“Perchè il fatto non sussiste!” I titolari de “L’Epomea”, Giuseppe ed Enrico Mattera, erano accusati di concussione. Francesco Iacono, responsabile dell’Ufficio Anagrafe, di abuso d’ufficio
Il processo “mortopoli” si è concluso con una sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste per tutti e tre gli imputati: Giuseppe ed Enrico Mattera, accusati di concussione, e il responsabile dell’Ufficio Anagrafe del Comune di Serrara Fontana Francesco Iacono, tratto a giudizio con l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio. I primi due sono titolari dell’impresa funebre “L’Epomea”, che avrebbe trattato con un rappresentante della società “La Borbonica” le esequie di alcuni defunti. Dietro pagamento di una somma di denaro, in quanto nel territorio di Serrara Fontana vige un regolamento approvato dal consiglio comunale che impone alcune prescrizioni e chi intende operare ha bisogno di autorizzazioni che vengono rilasciate solo a condizione che l’impresa possegga una serie di requisiti. Il pm aveva chiesto per i due Mattera la condanna a quattro anni e sei mesi di reclusione, mentre per lo Iacono l’assoluzione con la formula più ampia.
Un’indagine che si basa sulla denuncia di Minichini, qualificato il factotum della società “La Borbonica”, chiamato dai familiari di una defunta che soggiornava presso Villa Mercede a Fontana e che per svolgere la funzione funebre avrebbe dovuto ottenere l’autorizzazione comunale. Da qui nasce tutta la vicenda, con una serie di incontri presso la sede municipale, si innescano discussioni, fino all’incontro fra i rappresentanti delle due imprese funebri che giungono ad un accordo secondo il quale il Minichini de “La Borbonica” avrebbe dovuto versare 500 euro ai Mattera della società “L’Epomea”, l’unica autorizzata a svolgere tale servizio a Serrara Fontana. A quell’incontro fatidico il Minichini giunse “armato” di un registratore per ottenere le prove ritenute necessarie nel momento in cui si era recato qualche ora prima al commissariato di Polizia per denunciare il fatto. Le indagini poi si sono sviluppate con una serie di attività da parte della polizia giudiziaria coordinata dal sostituto procuratore Valter Brunetti, che si concludevano con una richiesta di rinvio a giudizio che ha trovato piena corrispondenza nella decisione del gup.
Dopo questa lunga valutazione dibattimentale si è arrivati finalmente alla sentenza. I giudici hanno sgombrato qualsiasi ombra di dubbio sulla consistenza delle prove portate alla loro attenzione e hanno stabilito in modo inconfutabile che non è stato commesso alcun illecito.