«Moni Ovadia, Odisseo e la gara dell’arco (canto XXI)», è il titolo dell’accattivante appuntamento in programma per stasera a Forio, alle 20.30 nel Chiostro Francescano, nell’ambito de Il Contastorie: è una serata di grande suggestione anche perché dedicata alla memoria dell’attore e regista Gennnaro Zivelli, molto noto per il suo impegno a Forio e nell’isola d’Ischia. «Ovadia corre sulle onde dell’Odissea – si legge nell’introduzione alla soirée – arrivando all’Itaca di quello straordinario poeta che è Kostantinos Kavafis. Lo spettacolo proietta lo spettatore in una dimensione in cui la narrazione ritorna all’antico e primo modo in cui il poema omerico veniva offerto, gli spettatori devono ascoltare, non leggere e l’unione di una grande testo con un grande interprete permette di assistere ad uno spettacolo di rara attualità. Il racconto (canto XXI) propone il momento in cui Penelope ha deciso di porre fine all’attesa: sarà sposa di chi, tra i proci, saprà tendere l’arco di Odisseo. I pretendenti si preparano alla sfida; tra loro, sotto i dimessi stracci del mendìco, si cela Odisseo. Quando l’arco sarà nelle sue mani, Odisseo non esiterà a scoccare il dardo che trafiggerà la gola del più arrogante dei pretendenti. Le porte della reggia si serrano come le reti di una tonnara. La mattanza ha inizio».
Per martedì sera, alle 20.30, al Palazzo Reale di Ischia, va invece in scena «Espiantati» di Franco Autiero, con l’attrice Alessandra Borgia e un intervento di Fulvio Calise. Il lavoro rende omaggio a Franco Autiero, scenografo, drammaturgo, artista, scomparso nel 2008. Il testo, scritto apposta per l’attrice, debuttò nel 1995 per Settembre al Borgo. Vengono raccontate tre storie vissute da autore e attrice in un percorso che segue il filo della follia, della diversità. Storie di emarginazione che si relazionano in qualche modo alla città. C’era l’intervento dello stesso Autiero sul palco, ruolo che in questa edizione sarà ricoperto da Fulvio Calise che, per scelta precisa della Borgia, non è un attore, ma un medico, un chirurgo specializzato in espianti e trapianti, una sorta di esorcismo all’idea dell’espianto come atto definitivo. Una storia che voleva evocare l’impegno dell’autore e dell’attrice al fianco di Annibale Ruccello, spesso citato tra le righe e costante punto di riferimento artistico e intellettuale. Tre personaggi molto diversi tra di loro, grazie ai quali la protagonista diviene una sorta di spirito alla deriva, pronta a trasformarsi da donna sciatta e “condominiale” a dama elegante e sensuale, passando per l’incarnazione della gatta Rusinella, la gatta de “Le cinque rose di Jennifer” di Ruccello.