Anna Lamonaca | Michele Maturo è un personaggio unico nel suo genere: sorridente, positivo, dal viso aperto, allegro, si distingue subito, lo si nota per quello sguardo attento sul mondo, sulla vita. Michele ha sempre una storia, un aneddoto da raccontare, un’emozione da farci vivere, conscio di quella “cultura” che è tipica dell’uomo che ha avuto come “scuola” la strada, “l’università della vita” la saggezza di chi si è fatto da sé, con forza e tenacia, ma anche di chi è capace di guardare ancora a quella magia nascosta nelle piccole e semplici cose che poi diventa poesia. Tassista di professione, napoletano di nascita e di cuore azzurro. Questo simpaticissimo signore, amico d’Ischia, ma anche di numerosi vip, lo incontriamo presso il Sorriso Resort mentre svolge il suo servizio navetta e ci dona una bella poesia dedicata alla nostra Isola Verde, raccontandoci come sia cominciata la storia d’amore tra Pepe Reina, Mertens, Ornella Muti, Tony Renis, molti altri personaggi famosi e la città di Napoli, essi dopo aver visitato Napoli a bordo del suo taxi ed aver conosciuto grazie a Michele anche la nostra splendida Isola Verde non hanno smesso più di amare la Campania.
Michele da quanti anni fai il tassista? Sono originario di Napoli centro, amo questa città e sono molto noto. Faccio il tassista da più di 35 anni, mi conoscono tutti proprio per il mio mestiere, mi stimano e mi vogliono bene.
Come si fa ad essere così amato da tanta gente? La prima cosa è l’educazione, bisogna rispettare il cliente, offrirgli tutte le comodità, fare il tassista è come essere un confidente, un amico. Il tassista mentre ti accompagna, ti guida proprio dove devi andare, deve imparare anche ad accogliere i segreti, le confessioni, le chiacchiere dei viaggiatori e spesso si fa carico di andare a prendere la madre, la moglie, l’amante di chi gli chiede di essere accompagnato, tutto in estrema riservatezza.
Conosci molti personaggi famosi che ti sono affezionati. Sei passato alle cronache sportive per la tua amicizia con Pepe Reina, come vi siete conosciuti? 13 anni fa, nell’anno 2002, Reina aveva 20 anni e giocava nel Barcellona, dopo una crociera nel Mediterraneo insieme con la sua signora, prima di cominciare la stagione in prestito al Villarreal voleva visitare Napoli.Abbiamoparlato tanto e io gli dissi che un giorno sarebbe venuto a giocare nel Napoli. Pepe, stupito e affascinato dalla previsione, mi promise una maglietta del Villarreal con dedica. Cimelio che, però, non mi è mai arrivato a causa di un problema nella spedizione, tornando addirittura al mittente. Dopo molti anni Reina ritrova la maglia al momento del trasferimento a Monaco di Baviera la scorsa stagione e quando torna a Napoli, incontra un altro tassista. Fatalità della vita era mio figlio che fa anche lui il tassista e così gli chiese se mi conosceva. All’improvviso mi arriva una telefonata mentre stavo mangiando, era mio figlio che mi chiese se anni fa avevo portato in giro per Napoli un giocatore, io gli dissi di si e che mi doveva mandare una maglietta che non mi aveva ancora mandato. Reina mi invitò a casa sua, ho una foto che sono stato a pranzo con lui e mi consegnò la maglietta in regalo. Poi venne a Napoli a trovare degli amici e visto che ormai tra di noi si erano instaurati dei rapporti d’amicizia mi fece una telefonata e me la dedicò insieme ad altri calciatori del Napoli, da allora siamo amici strettissimi.”
Sei anche un poeta, hai scritto una bellissima poesia su Ischia ci vieni spesso? Precisamente dal 1950 perché una mia zia abita a Panza d’Ischia, ho tante fotografie sulla spiaggia a Forio, avevo 6 anni, ho conosciuto Leopoldo a Panza che mi ha procurato tanti clienti che si spostano da Ischia a Napoli, sono amico di molti politici isolani come De Siano, Pascale, Del Deo.
Come hai conosciuto Tony Renis? Venne nel 1992 a Napoli a mangiare in un ristorante giù Marechiaro. Ebbi questa chiamata, incontrai lui, sua moglie ed il coreografo che stava organizzando uno spettacolo a Piazza del Plebiscito perché all’epoca c’erano i campionati. Lo accompagnai e gli dissi: “visto che lei è una persona molto simpatica ed io ho la macchina più rotta del corso pubblico allora deve venire con me”. Salì sulla macchina ed iniziammo a parlare del più e del meno, gli lessi una delle mie prime poesie che s’intitolava “Strada” io gli raccontavo della vita in strada in cui avevo conosciuto gente, strada come un’università che nessuna scuola può imparare, strada dove ci sono le donne di vita, strada dove si vende l’amore. Egli ascoltava i miei versi con molta attenzione e stupore, felice di aver conosciuto un tassista – poeta ed apprezzava la mia poesia.
Quando hai iniziato a scrivere poesie? Ho incominciato a scrivere da adulto, ho frequentato solo fino alla quinta elementare, la mia scuola principale è stata la strada, ho conosciuto anche Almirante e so che è una persona molto scomoda, perché considerato il nemico di tutti, però lui mi ha cercato per essere consigliato. Nella mia vita ho accompagnato col taxi tante persone, conosciuto tante storie, persino tanti guappi che si sono raccontati nella mia auto, la mia vita è un vero e proprio romanzo.
Come nasce la tua ispirazione nello scrivere le poesie? Quando sono nei posteggi, invece di dire tante fesserie automaticamente mi metto a scrivere, queste poesie principalmente le ho scritte più per me, perché è molto difficile che le faccio sentire alla gente, quando ero ad Ischia ho una poesia sull’Isola Verde e l’ho letta a Luana Pezzuto, gliela regalai dicendole: “Se non ti piace buttala” lei l’ha apprezzata molto mettendomi in contatto col vostro giornale.
Dove le conservi queste poesie? Nel taxi, tutte scritte al computer in macchina perché a casa quando le faccio sentire a mia moglie mi dice: “Tu non avevi niente da fare?”.
Mertens viene spesso a pranzo da te vero? Ho conosciuto Mertens che è stato a pranzo a casa mia poiché mio figlio è amico del fratello più grande e quindi possiedo tante sue magliette, basta fargli una telefonata e lui subito viene a casa a trovarci e da quel giorno ogni volta che è a Napoli, è adottato dalla mia famiglia, è diventato famoso il suo gesto in cui mimava la macchina ed il pancione dedicando il suo primo goal alla Samp a noi famiglia Maturo.
Ornella Muti come l’hai conosciuta? Ornella? Sono andato a prenderla su segnalazione del Sorriso Resort, lei era a Napoli, aveva la borsa in testa per paura che le accadesse qualche cosa, io la feci entrare nella mia macchina e lei mi chiese di andare al porto, invece io le dissi: “No lei viene dove dico io, la porto a mangiare prima una mozzarella poi andiamo a prendere un bel caffè e poi ci dirigiamo verso Ischia dove si mangia, si beve e si fischia” e da allora ogni volta che viene a Napoli anche con sua figlia Naike mi cerca per essere accompagnata e quando m’incontra, mi abbraccia sempre. L’ospitalità è una cosa importante ed io ci tengo molto, chi fa il tassista deve essere corretto, ospitale e soprattutto deve amare la propria città e farla conoscere ed ammirare ai suoi clienti.