clienti.