Sì, è domenica. E tutti Vi aspettate un argomento locale di maggior appeal. Non saprei: Enzo Ferrandino e la sua ennesima intervista-fiume a “Il Dispari” nel peggior politichese possibile, le assunzioni-svecchiamento in quel dell’Evi, la permuta Pio Monte-Ibsen a Casamicciola, la querelle-porto tra Comune e Cala degli Aragonesi. Tutti topic su cui si potrebbero scrivere più fiumi di parole dei Jalisse. E invece, oggi, scrivo del Napoli! Afammocc…
Quella di stasera contro l’Udinese è una partita importantissima e non solo perché l’Inter ha perso tre a zero contro la Fiorentina nel recupero di giovedì, per poi incontrarla di nuovo domani in un return-match insolitamente ravvicinato. Il Napoli di Antonio Conte (mamma mia, ancora non riesco a digerirla più di tanto ‘sta cosa) deve sfatare il solito, storico tabù che faceva dannare il mio caro babbo Pippo: ogni qualvolta si tratta di approfittare dei passi falsi delle dirette antagoniste, gli Azzurri vengono meno nelle cosiddette cuciture.
Dobbiamo dire senza troppe esitazioni che una volta archiviato il pareggio acciuffato dalla Roma al photofinish, lo scivolone iniziale contro il Verona, il “paliatone” casalingo contro l’Atalanta e la doppia figuraccia con la Lazio tra Coppa Italia e campionato, finora il Napoli vanta una condotta di stagione insperatamente al top e, non a caso, il primato è lì a testimoniarlo. Ma la stagione è ancora lunga, lunghissima, con tutti i tirachiodi che continuano a tentare di attribuire ai partenopei il ruolo di favoriti per non disputare altra competizione oltre il campionato e per la presunta bontà di un calendario a loro favore.
Le dichiarazioni del diesse Manna al termine del cosiddetto mercato di riparazione, per quanto credibili o meno possano essere, rappresentano senz’altro un cambio di passo anche da parte della società, che per la prima volta dopo anni conferisce tanto potere e visibilità a un dirigente e, soprattutto, lascia che sia lui insieme al tecnico a tenere il tempo e il modo delle uscite pubbliche più rilevanti, con un presidente De Laurentiis e la sua famiglia mai così fuori dalle scene. E per quanto, ancora una volta, tutto lascia legittimamente pensare che il mancato adeguato rimpiazzo di Kvaratskhelia sia stato ampiamente studiato a tavolino e non certo da oggi, dobbiamo ammettere che finora i risultati diano ancora una volta ragione a chi muove i fili. E -speriamo- non solo per mera fortuna.
Con Buongiorno che scalpita per rientrare al posto di un Juan Jesus più che all’altezza del compito di sostituirlo in queste ultime sette gare senza di lui e che sembra confermato ancora contro i friulani, diciamo che tutto sembra fondare su presupposti assolutamente incoraggianti. Ma non bisogna in alcun modo abbassare la soglia d’attenzione verso una stagione che può rivelarsi insperatamente vincente. E sotto questo profilo, ben venga la logica apparentemente umile e prudenziale del tecnico salentino all’insegna del fieno in cascina. Intanto, barra dritta e centosei all’alba!
#FNS