Quinto riconoscimento internazionale per il direttore dell’Ischia Film Festival Michelangelo Messina, che lo ha visto ancora una volta ricoprire il ruolo di giurato in festival europei. Dopo il Molodist – Kiev International Film Festival (Ucraina), International Film Festival Love is folly – Varna (Bulgaria), Academia Film Olomouc – Olomouc (Rep. Ceca), Festival Internacional de Cine de Reus (Spagna), è stato nominato presidente di Giuria del Montenegro Film Festival a Hergec-Novi.
– Direttore, come è andata?
«Direi molto bene. Sono stato invitato dalla Fedeora, la federazione Europea dei critici cinematografici del Mediterraneo, a presenziare il Festival di Montenegro giunto quest’anno alla sua 35 a edizione».
– Un traguardo importante che consolida il lavoro svolto ormai da vent’anni nell’ambito dei festival cinematografici.
«Si, in effetti mi ha molto lusingato che la Federazione, grazie a Zlatko Vidacovic, abbia voluto farmi presiedere la giuria dei critici che era composta dal sottoscritto, dal critico cinematografico del Montenegro Stojan Stamenic e dal critico croato Nino Kovacic. Nata nel 2010 a Cannes, la Fedeora è costituita da singoli critici cinematografici professionisti provenienti dai Paesi europei e mediterranei. Oltre a pubblicare recensioni di film, saggi, resoconti sui festival ed altri articoli nella rivista cinematografica online Fedeora, organizzare conferenze e molti altri, forma giurie rappresentanti in importanti festival internazionali quali il festival di Karlovy Vary, il festival di Pula, le Giornate degli Autori al Festival di Venezia e il Festival di San Sebastian in Spagna».
– Quali erano le opere da giudicare?
«In questo contesto si trattava di opere, molte in anteprima, di film dei Balcani: Serbia,·Croazia, Slovenia, Macedonia del Nord, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Kosovo. Chiaramente erano tutti sottotitolati in inglese. Le categorie erano diverse: la sezione Student Film Competition, quella del cinema europeo e dell’Adriatico, quella dei documentari e varie retrospettive dedicate ai grandi personaggi jugoslavi della settima arte, come il regista e sceneggiatore serbo ottantenne Zelimir Zilnik che è stato fra i protagonisti del movimento Onda nera e ha vinto l’Orso d’Oro al Festival di Berlino nel 1969 con “Opere giovanili”, un docu-film che raccontava la storia di Jugoslava, una giovane donna che, spinta dai suoi ideali marxisti, decide di svegliare le coscienze all’interno della classe operaia e contadina. Noi della Fedeora personalmente abbiamo giudicato i lungometraggi del concorso internazionale».
– Chi avete premiato?
«Abbiamo premiato un road movie ambientato tra Slovenia, Croazia e Serbia, “Riders”. Un’opera cinematografica molto dettagliata e raffinata in quasi ogni aspetto, primo film di Dominik Mencej, regista esordiente che credo avrà una lunga carriera considerando lo straordinario lavoro svolto in questa opera prima».
– Abbiamo visto da alcune immagini sui social che anche questo festival si svolge in luoghi suggestivi e storici come il Castello Aragonese.
«In effetti il festival si svolge in tre straordinarie location. La prima è un anfiteatro naturale all’interno di una ex fortezza turca: Kanli Kula; un’altra è collocata su una torre di avvistamento sul mare: Torre mare, ed infine all’interno del Dvorana Park. La località dove si svolge il festival è un luogo turistico molto frequentato, Hergec – Novi, e c’è stata una folta partecipazione di pubblico e artisti. Ancora una volta credo che le location in questo caso abbiano il loro richiamo per i festival estivi».
– Ritornato da questa ennesima esperienza di giurato si riparte alla programmazione della ventunesima edizione dell’Ischia Film Festival?
«Per il momento siamo ancora in una pausa di riflessione su quanto abbiamo realizzato in questi vent’anni e poi ora c’è il Festival di Venezia, magari ne riparliamo dopo settembre».
– In bocca al lupo.
«Grazie».