Partiamo da un assunto: gli ordini religiosi sono autonomi e, tra loro, come potrebbe sembrare naturale, non c’è solidarietà. Nel senso che economicamente uno non può aiutare l’altro. E questo concetto, applicato al caso di Don Orione, calza a pennello se pensiamo che il Vescovo ha chiesto, due volte, alla Provincia Religiosa S.S. Apostoli Pietro e Paolo di subentrare nella crisi che coinvolge l’istituto religioso orionino.
Questo assunto ci serve per capire che la vendita del Don Orione è una necessità della “Provincia Religiosa” e che a questa necessità il buon Ferdinando Scarpa non può farci nulla. Scarpa è il gestore di cui parliamo con dettaglio in queste pagine che dal 2013 gode di importante finanziamento regionale che, salvo proroghe, si sarebbe dovuto concludere lo scorso 15 dicembre. Ora, ragionando con calma, e rimarcando la mia posizione decisamente contraria al Vescovo Lagnese, non posso pensare che sia un bugiardo.
Non voglio credere che Lagnese mente!
«Durante l’anno scorso – secondo i canali ufficiali della Diocesi – c’è stata una visita al nostro vescovo di due sacerdoti responsabili della congregazione di Don Orione. I due padri orionini hanno manifestato l’impossibilità da parte della congregazione fondata da San Luigi Orione a continuare la propria presenza sull’isola e le possibili soluzioni nel continuare le finalità della casa di riposo”. E’ evidente che la volontà di vendere da parte degli orionini sia esplicita e sia datata 2015! Pugliese continua: “Il vescovo proponeva un atto di comodato alla Diocesi oppure una gestione condivisa. A quella proposta non seguì alcuna risposta” Siamo sempre nel 2015.
Questo passaggio, sempre che Gaetano Pugliese non sia impazzito, chiarisce che nonostante la gestione di Scarpa, i preti vogliono vendere! Ma c’è di più e, a difesa della credibilità del Vescovo Lagnese, lo rimarchiamo.
«Il nostro vescovo ha condiviso – è sempre Pugliese a parlare – poco tempo fa con il collegio consultori una lettera ricevuta dal superiore della provincia italiana orionina che gli comunicava, nonostante la sua proposta dello scorso anno, l’orientamento da loro preso a lasciare l’isola vendendo la proprietà di “Villa Joseph”» Non voglio credere che il Vescovo si inventi le lettere!
«Dopo la consultazione, il vescovo Pietro – continua Pugliese attraverso il canali ufficiali della Diocesi – ha preparato una missiva inviata via fax (il primo marzo 2016!) e a giro posta al superiore provinciale ed al superiore generale d. Flavio Peloso… Nella lettera il vescovo, ribadiva ai superiori orionini l’interesse della Diocesi per Villa Joseph, ricordava quanto quella opera stesse a cuore al popolo ischitano e, a tal fine, proponeva un contatto per verificare la presa in gestione di “Villa Joseph” da parte della diocesi stessa»
E’ vero, vorrei che Lagnese si impegnasse di più per salvare Don Orione. Che si sporcasse le scarpe come fece Strofaldi quando si recò davanti alle ruspe di Casamicciola o sul fango di Monte Vezzi, ma far passare il Vescovo della Diocesi per un bugiardo, e mi riferisco al tentativo di un giornale filo governativo a Casamicciola, non si può accettare. La vendita di Villa Joseph, per Pietro Lagnese, è una cosa certa. Un argomento che il vescovo “ha condiviso …con il collegio consultori”: ovvero altri preti ischitani e che riguarda questa vendita. Nessuno tocchi Lagnese!
E ancora, giusto per collezionare qualche altra soddisfazione, Lagnese conferma la vendita e Scarpa incontra Cimmino. Ci vuole chiarezza.
p.s. Caro Vescovo, non ti angustiare. Ischia è questa e i tuoi ragazzi, come hai potuto ben leggere ieri, ti hanno fatto stringere accordi editoriali che non ti aiutano.