Una volta alle elementari si insegnava la prova del nove per verificare se un risultato aritmetico fosse esatto. Ora nella vita possiamo farne tante di prove del nove, ma non c’è possibilità di errore, non saranno mai le leggi, attuate o non da penali leggere o pesanti, a tutelare la vita della gente. Non basta nessuna legge per salvare le vite umane se non c’è la volontà di farlo da parte di tutti noi. Basta che uno soltanto fra migliaia di persone, decide di fare di testa propria ed ecco che l’irreparabile e l’imponderabile presentano il loro conto. Un conto salatissimo, la vita umana. Qualche giorno fa, alle nove del mattino di una splendida giornata di sole, uno di noi ci ha rimesso la vita. In pieno centro cittadino col motorino si può ancora morire. Si proprio così, un assurdo che più assurdo non potrebbe essere. E non stiamo nemmeno parlando del quindicenne o diciottenne o scalmanato di turno, ma di una persona matura, persona responsabile, che non era in vacanza ma solamente nello svolgimento della propria giornata lavorativa. Chissà cosa pensava in quel momento, chissà che progetti aveva di lì a pochi minuti, chissà cosa aveva deciso di fare nella serata calda di questa pazza estate, tutto avrà potuto pensare, tranne che stesse per morire. In pieno centro probabilmente non deve essere la legge a dirci quanto si deve andare veloci o meno, in pieno centro non deve essere la legge dirci dove e come attraversare la strada, in pieno centro nessuno deve sentirsi sicuro di trascurare le più semplici prudenze, altrimenti non possiamo poi meravigliarci che accadono cose che nessuno vorrebbe che accadessero. In questo caso, non è servito a niente mettere i limiti di velocità, non è servito a niente la segnalazione sulla strada di strisce bianche o altro. Non è certamente il primo e anche se ce lo auguriamo, non sarà nemmeno l’ultimo.
UN CIMITERO ALLARGATO
Non è simpatico quello che sto per dire. Non sarà condiviso da molti e altri ancora se ne disinteresseranno, ma altri ancora condivideranno. Finchè era un caso isolato, ricordarlo in un certo modo, magari con fiori freschi portati lì da parenti, faceva anche riflettere, ora invece che i casi si sono decuplicati e che sono sotto gli occhi di tutti, cambia anche l’aspetto dei ricordi. Tantissimi anni fa, se non sbaglio negli anni settanta, si verificò al Castiglione un tremendo incidente di un’auto della polizia che correndo verso Forio per una rapina in banca (fatto assolutamente inusitato sull’isola) impattò il marciapiede, si capovolse e vide l’autista della volante soccombere. Da allora in quel posto, qualcuno depone dei fiori freschi a ricordo. Sempre lì anni dopo si è verificato un altro incidente morale, e più avanti di qualche metro negli anni è morto qualche altro e si è ripetuto il ricordo, ma non solo al Castiglione, in quasi tutte le strade isolane ci sono fiori a ricordo di incidenti. Se un singolo episodio potrebbe anche essere posto a memoria per evitare che ne accadessero altri, una sua funzione sociale ci sarebbe anche, ma quando non è più uno solo, e nemmeno due e nemmeno tre, ma moltissimi, allora prende l’angoscia e rattrista e sembra di far visita ad un cimitero aperto su tutta l’isola. Per carità, è giusto ricordare da parte dei propri cari l’estinto, ma è anche giusto non angosciare gli altri, Ischia è una meta turistica, non è piacevole porre sotto gli occhi di tutti i nostri dolori.
IL CARO ISCHIA
“Ischia è cara”, “ma no, Ischia è la meno cara delle località turistiche”, “andate a confrontare i prezzi con Capri e con le città del nord”. Questo si dice in giro e si legge sulla stampa. Ad una analisi superficiale, Ischia non ci sembra, tranne in qualche caso sporadico, al di sopra della media delle località turistiche in quanto a caro vita. Certo, i prezzi al ristorante sono piuttosto alti, ma ci sono anche locali meno eleganti e meno spocchiosi che praticano prezzi alla portata di tutti. C’è qualcuno che vende le brioche a colazione a due euro ma altri sostengono ancora la vendita ad un euro. Se chi chiede due euro riesce a venderle, vuol dire che sbaglia chi va a comprarle lì. Un ombrellone e due lettini c’è chi lo fitta a 40 euro al giorno e chi invece se ne prende solamente venticinque, basta farsi un giro per scegliersi il lido che crede più adatto alle proprie esigenze. In questo, onestamente Ischia non può dirsi cara, E’ aumentato tutto come in tutto il territorio nazionale, Semmai, quando si discute del caro prezzi nelle località turistiche, ci si dimentica di dire che i residenti in quelle località, (Ischia compresa), vivono da turisti tutto l’anno, pagano tutto come se fossero dei turisti stagionali, pur non usufruendo degli stessi servizi dei turisti, visto che molte attività pur avendo licenze annuali, chiudono le proprie attività e lasciano il paese nel più assoluto disagio. I pensionati ischitani e i pensionati delle località turistiche in genere, percepiscono la stessa pensione del pensionato del piccolo paesello di una qualsiasi provincia italiana, dove la vita costa quattro soldi, eppure nessuno considera che per vivere deve spendere il triplo come minimo. Questo è il problema del caro vita dalle nostre parti che nessuno considera. Essere turisti non per scelta propria ma per decisione altrui, ecco questo è il prezzo da pagare.