Bucci e Toti sono i protagonisti di questa battaglia, serrata con il premier Conte. In questi giorni sono costantemente in prima pagina. Genova sembra una terra di battaglia: il sindaco vuole dire la sua, il governatore anche. Il Governo pure. Salvini interviene contro Toninelli e Conte perché non hanno coinvolto il territorio.
Il premier rivendica il suo ruolo e si difende. Il ministro prova a rimediare meno brutte figure possibili e i nostri sindaci stanno zitti. Un mutismo che fa paura. Possibile che sei di loro, e dico sei, nessuno ha preteso di partecipare al tavolo con il governo in maniera ufficiale e chiara? Continuare ad essere secondi rispetto qualcosa è la vera colpa che pesa sul futuro di questa trattativa. Il territorio tace. La politica tace. Le richieste del territorio sono ignorate e, senza troppi giri di parole, abbiamo un grande muro che non riusciamo più a demolire: quello della reputazione da abusivi.
Per il resto dell’Italia non c’è altro sinonimo per noi. Siamo una terra che non merita attenzione. La strategia del silenzio, o del silenzio, non vale più. Il nostro contatto, lo abbiamo capito, è il più debole della catena (Conte). Non abbiamo protezione, non abbiamo difesa. Abbiamo solo grandi problemi da risolvere. E’ assurdo che i giornali nel vuoto che abbiamo prodotto, siano costretti a raschiare il fondo e dare voce all’ultima della lista perché i sindaci tacciono. Perché i sindaci non hanno nulla da dire. A loro va tutto bene. A noi va tutto male. Oggi il “mondo” sa che Genova batte i pugni sui tavoli del governo. Nessuno ha mai saputo, invece, cosa facesse Ischia se non scampagnate romane