domenica, Gennaio 5, 2025

Nikko Ielasi: il nuovo album, la musica Gospel e tanto altro

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Nikko Ielasi: il nuovo album, la musica Gospel e tanto altro

Vive negli Stati Uniti da diversi anni, ma il suo cuore ischitano batte sempre forte. Parliamo di Nikko Ielasi che, innamorato della musica, ha rincorso il suo sogno trasferendosi in America per iscriversi al “Berklee College of Music”.

Noi lo abbiamo raggiungo a poco dal lancio del secondo volume di NikKollective e abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Nikko, aprendo una ampia finestra sulla sua, splendida, musica.

NikKollective, Vol. 2 è un progetto, come lo era il vol.1, molto particolare e fuori dagli schemi. Da cosa sei partito perla creazione del secondo volume?

“NikKollective è un progetto di musica strumentale e musica fusion contemporanea. Unisce, quindi, aspetti di musica jazz, r’n b, rock e gospel, ma in modo strumentale, senza la parte cantata. Certo, non è necessariamente il tipo di musica più commerciale che si possa trovare perché è, comunque, musica complessa da un punto di vista anche armonico e ritmico. Parte tutto dal pianoforte, il strumento principale è quello. Compongo sempre al pianoforte e poi, man mano, faccio gli arrangiamenti per gli altri strumenti e produco l’album un brano alla volta, partitura per partitura. Scrivo anche brani per orchestre e per big band, avendo studiato arrangiamento e orchestrazione.

Il secondo volume di NikKollective è partito semplicemente come la continuazione del primo, poi ha avuto un significato ancora più importante in quanto, purtroppo, nel Gennaio 2019 il mio migliore amico qui in America, che era anche il batterista del primo volume di NikKolective venne a mancare a causa di un linfoma, il suo nome era Tito. Ho deciso, quindi, di fare questo secondo volume e di dedicarlo a lui, fin dalla copertina che ci ritrae insieme, abbracciati in una sorta di cartone animato. Nel contesto di questa dedica a Tito, batterista del primo volume, ben 4 batteristi si sono uniti nel progetto per registrare, ognuno di loro due o tre pezzi, componendo l’intero album, tra cui anche il legendario Dave Weckl una delle grandi leggende della musica mondiale.”

Le tue collaborazioni sono sempre molto intense ed interessanti. Come li scegli e come nascono i brani che poi componi?

“Il mio obiettivo più grande è quello di unire attraverso la musica e NikKollective si basa proprio su questo. In entrambi gli album ci sono tanti musicisti che provengono da varie parti del mondo e hanno culture diverse. Il mio obiettivo è proprio questo: utilizzare la musica che scrivo come veicolo di unità tra persone di culture e provenienze diverse, in modo tale da ritrovarsi su un terreno comune che è quello della musica, condividendo l’esperienza insieme.”

Parliamo di “The Unknown”, il brano che stai componendo e che racconta una pagina, profonda, della tua vita…

“Il brano “The Unknown”, di cui ho parlato in alcuni post sui social, fa parte di un progetto che ho iniziato a scrivere questa estate mentre ero ad Ischia. Purtroppo il 16 agosto 2019, un anno un po’ brutto per me, mi sono svegliato improvvisamente sordo all’orecchio destro. Ero ad Ischia, in vacanza e mi sono risvegliato così. Purtroppo, nonostante un mese di cure e viaggi a Pozzuoli per sottopormi a camera iperbarica, non sono riuscito a risolvere nulla. Un periodo difficile per me, durante il quale ho iniziato a scrivere musica più introspettiva che verrà realizzata, poi, nella forma di un trio, pianoforte – basso – batteria. E’ un progetto cui tengo molto e, posso anticipare, l’album si chiamerà re birth, rinascita, e sarà una immagine che voglio dare a tutti: nonostante mi sia capitata questa grande sfortuna di essere un musicista senza poter sentire da un orecchio, ho deciso di andare avanti. Non è stato facile, è stata una lotta molto dura e sono tutt’ora, in fase di ripresa, però l’idea di andare avanti e come meglio posso c’è.”

Se ti chiedessi di dire cosa è per te il Gospel, in tre parole, cosa mi diresti?

“La musica Gospel è stata, sicuramente, un grande dono nella mia vita. Non avevo avuto mai modo di affrontare quel genere fino a quattro anni fa, quando mi sono trasferito a Los Angeles, era settembre 2016, e ho avuto subito modo di suonare in questa chiesa gospel di cui sono diventato e sono ancora il direttore musicale.

La musica Gospel si basa su tre cose: una grande qualità musicale, perché ci vuole talento per chi ci è cresciuto e tanto lavoro per chi non ci è cresciuto, come me, e bisogna ascoltarla molto e capirla; spiritualità in quanto, sebbene sia bella da suonare, la musica gospel lascerebbe un po’ il tempo che trova se fosse semplicemente un messaggi musicale, invece il messaggio spirituale che c’è dietro la musica è importantissimo; e la comunicazione in quanto, appunto, noi che siamo sul palcoscenico con il Pastore ed i cantanti dobbiamo comunicare a tutti questo messaggio spirituale. A ciò si unisce il concetto di partecipazione: la musica Gospel e la chiesa si basa su una partecipazione attiva, a differenza di come siamo abituati noi in Italia. Qui è tutto diverso, si partecipa anche ballando e cantando. A me ha cambiato la vita sia da un punto di vista umano che musicale. Gestisco la mia vita e la musica che faccio sia come compositore che come tastierista in maniera completamente diversa da quando ho iniziato a farlo in Chiesa.”

Come è comporre musica Gospel? Che emozioni di regala?

“Comporre musica Gospel è bello e mi da grosse emozioni. In questo periodo sto lavorando a progetti miei e come produttore di progetti di altri. Una esperienza bellissima, ho lavorato molto comprenderla appieno e, dopo quattro anni, sono abbastanza rispettato come musicista di questo genere nonostante io sia un outsider. Credo che qualunque musicista abbia l’opportunità di trascorrere un po’ di tempo in America, dovrebbe passare del tempo in una Chiesa Gospel in quanto è una scuola musicale che non si trova da nessuna altra parte.”

In questo periodo di “quarantena” hai lanciato anche l’idea dei “meet”, come hai pensato a questa iniziativa e che feedback hai ricevuto?

“Non è stata una mia idea, questa dei “meet”. Ho preso parte ad un evento creato dalla pagina di un mio amico musicista siciliano ed è stato molto interessante. Qui in America, tra l’altro, insegno online, sia strumento che arrangiamento, quindi utilizzare piattaforme online era già una opzione percorsa. Ora, con questo lockdown, la soluzione delle video lezioni e dei video incontri è l’unica possibile. Anche la programmazione di tour e concerti, ora, è tutta sospesa.”

Anche se vivi da tempo lontano da Ischia, sappiamo che ne segui sempre tutte le vicissitudini. In questo momento storico, che augurio vuoi fare all’isola e agli isolani?

“Sono lontano solo fisicamente da Ischia. Tutta la mia famiglia vive ad Ischia e tutti i giorni parlo con amici e familiari che vivono sull’isola. Sono sempre in contatto con tutti. L’augurio che faccio all’isola e agli isolani è quello che faccio un po’ a tutti in questo periodo, perché la quarantena e l’isolamento sociale sono problemi che stanno interessando tutto il mondo. Il mio augurio è che si possa stare più sereni possibili e avere la pazienza di aspettare che le cose migliorino, dando anche la possibilità alle cose di migliorare perché spesso e volentieri abbiamo fretta di uscire e ricominciare la nostra vita normale, ma possiamo rischiare di ripartire da zero. Sicuramente sarebbe un colpo ancora più grosso quello di dover ripartire da zero. Spero che tutti i miei amici e le mie persone care stiano bene.

Io penso sempre che c’è del buono in tutte le cose che succedono. Anche le cose che possono sembrare noiose da affrontare,come questa quarantena e questa emergenza sanitaria, possono portare delle buon cose. Penso che viviamo in un mondo molto veloce e quasi troppo veloce. Tutti noi ci ritroviamo a dover fare tante cose ogni giorno, siamo sempre in coda… questa possibilità di poter stare un po’ fermi e rivedere i nostri affetti familiari, anche forzati quasi, ci da la possibilità di rivalutare quello che importante nella vita, proprio come gli affetti familiari, la salute… ci sono delle priorità che nel mondo di oggi che corre veloce tendiamo a dimenticare. Quindi, chi lo sa, magari questa è l’opportunità per rallentare un attimo e rivalutare le nostre priorità.

Auguro a tutti di stare sereni, di stare bene e che si possa utilizzare questo tempo per riflettere e rivalutare le proprie priorità.”

Grazie Nikko perla tua disponibilità e la tua cortesia, a presto.

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