QUESTIONE PERSONALE di Gaetano Di Meglio
A settembre, in un bar del centro di Ischia, ci fu un amministratore del comune di Ischia che mi chiese se mi andasse di collaborare con l’organizzazione del “Natale”. Per chi, come me, ama il proprio paese e crede di aver una piccola visione diversa da quella che vive è stato un piacere. Così, come un piccolo “Theseus” che arriva dal 2071 (il mio binge watching continua a produrre danni, questa volta è “Continuum”) e che spera di poter cambiare il presente per migliorare il futuro.
All’amico chiesi prima di tutto se aveva la “copertura” politica. Continuammo la chiacchierata spensierati sapendo di parlare di un futuro lontano. La storia che abbiamo vissuto tutti, oltre 90 giorni di coma profondo contando dalla nomina del vicesindaco di Ischia, ci ha mostrato, senza ombra di dubbio, il vuoto di chi è chiamato ad amministrarci.
Ora, senza voler continuare a ragionare del mese di settembre e con le scale già pronte a smontare luminarie, babbi natali e lucine colorate varie è giusto provare a rispondere a qualche domanda semplice.
Ischia ha registrato, ancora una volta, il suo tutto pieno.
Come mai? Forse perché i pochi albergatori che sono rimasti aperti hanno avuto il coraggio di rischiare come quelli di Forio dove, ad esempio, lo spettacolo delle lucine colorate non c’è stato?
Come mai Ischia ha visto tanti turisti passeggiare per i corsi dell’isola e partecipare ai vari eventi che sono stati organizzati? Per la storia che ci raccontiamo da sempre: perché Ischia è Ischia. Perché non siamo ancora riusciti a distruggere tutto quello che rappresenta fuori dai nostri confini.
Ma il ragionamento e la valutazione che stiamo facendo riguarda un altro fattore: il ruolo delle nostre amministrazioni.
Teniamo il comune di Ischia fuori per un attimo. La crisi politica è una variabile che non possiamo non valutare. Ischia con le ruote a terra per colpa della politica, Lacco Ameno letteralmente spenta per l’incapacità del sindaco fatto eleggere e per la condanna che i cittadini si sono auto inflitti alle ultime elezioni e gli altri? Il discorso si fa in salita se guardiamo Casamicciola e Forio.
Possono due lucine fare la differenza? O meglio, possono due lucine far valutare in maniera positiva l’operato di un’amministrazione? Credo di no.
“Natale a Ischia” è un concetto semplice semplice. Non c’è bisogno di altro. I simboli sono quelli di tutto il mondo, noi dobbiamo aggiungerci solo una cosa che abbiamo meglio degli altri, le terme. E dovremmo ricordarlo a quanta più gente possibile.
Senza fantasticare e senza sfogliare nessun libro dei sogni è possibile che stiamo ancora a raccontarci gli eventi di Natale “giorno per giorno”? No!
La ricetta della programmazione, della comunicazione, della tecnologia e di tutto il resto che abbiamo a disposizione è sotto gli occhi di tutti e alla portata di tutti ma nessuno si preoccupa di sporcarsi le mani e iniziare ad “impastare”. Abbandoniamo ogni idiota pensiero di “sistema” o di “unione”, sono tutti esperimenti che ad Ischia sono destinati a fallire, non sono nelle nostre corde. Continuiamo a farci concorrenza. Continuiamo a fare due piste di ghiaccio e continuiamo a copiarci le idee ma iniziamo a dirlo. E’ questa la colpa delle nostre amministrazioni: non l’hanno detto. Una colpa grave. Si, le lucine colorate sono state belle (all’illuminazione del Platano di Ischia, il primo premio), gli eventi passabili, i mercatini di ripensare e affidare a qualche professionista, ma resta la colpa grave del non averlo detto. E per questo, bocciati!
p.s. Ho visto in giro un pieghevole orrendo con un programma unico degli eventi di Natale. Evito ogni tipo di commento.
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Tutto perfettamente condivisibile, nonostante non sia giusto arrendersi sull’incapacità locale di programmare, organizzare e coordinarsi.
Finalmente quest’anno si è intravista una volontà di valorizzare la risorsa turistica invernale dell’Isola, una delle poche se non l’unica, che può realmente offrire a tal scopo luoghi, eventi e servizi 365 giorni l’anno.
Solo una considerazione: come al solito il campanilismo ci penalizza.
Ci fosse davvero un coordinamento unico per gli eventi e le attrazioni isolane si potrebbero sfruttare sinergicamente i pochi fondi a disposizione e creare le premesse per nuovi investimenti anche da parte dei privati.
Senza un coordinamento unico, però, la vedo molto dura…