IDA TROFA | Più dura è più ci guadagnano! È bene che cene facciamo una ragione tutti. Tutti quelli che in questi cinque anni ed oggi di più, hanno assistito al macabro teatrino del “Santo Terremoto”. Una manna dal cielo per chi riesce ad entrare negli ingranaggi sismici, fatti di emergenze ordite a tavolino, malapolitica, interessi, stoltezze private e leccaculo in cerca di incarichi e notorietà. L’habitat ideale per la peggior specie di individuo: lo sciacallo territoriale. Quello pronto a tutto, persino all’omicidio dei suoi concittadini pur di affermare il proprio interesse, il portafoglio e gli affari. Il caos e la confusione degli stolti funzionali poi servono ad alimentare la scena.
Una Festa di liberazione che non arriva mai. Una prigionia chiamato post terremoto divisa tra speranze di nuove e salvifiche Ordinanze commissariali ed un fantomatico PdRi che non potrà mai essere il, dunque, se non nel portafogli di chi gioca a fare l’esperto. È la dura legge schifezza chiamata con il nome di Genova e governata dagli uomini del sisma Ischia 2017. Tutto cambia affinché tutto resti com’è. Il Gattopardo di Lampedusa continua a fare proseliti sulle macerie nostrane. Così al termine di una due giorni di estenuanti incontri e chiacchiere sul suolo terremotato nulla è immutato. Promesse non mantenute e impegni difficilmente onorabili. Le aziende della zona rossa restano senza poter pagare i propri debiti con le loro imprese interrotte e rinchiuse nel perimetro della vergogna. I cittadini privati restano stretti tra i mezzi dei burocrati di palazzo e le parcelle dei Tavolari locali. Il terremotato di Ischia dovrà farsi carico di ogni onere solo per aspirare ad un ipotetico indennizzo in attesa che si decida chi come e quando debba intervenire e se intervenire. Rimessi al giudizio di una corte in fase di predisposizione. Operazione immagine eseguita… download in corso. I responsabili sono gli stessi che oggi e ieri hanno spacciato miracoli. Che il “Santo Terremoto” prosegua.
L’Assemblea pubblica con cittadini, imprese e le istituzioni ad Ischia
Emblema di questo circo degli orrori isolano l’assemblea pubblica tenutasi con cittadini, imprese e le istituzioni. Sempre il solito zoo. Presenti anche la Regione Campania e i sindaci di Lacco Ameno, Forio e Casamicciola. Uno spazio che doveva essere di confronto e di dialogo aperto a tutti i cittadini e agli imprenditori e le imprese coinvolte dall’evento sismico del 2017 e che si è rivelato al solito il palcoscenico adatto per chi, dal palcoscenico del sisma, deve trarre profitto. Sfidiamo chiunque, eccetto una singola eccezione, a provare il contrario! Solo domande e proposte personali e legate al singolo interesse. Tutti della stessa cricca. Nessun sincero dolore o afflato comunitario. Chi con dignità patisce a privazione della catastrofe dignitosamente tace nelle retrovie di una sala certo popolata ma lontana dalle assemblee sentite e partecipate di qualche commissario fa. Altre epoche altre urgenze. Eppure, lo squallore dei tanti errori, dei tanti non detti e non fatti resta anche oggi che il Commissario Giovanni Legnini promette impegno e condivisone. Lavoro e concreta presenza. Il super commissario ha illustrato i provvedimenti che intende adottare in materia di ricostruzione pubblica e privata, e soprattutto l’iter da percorrere al fine di snellire le procedure tecniche, nell’interesse, dice, delle popolazioni colpite dal terremoto. Tre i punti cardine del rinnovato corso, senza fermare il lavoro del passato, inseguendo ideali di concretezza e correttezza per ora solo futuribili. Tra nuove proposte e vecchi impegni non ancora realizzati.
Proposte futuribili. La ricostruzione dei 100 anni. Legnini: “era evidente che andava cambiata”
Il commissario dà i numeri: 1050 schede Aedes validate. Inizialmente erano 1570 poi depurate dalle riclassificate dopo la revoca delle inagibilità. Ad oggi ci sono 64 progetti presentati (sicuramente gli edifici sono di più trattandosi di multiproprietà ed aggregati). Comunque un “numero contenuto” dichiara l’avvocato abruzzese alla platea intervista per scoprire la pozione magica. Ma di magico c’è poco o nulla solo la ovvia realtà dei fatti. I Decreti emanati per la concessione dei contributi, 25 dalla prima era Schilardi e due dall’avvento di Legnini per 27 nulla osta a procedere alla apertura dei cantieri. Proseguendo con questo ritmo ci vorranno 30 anni per i progetti e 100 anni per emanare i decreti.
“Era evidente che bisogna cambiare. I dati sono impietosi, chiari e netti. C’è qualcosa che non funziona” ha dichiarato placidamente Giovanni Legnini che fa appello alla condivisone e al costante contatto di tutti gli attori protagonisti. Noi auspichiamo non sempre delle stesse parti.
Cambiare e come? Determinando ulteriori indirizzi rispetto al passato? Cambiando senza modificare gli indirizzi?
Per il commissario dei terremoti d’Italia si può cambiare senza stravolgere il passato, continuando senza fermarsi.
“Si. I progetti già approvati devono andare avanti. Lo faremo con l’ordinanza di cui vi parlerò tra qualche giorno- dichiara Giovanni cercando di rompere il ghiaccio e stemperare i toni di un incontro a tratti ingessato e monopolizzato dai luoghi comuni e da questioni ormai trite e ritrite”.
Condoni. Utilizzando anche con la nuova norma sui terremoti e le semplificazioni si sta lavorando ad una ordinanza per estendere la gran parte delle semplificazioni del Centro Italia anche per l’isola d’Ischia. Stogliendo il nodo dei condoni attraverso l’istituzione di una commissione speciale ed un tavolo permanente soprattutto con la Soprintendenza. Tutti chiamati a rendere entro 15 giorni il proprio parere sulle domande presentate.
“Risolveremo il nodo condoni grazie anche ai dati forniti dagli uffici comunali. Casamicciola Terme è giunta per ultima ma ha fornito schede e dettagli molto completi che ci consentiranno di lavorare specifico dando contezza dei termini”.
Legnini si inerpica su un sentiero impervio, a meno dei miracoli. “Mantenendo la cautela nel giro di 10/15 giorni noi con sindaci e regioni chiuderemo questo accordo con la Soprintendenza con priorità alle case terremotate da condonare”.
L’intesa di massima era stata acquisita in mattinata con con la soprintendenza e sarà utile per giungere in dirittura di arrivo con la prevista ordinanza che avrà un in carattere di certezza chiara e comprensibile con indicazione di termini ben precisi. Se non si legittima il patrimonio immobiliare Ischia non assume lo status di terremotato. I nostri decisori dichiarano di Dover trovare una soluzione per andare a “normarla” questa legittimazione.
“Vi stiamo dicendo l’assoluta verità” dichiarano al tavolo del commissario. Vale a dire nulla che non sapessimo già.
Un passaggio importante sul silenzio assenso ai condoni lo dichiara ancora il commissario rispondendo alla sala: “Dobbiamo andare avanti … su silenzio assenso se sono andate avanti e nessuno le impugna hanno diritto al contributo. Non ho potere di annullare i provvedimenti di altri enti in nessun caso”.
Procedura amministrativa
“In virtù di scelte passate fatte, su cui non voglio esprimere giudizi ci sono procedure amministrative, ci sono una serie di mancanze di termini, di contezza che De non essere sanate. Dobbiamo fare in modo che si semplifichino- dice Legnini annunciando temi e procedure amministrative con scadenze perentorie e non derogabili. Sempre insieme sempre con il dialogo e la condivisione anche grazie a qualche piccolo potere derogatorio concessomi”.
Termini che sottolinea il commissario riguarderanno anche i cittadini. Questi “entro un termine bisognerà che dichiarino se si vuole ricostruire o meno. Dovranno presentare la loro manifestazione di volontà. Le norme servono ma non sono le uniche ad essere necessarie.
Autocertificazione
Tra le cose necessarie ci saranno le autocertificazioni. “Disegnato, o verificato e calcolato dal progettista con il procedimento reso dalla struttura della ricostruzione e con il potere di controllo in capo ai comuni e quota parte al commissario “ha chiarito il buon Legni evidenziando che il progettista rappresentando il cittadino dovrà farsi carico di autocertificare i progetti e le opere per cui si richiede il contributo.
PdRi
“La Legge di Ischia ha un potere di incisività molto forte- sottolinea l’avvocato chiamato al capezzale del sisma 2017- il Piano di ricostruzione ha l’obbligo prima di prevedere il piano stesso ed il secondo di essere parte dei piani attuativi con carattere di esecutività e quindi immediatamente attuabile. La terza funzione al piano paesistico che supera. Una rarità che un piano sovrasti un piano pesistico caratterizzato da una funzione vincolistica. Farlo bene ha un obbiettivo molto rilevante “. Conclude Legnini che poi evidenza una realtà di non poco conto: “La legge non dice che non si fa il piano non si ricostruisce. Se chiunque può presentare un progetto? A che serve? Penso che le due cose possano essere contemperate. Ovvero si può contemperare il diritto al cittadino a presentare il progetto a ricostruire e l’impegnò degli enti di pianificare mettendo in parallelo le cose. Volete presentare i progetti fateli? Sarà nostro compito stabilire quando dovrà essere rinviato al piano altrimenti si procede. Nel frattempo lo dirà la regione dovrà essere definito”. Conclude prima di salutare gli astanti.
“Condoni, procedura amministrativa, piano. Abbiamo lavorato in queste settimane fino a questa mattina, nel corso dei due incontri tenutisi in continuità. Unitamente alle norme derogatorie di recente introdotte per il commissario e che lo stesso mette a disposizione degli enti, nel giro di 30 massimo 35 giorni daremo l’ordinanza di semplificazione, nel frattempo, nulla si deve fermare. Il nuovo quadro lo vedrete con gli atti e non con le parole. La condizione è di farla questa ricostruzione con un principio di responsabilità che grava su ognuno degli attori di questa ricostruzione.
Nessuno fa i miracoli. La nostra sarà un’opera polifonica. Chiedo ai cittadini di attingete a qualche residua risorsa e di pazienza, dando fiducia a questo nuovo percorso. Dopo due ore e mezzo di confronto esco con più consapevolezza di quella con cui sono venuto”. La strada è ancora lunga ed irta di insidie.
La fiera dell’assurdo
È assurdo che a distanza di quasi cinque anni dall’evento tellurico, siamo ancora alle fasi delle proposte preliminari, Ordinanze, indennizzi, bozze e il “cosiddetto Piano di Ricostruzione”. Fatti e circostanze che non risolvono, che fa riferimento a piccole porzioni di Cratere e non all’intero complesso cittadini, rimanda, per giunta, ad ulteriori attività prodromiche che richiedono tempi lunghi e burocratizzano ancora di più l’iter procedurale, per una ricostruzione privata che appare sempre più lontana. Mentre di fatto la ricostruzione puntuale è già partita praticamente ovunque tranne dove dovrebbe.
Questo sta a dimostrare che si sta andando avanti in modo confusionario, senza un’appropriata cabina di regia che organizzi in modo razionale l’intero processo di una ricostruzione unitaria ed omogenea. L’auspicio è che finalmente Legnini posi il cellulare e prenda in mano il joystick.
Un sottile controsenso tra pianificazione e invito ad apre avanti. PdRi vs ricostruzione puntuale
Per la predisposizione del Piano ci vorrà ancora molto tempo, né la Regione Campania e il Comune hanno gli elementi necessari per procedere in mancanza della definizione dei criteri da parte del Commissario. La promessa è di presentare la prima bozza entro il quinto anniversario, il prossimo 21 agosto. Che bel regalo.
Legnini dice di presentare comunque i progetti e poi attendere il PdRi e le deduzioni di una ipotetica autorità. Presentare i progetti costa e quel costo è solo a carico della gente.
Con quale certezza? Nessuna! Anzi con l’ipotesi che se stessimo sulle scatole al solerte decisore di turno non avremmo accesso ai fondi. Così hanno spiegato nel dipingere una presunta sinergia e un tavolo di condivisone allargato.
Esiste, invece a nostro giudizio, il fondato rischio che per continuare a dispensare assunzioni politiche con i soldi del sisma, per giocare all’allegro ricostruttore, vengano emessi provvedimenti nulli o invalidabili, aprendo alla stagione dei ricorsi e delle guerre legali proprio sul piano.
Rischiamo che i provvedimenti di concessione dei contributi siano resi in aree soggette a probabile grave rischio sismico ed idrogeologico, salvo poi essere successivamente annullati perché non conformi alla previsioni normative, di piano di cui all’art. 24 bis della Legge schifezza già DL 109/2018 e viceversa.
Non è l’evento in se ma quel che lo stesso alimenta muovendo danari e costituendo giri che ambiscono a quei danari a rappresentare il vero dramma di un Italia che non si emancipa mai. Il dramma è continuare a percorrere e ripercorrere gli stessi errori, dichiarare di voler risolvere i problemi usando le medesime soluzioni. A Ischia serve ben altro che una promessa
Maratona di incontri per Legnini
L’incontro di ieri ha seguito due o precedenti summit tenutisi tra il 20 ed il 21 aprile a Napoli ed Ischia. Mercoledì si è tenuta una prima riunione tra il Commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini ed i sindaci del Cratere con gli uffici tecnici. Sul tavolo, la ricostruzione dei comuni ammalorati dal sisma e la necessità di prevedere tempi certi e procedure univoche unitamente alla concreta entrata a regime della conferenza dei servizi permanenti con la sovrintendenza.
All’incontro napoletano è seguito un appuntamento tecnico con la Regione Campania e l’Ufficio Staff di Romeo Gentile per il PdRi e poi l’appuntamento di Lacco Ameno presso l’hotel Augusto. Una due ore e mezzo di confronto dibattito partito alle ore 16.30.
La volontà era quella di creare una occasione importante (ad ampi tratti fallita miseramente) per richiamare attorno allo stesso tavolo amministratori, tecnici, associazioni e soprattutto i cittadini che ancora vivono sulla propria pelle il sisma del 2017.